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Birkenstock, da sandali “sfigati” a oggetto del desiderio. Come è successo?

Succede che un paio di sandali che fino a poco tempo fa erano considerati “sfigati” diventino un accessorio alla moda che tutti desiderano. Come è possibile che le Birkenstock siano passate dall’essere un modello bruttino da turista col calzino bianco a oggetto del desiderio bramato da star internazionali, influencer e gente comune?
A cura di Marco Casola
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Ieri erano odiate dai più, oggi sono una moda che spopola tra i personaggi celebri e la gente comune. Eravamo abituati a vederle solo indosso ai turisti tedeschi, magari con i calzini bianchi, oggi le troviamo ai piedi di Aurora Ramazzotti (anche lei le indossa col calzino), di Chiara Ferragni o di Kylie Jenner. Stiamo parlando della odiate/amate Birkenstock, ovvero dei sandali dalla suola ergonomica a doppia fascia o infradito, prodotti dall'azienda tedesca nata nel lontano 1774 a Neustadt, in Germania. Come è possibile che un paio di sandali considerati dai più un modello out e fuori moda diventino le scarpe estive più trendy del momento?

Quante volte tornano in auge capi e accessori del passato che non avremmo mai pensato di indossare nuovamente e, solo perché "si portano", risultano all'improvviso desiderabili? Oltre ai corsi e ricorsi ci sono poi accessori considerati out che diventano trendy da un momento all'altro, magari perché un marchio all'apice del suo hype decide di inserirli in collezione o perché una celeb o un influencer mostra sui social quel particolare dettaglio. Basti pensare alla Ferragni, che recentemente ha sdoganato il mollettone per capelli (alias "la pinza"): nessuno avrebbe mai osato sfoggiarlo in spiaggia o addirittura in un'occasione serale. Che dire poi dei cappelli da pescatore tanto di moda ultimamente? Dopo che Miuccia Prada li ha resi cool non sono più considerati accessori da sfigati. Lo stesso vale per i top all'uncinetto, che fino a poco tempo fa nessuno avrebbe neanche preso in considerazione, ora spopolano nelle foto estive delle influencer più in voga. La moda è così, che ci piaccia o no è difficile sfuggire alle sue regole. Alzi la mano chi può affermare con certezza di essere sempre riuscito a restare fuori dai dettami del fashion e di non aver mai desiderato un capo o un accessorio visto indosso a qualcun altro.

Chiara Ferragni con sandali Louis Vuitton
Chiara Ferragni con sandali Louis Vuitton

Come le Birkenstock sono passate dall'essere sandali "sfigati" da turista col calzino bianco a modelli alla moda? Innanzitutto va precisato che il fenomeno Birkenstock non è così recente, saranno almeno 4 o 5 anni che i sandali a doppia fascia sono comparsi ai piedi dei trend setter. Prima ancora erano i sandali più amati da alternativi e radical chic, che solitamente vogliono far credere di scegliere abiti e accessori puntando solo su comodità e praticità piuttosto che sulla bellezza o sull'elemento cool. Poi, come sempre avviene, la tendenza lanciata da pochi diventa una moda seguita da molti. Se due anni fa indossavi un paio di Birkenstock eri oggetto di scherno e derisione, oggi gli stessi che sfottevano hanno una o due paia dei comodissimi sandali a doppia fascia. Perché, ammettiamolo, comodi sono comodi, freschi sono freschi. Ancora però non siamo riusciti a dare una risposta all'annoso quesito del perché il modello abbia avuto una tale diffusione.

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Oltre il limite tra bello e brutto

Da alcuni anni stiamo assistendo a un'inversione di marcia nella moda: sembra che stilisti, influencer e personaggi all'avanguardia vadano a scavare tra ciò che di più brutto, vecchio e anti modaiolo (o considerato tale dai più) sia stato prodotto per attualizzarlo e renderlo cool. Da Balenciaga a Gucci, sono moltissimi i marchi che hanno trasformato oggetti considerati out in qualcosa di estremamente cool. Si tratta di quella tendenza borderline in cui il confine tra bello e brutto è estremamente sottile, labile e rarefatto. Del resto cosa può essere definito bello o brutto in maniera oggettiva? E' un occhio soggettivo che assegna un dato valore a quell'oggetto considerandolo in un modo o nell'altro.

Birkenstock Arizona by Proenza Schouler
Birkenstock Arizona by Proenza Schouler

Questo è uno dei teoremi alla base dei meccanismi della moda: qualcuno considerato "fico", che sia uno stilista, una celebrità o un influencer, in un dato momento storico decide che uno stile, un capo d'abbigliamento o un accessorio è cool. Spesso l'esigenza del dettaglio "famolo strano", dell'utilizzare qualcosa di socialmente non accettato come bello e ricollocarlo in un quadro trendy deriva anche dalla volontà di distaccarsi dalla massa, deriva da un bisogno di originalità. Dunque un paio di Birkenstock, che solitamente indossavano solo i turisti tedeschi in vacanza nelle isole italiane e qualche alternativo, possono essere assorbite nello stile di trend setter che amano sovvertire le regole per essere originali a tutti costi e staccarsi dalla massa. Così parte un nuovo ciclo e le Birkenstock, dai piedi dei pionieri che hanno avuto la voglia e il desiderio di sperimentare, di "rischiare", arrivano ai piedi di tutti.

