Anche in Francia assorbenti gratuiti nelle università: in Italia non se ne discute nemmeno
Le donne non hanno più vergogna di parlare apertamente delle mestruazioni e di chiamarle col loro nome. Per troppo tempo qualcosa di così naturale è stato del tutto demonizzato, contribuendo alla nascita di falsi miti e facendo sì che le donne lo percepissero come qualcosa di "sbagliato". La società però nutre ancora molte riserve verso l'argomento, che solo di recente ha trovato una narrazione sincera e veritiera sui social e nella pubblicità. Nello specifico del caso italiano, siamo molto indietro rispetto a quanto sta avvenendo in altre parti del mondo, anche nei Paesi "vicini di casa". Le donne italiane da tempo si battono per un abbassamento della tassazione sugli assorbenti: perché pagarli come se fossero beni di lusso, quando invece sono una necessità? E perché non vengono forniti gratuitamente alle donne meno abbienti? La povertà mestruale è un dato di fatto: tantissime hanno difficoltà ad acquistare prodotti per l'igiene, non possono permetterseli e questo ha ricadute anche sulla loro vita sociale e quotidiana. La Francia è in ordine di tempo l'ultima nazione ad aver deciso di andare incontro alle sue studentesse. Viene spontaneo chiedersi quando si preoccuperà della questione anche la politica italiana.
Assorbenti gratis in Francia
La ministra dell'Istruzione e della Ricerca Frederique Vidal ha annunciato che le università francesi metteranno a disposizione delle studentesse dei dispenser con assorbenti. Verranno installati nelle infermerie e presso gli alloggi. L'iniziativa intende contrastare attivamente la povertà mestruale: uno studio ha rivelato che una studentessa su 3 è in difficoltà economica tale da non riuscire ad acquistare tamponi. E non è un'iniziativa del tutto nuova nel Paese, visto che già nel 2020 erano stati installati in via sperimentale dei distributori in 30 licei, a cui si aggiungeranno quest'anno centinaia di altri istituti. I temi period poverty e tampon tax sono molto attuali, ma non trattati in modo eguale nel mondo, con la stessa rilevanza. In Italia il dibattito è del tutto fermo: e infatti continuiamo ad avere un'Iva ferma al 22%.
Se non ora quando?
La Scozia è stato il primo Paese al mondo a dotarsi di un programma di distribuzione gratuita degli assorbenti lo scorso anno. Da allora sono giunte notizie simili anche da altre parti del mondo: la Nuova Zelanda, la Gran Bretagna, lo Sri Lanka. Benché anche Laura Boldrini abbia chiaramente detto che le mestruazioni non sono un lusso e che la Tampon Tax andrebbe abolita, in Italia non c'è adeguata informazione e sensibilizzazione sul tema. Si parla da diverso tempo di abbassare l'Iva sugli assorbenti, cosa che è stata fatta in Austria, Spagna, Grecia, Lussemburgo, Belgio, Austria: ma appunto, si parla senza concretizzare nulla. E anche il dialogo sembra ormai essere svanito, fagocitato da altre questioni che hanno sempre avuto la precedenza. Questioni tutte maschili, perché di fatto tassare gli assorbenti significa tassare le donne perché sono donne, significa gravare sulle loro spalle in modo maggiore rispetto agli uomini. Gli altri Paesi hanno trovato il tempo di dare valore alla voce delle donne, l'Italia sembra non averne. Eppure sarebbe il caso di dare una svolta alla situazione, soprattutto adesso che è calda la questione del gender gap e visto che la pandemia ha fortemente aggravato le condizioni economiche delle donne e le loro possibilità lavorative. Quando sarà il nostro turno?