Normalizzare le mestruazioni mostrando il sangue: Facebook censura il video troppo realistico
Le mestruazioni a quanto pare sono disgustose e scioccanti: con questa motivazione Facebook ha bandito dalla piattaforma un annuncio pubblicitario che per parlare di ciclo mestruale utilizza sangue vero. Quello che stavolta è successo al brand neozelandese AWWA (fondato da Kiwis Michele Wilson e Kylie Mathew) in passato era capitato anche a Modibodi, un altro marchio che produce biancheria intima femminile assorbente. La campagna di sensibilizzazione mirava a far sentire le donne a proprio agio, a liberarle dal senso di vergogna e dal disagio che purtroppo ancora sperimentano. Facebook, però, aveva ritenuto il contenuto offensivo e lo aveva rimosso, salvo poi cambiare idea. La mobilitazione femminile e l'apprezzamento verso la narrazione realistica e credibile del video avevano fatto sì che venisse riaccolto sul social network. Sarà così anche per lo spot di AWWA?
Facebook censura il sangue mestruale
A quanto pare il video del brand AWWA viola la politica pubblicitaria di Facebook, che difatti ne ha ordinato la rimozione. Lo spot in questione è stato elaborato dal marchio neozelandese per proporre una narrazione quanto più veritiera possibile delle mestruazioni, per normalizzarle e per abbattere un tabù che persiste ancora oggi. Per questo ha scelto di introdurre nella pubblicità della propria biancheria intima assorbente del sangue vero, non il solito colorante bluastro che è stato sempre impiegato e mostrato. Questa decisione è stata punita: Facebook ha rimosso il contenuto in quanto non in linea con la politica della piattaforma in materia di pubblicità. Insomma, ha ricevuto lo stesso trattamento di un video di violenze.
La normativa della piattaforma non consente l’esposizione esplicita di torture e mutilazioni, punisce gli annunci scioccanti, irrispettosi e violenti: dunque lo spot del brand è stato classificato come tale e censurato. L'intenzione, però, non era quella di scioccare o offendere gli spettatori, ma di creare una campagna pubblicitaria realistica e veritiera, che potesse contribuire a parlare in modo autentico di mestruazioni, argomento che ancora genera un profondo imbarazzo, nelle donne stesse. Proprio a causa di questa stigmatizzazione e scarsa informazione costruttiva si è anche restie a utilizzare prodotti igienici diversi da quelli tradizionali usa e getta. Si parla poco, per esempio, di coppette mestruali e di period panties (intimo assorbente).
Le coppette mestruali sono una soluzione ecologica e che permette di risparmiare molti soldi, rispetto all'acquisto di assorbenti e tamponi. Le mutandine mestruali, invece, sono comodamente lavabili in lavatrice e poi riutilizzabili, si possono usare da sole o come protezione extra. Oltre alla praticità, certamente c'è anche qui un vantaggio economico e un maggiore occhio all'ambiente.
Ogni donna deve sentirsi libera di scegliere come gestire il proprio ciclo mestruale e anche per questo ci si sta battendo per abolire la tampon tax, che di fatto considera gli indispensabili prodotti per l'igiene femminile un bene di lusso. Il problema, però, è a monte e non è solo economico: anzi è tale è proprio perché non c'è un'adeguata informazione e un'adeguata sensibilità sul tema. Le mestruazioni sono ancora un tabù e ne pagano le conseguenze le donne in primis, che hanno difficoltà a farsi ascoltare, a far valere i propri diritti. È un problema di stigma, ancora prima che economico. E invece le mestruazioni sono del tutto normali e naturali e la battaglia di AWWA (e non solo) è appunto che le donne possano gestire il proprio ciclo mestruale con dignità, senza alcuna vergogna.