MFW, i nuovi talenti si prendono la scena: arriva la moda “nuda” di AndreAdamo (che veste Elodie e Dua Lipa)
Abiti come una seconda pelle, che rappresentino l'orgoglio per il proprio corpo e per il colore della propria pelle. Con questa formula semplice e rivoluzionaria lo stilista Andrea Adamo ha conquistato l'olimpo della moda nel giro di un anno. Ha lanciato il suo brand, ANDREĀDAMO, in piena pandemia e ora veste star del calibro di Vittoria Ceretti, Dua Lipa e Elodie (ricordate la tutina bianca ispirata a Raffaella Carrà?). La consacrazione definitiva è avvenuta alla Milano Fashion Week, dove lo stilista Andrea Adamo ha sfilato per la prima volta, presentando la collezione Primavera/Estate 2022 ispirata al mito di Andromeda. Tornano i crop top a maniche lunghe e i pantaloni flair nei colori della pelle (nessuno escluso) ma si arricchiscono di nuove lavorazioni a rete. Insomma, le premesse ci sono tutte: Andrea Adamo è "the next big thing" della moda, il volto di una nuova generazione pronta a conquistare il mercato con capi innovativi, inclusivi e contemporanei. Fanpage.it ha intervistato lo stilista che veste le star con la sua maglieria effetto nudo, avvolgente come una seconda pelle: "Dietro la moda c'è un messaggio politico".
Nella sua carriera ha lavorato con Dolce&Gabbana, Zuhair Murad, Roberto Cavalli ed Elisabetta Franchi, tutti brand accomunati da un'estetica barocca, ricca di colori e decorazioni. Il suo brand, invece, si distingue per il minimalismo: come mai questa svolta?
Durante gli anni del mio percorso professionale ho interpretato i codici estetici di altri brand mantenendo un mio punto di vista, quello di una donna sensuale. Questa è una caratteristica che porto avanti anche per il mio progetto personale, con la mia cifra stilistica: un’estetica fatta di linee essenziali che enfatizzano il corpo femminile senza bisogno di eccessi.
Dopo molti anni da stilista per altri marchi, ha deciso di fondare il suo brand proprio durante la pandemia, in un periodo difficile per la moda e per le imprese. Com’è scattata la molla?
Durante il lockdown, ho avuto molto tempo per riflettere su me stesso e sono arrivato alla conclusione di voler ripartire da un progetto tutto mio che mi rappresentasse appieno, trasmettendo la mia visione estetica. Ho voluto trasformare quel periodo in un’opportunità per ripensare a me stesso, la mia storia e la mia identità. Per questo ho preso coraggio e con un pizzico di pazzia, ho fondato il marchio che porta il mio nome, ANDREĀDAMO. Sin dal subito ho voluto che il mio lavoro fosse una risposta a quanto sta avvenendo nella società. Volevo che trasmettesse valori positivi, il superamento di ogni genere di pregiudizio. Questa forte convinzione mi ha portato a non temere le difficoltà del periodo e a lanciarmi senza remore in questo progetto.
Il fil rouge delle sue collezioni è la morbidezza della maglia e la palette di colori neutri: da dove nasce questa poetica?
In realtà la mia maglieria è un mix di filati che la rende compatta e unica nel suo modo di essere scuplting. Il concetto di seconda pelle ispira il mio lavoro perché è sinonimo dell'orgoglio personale: sia per il colore della propria pelle, sia che perché i miei capi si fondono con la forma del corpo in un concetto di body positivity. Ho cercato di coniugare la mia idea creativa con un concetto di praticità, puntando sul daywear piuttosto che sull’abbigliamento da occasione che ha caratterizzato il mio percorso lavorativo precedente.
In un’intervista a Vogue ha dichiarato che il movimento Black Lives Matter è stato di grande ispirazione: i suoi capi mandano un messaggio politico?
Assolutamente sì, i colori della mia collezione seguono i colori del nudo. Cercando di rappresentare ogni tipo di nudo. Ecco perché il classico colore che chiamiamo "marrone" è per me è nudo 3. Mi ha molto colpito la storia di Ingrid Sylva, che ha iniziato a ballare all’età di 8 anni ed è stata in prima linea nella lotta per l’uguaglianza nei diritti: ha denunciato pubblicamente la discriminazione che obbligava le ballerine di colore a dipingere le scarpette con il fondotinta. Era l'unico modo di averle color nudo come le compagne bianche, perché nessuno produceva scarpette da ballo per i diversi colori della pelle. Sylva si è spesa in numerose cause sociali a favore della parità e del supporto delle persone in difficoltà. Sono queste le personalità che mi piacerebbe esaltare con il mio lavoro e delle quali vorrei appoggiare le battaglie.
Ci racconti la collezione Primavera/Estate 2022: come si evolverà rispetto alla collezione Lovers?
Nella nuova collezione debutta il primo tessuto: il popeline di cotone. Inoltre un elemento distintivo dell’estetica ANDREĀDAMO, la costina, evolve e diventa rete con punti a maglie diverse.
Che palette di colori e che silhouette vedremo?
Nella nuova collezione la palette accompagna tutti i toni del nudo, in piena mimesi con i toni dell’incarnato, completandosi con l’ivory ed il nero. Il corpo è protagonista della silhouette, le costine fasciano il corpo, disegnandone le forme. La nudità è così esternata nel colore e nella forma.
Elodie ha indossato diverse volte i suoi capi, inclusa una tuta molto speciale ispirata a Raffaella Carrà, come è nato il vostro rapporto?
Elodie, oltre ad essere un’icona di stile, è soprattutto per me un’amica. Abbiamo iniziato a collaborare lo scorso anno e da subito c’è stata un’intesa perfetta e una grande simpatia.
Nel giro di un anno ha vestito star come Vittoria Ceretti, Florence Pugh e Dua Lipa, chi vorrebbe vestire in futuro?
Spero di arrivare a vestire donne e uomini con una personalità forte, persone portatrici di valori positivi, con un messaggio da raccontare.