Le Birkenstock arrivano in passerella

I grandi marchi del fashion system hanno (forse con ritardo) intercettato il nuovo amore per le Birkenstock. Sulle passerelle sono apparse versioni simili di sandali a doppia fascia, mentre molti brand del lusso hanno iniziato a fare a gara per assicurarsi collaborazioni brandizzate con il marchio tedesco. Nel 2019 sulla passerella di Valentino sono apparse Birkenstock con il maxi logo della Maison. Quest'estate, dopo due anni dal loro lancio, il modello griffato è comparso nei look estivi persino di Barbara D'urso, che sfoggia gli Arizona realizzati in collaborazione con Valentino Garavani, il cui costo è di ben 390 euro. Il passaggio passerella – D'urso, avvenuto in tre anni, dimostra la trasformazione, di cui si parlava prima, delle Birkenstock da accessorio di tendenza amato da pochi a modello alla moda desiderato da tutti.

Le Birkenstock sulla passerella di Valentino
Le Birkenstock sulla passerella di Valentino

Una Birkin di Hermes distrutta per un paio di Birkenstock

Rick Owens, Proenza Schouler, Stussy, Jil Sander sono solo alcuni nomi di brand e stilisti che hanno lanciato il loro modello in collaborazione con Birkenstock. In questi casi i sandali non hanno i soliti prezzi (che solitamente si aggirano intorno ai 70-90 euro): si va dai 340 euro per un paio di Birkenstock Arizona griffate Rick Owens ai 350 della collabo con Jil Sander. Ci sono anche versioni ancor più care, come le Birkenstock prodotte con una Birkin di Hermes in coccodrillo, sfoggiate sui social da Kylie Jenner, che non ha potuto fare a meno di avere un paio di sandali del valore di circa 60mila euro. Va specificato che nel caso delle Birkenstock di Hermes non si tratta di una collaborazione ufficiale tra la casa di moda e l'azienda tedesca.

Le Birkenstock realizzate con una Birkin di Hermes
Le Birkenstock realizzate con una Birkin di Hermes

I sandali in coccodrillo sono opera di MSCHF, collettivo di artisti non nuovo a questo tipo di "provocazioni fashion", che ha distrutto una borsa Birkin per realizzare i sandali un tempo considerati "sfigati" in una versione extra lusso. Prima delle Birkenstock da 60mila euro lo stesso collettivo aveva lanciato le Jesus Shoes, con tanto di crocifisso e acqua santa inserita nella suola di un paio di Nike Air Max 97. Poi è arrivata la versione "satanica" con il sangue (che i creatori giurano sia vero). Entrambi i modelli sono stati venduti a prezzi che vanno dai 1000 e i 3000 euro e hanno spopolato anche tra star nostrane come Fedez che ha mostrato sui social le sue Satan Shoes. 

Birkenstock by Jil Sander
Birkenstock by Jil Sander

Da semplici ciabatte a sandali cool

Senza dubbio queste trovate artistiche di hackeraggio tra brand e le collezioni speciali firmate dai grandi stilisti hanno contribuito ad aumentare l'hype di quelle che fin a pochi anni fa venivano considerate un semplice paio di ciabatte bruttine. Recentemente la stessa cosa è avvenuta per le Crocs, che dopo essere apparse sulla passerella di Balenciaga, in versione maxi con zeppa o con decori stone da Christopher Kane, sono rapidamente spuntate ai piedi di star e influencer tra cui, of course, Chiara Ferragni, fino addirittura a comparire sul red carpet degli ultimi Oscar. A far aumentare l'hype delle ciabatte, brutte ma comode, ci ha pensato nuovamente Demna Gvasalia, designer di Balenciaga, proponendo una nuova provocazione: le Crocs con il tacco.

Aurora Ramazzotti con le Birkenstock
Aurora Ramazzotti con le Birkenstock

Negli ultimi anni sono stati stilisti come Demna Gvasalia, che con le sue provocazioni ha reso celebre Vetements e rilanciato Balenciaga, e Alessandro Michele, che non ha semplicemente creato un nuovo stile per Gucci ma ha disegnato un mondo, ad aver cambiato le regole del gioco cambiano il concetto di bello andando oltre regole prestabilite. Anche Virgil Abloh è riuscito a portare nell'alta moda lo stile da strada creando uno zoccolo duro di fan che farebbero follie per un paio di scarpe di OFF-White. Si tratta di stilisti e designer che, in un momento storico di grande rottura rispetto al passato, hanno intercettato il sentire delle persone, il loro bisogno di diversità, di qualcosa di straniante, di qualcosa che possa essere considerato anche brutto dai più e proprio per questo risulti cool. Questi designer, e l'industria della moda in generale, hanno assorbito la necessità attuale delle persone di voler essere anti convenzionali, di essere diversi. Proprio come si può essere anti convenzionali con un paio di sandali amati dai turisti tedeschi. L'hype dei marchi attualmente più voga, da Balenciaga a Gucci, ma anche Birkenstock, deriva dal fatto che questi brand sono riusciti a trasformare in abiti e accessori quel bisogno di diversità, un bisogno certamente inserito all'interno di qualcosa di omologato, proprio come è omologante il desiderio di avere un paio di scarpe che ti fanno sentire parte di un gruppo.

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Laureato in Comunicazione, durante gli anni universitari collabora con importanti società di Organizzazione Eventi artistico-culturali. Dopo la specializzazione in Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale cura e coordina, per alcune associazioni a carattere nazionale, la gestione di saloni espositivi e mostre d’arte. La passione per il Cinema lo spinge ad entrare a far parte del team di festival cinematografici di grande rilievo. Successivamente il grande interesse e la profonda curiosità per la Moda lo inducono a frequentare un corso di specializzazione in Fashion Trend Research e a stabilirsi a Milano per intraprendere la professione di fashion editor per Fanpage.it.
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