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Period Girl, l’eroina che sfida i tabù: «Siate orgogliose delle vostre mestruazioni»

“Period Girl” è il nuovo libro di Giorgia Vezzoli. L’autrice affronta l’argomento delle mestruazioni con l’intento di sdoganare questo tabù e rendere questa parola meno “innominabile”. A Fanpage.it ha spiegato meglio chi è Robin, la protagonista e perché è importante far capire a tutti che non c’è nulla di cui vergognarsi nelle mestruazioni.
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A cura di Giusy Dente
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È scandaloso pronunciare in pubblico la parola "mestruazioni"? È inopportuno andare in bagno con un assorbente in mano se in giro ci sono uomini? Le donne sono stanche di doversi nascondere dietro nomignoli assurdi e ridicoli per riferirsi a qualcosa di assolutamente normale e che dunque non avrebbe bisogno di una nomenclatura di copertura. Per questo sia sui social che nelle pubblicità si sta optando sempre più spesso per una narrazione molto più veritiera e realistica della questione, per far capire alle donne che non c'è nulla di vergognoso nelle mestruazioni. Di recente anche Elettra Lamborghini ha fatto delle Instagram Stories a tema, mostrando con orgoglio una confezione di assorbenti. Per sdoganare questo argomento l'autrice Giorgia Vezzoli ha deciso di scriverci un libro, notando sul mercato la presenza di molte opere divulgative e pochissime di narrativa. Period Girl è indirizzato alle adolescenti così come alle giovani donne e perché no anche agli uomini, insomma come ha detto a Fanpage.it la stessa Giorgia: «A tutte le persone in gamba e desiderose di abbattere pregiudizi».

Period Girl, un libro che parla di mestruazioni e non solo

Edito da Settenove, Period Girl sarà in libreria dal 29 ottobre. Il nuovo romanzo di Giorgia Vezzoli è il primo in Italia in cui le mestruazioni da tabù innominabile diventano assolute protagoniste. Ma l'intenzione è anche quella di affrontare un altro tema molto caro all'autrice: a Fanpage.it ha svelato quale.

Il libro nasce da una tua esperienza personale o da un'osservazione generale dell'attuale concezione sociale del ciclo mestruale?

Personalmente considero le mestruazioni un periodo pieno di mistero e di magia, ma lo spunto della storia viene soprattutto dall’osservazione dell’attuale e ancora purtroppo forte stigma nei confronti delle mestruazioni.

Chi è Robin, la protagonista del libro? 

Robin è una ragazzina che all’inizio del libro ha 11 ma che cresce nel corso della storia. È riservata e sensibile, spesso si perde nel suo mondo. I suoi genitori sono separati e l’unica caratteristica fisica a cui accenno nella storia è il colore della sua pelle, risultato dell’incrocio fra la pelle nera di suo padre e quella bianca di sua madre. Il superpotere di Robin si verifica in corrispondenza di ogni sua mestruazione ed è quello di far nascere, a contatto con la terra, alberi, piante e altri elementi naturali. La manifestazione di questo superpotere, tuttavia, sarà lenta e graduale e avverrà solo con l’accettazione piena di Robin delle sue mestruazioni.

Dunque il legame con la terra lo usi come spunto per parlare anche di un altro tema?

Sì, il legame profondo che Robin ha fin da piccola con la terra è il primo segno rivelatore del suo futuro superpotere. Un superpotere con un’utilità decisamente attuale in un’epoca attraversata dal problema della deforestazione e dei cambiamenti climatici. È un modo per sensibilizzare su questo tema e per riflettere sul nostro profondo legame con la natura perché, come dice Robin: «Siamo tutti e tutte parte dello stesso ecosistema e vivere senza rispettare l’ambiente significa vivere senza rispettare noi stesse e noi stessi».

Quale messaggio vuoi lanciare col tuo libro?

Quello più importante penso sia questo: siate orgogliose delle vostre mestruazioni e come dice Period Girl: «Seguite il flusso!».

Le mestruazioni non devono essere un tabù

Le mestruazioni non sono adeguatamente prese in considerazione nell'ambito delle politiche di benessere e salute pubblica dei nostri Governi. Basti pensare che in Scozia esiste un vero e proprio problema di period poverty: le donne di diversa età, appartenenti a fasce sociali in difficoltà, sono impossibilitate ad acquistare gli assorbenti. Il libro di Giorgia Vezzoli, parlando a ragazze e ragazzi, vuole che l'immaginario collettivo cambi.

La narrazione edulcorata fatta per esempio nelle pubblicità ha contribuito a rendere le mestruazioni un tabù?

La pubblicità ha sempre avuto una grande influenza, ma in questo caso credo che il pregiudizio fosse già ben radicato prima di questa narrazione che recentemente sta cambiando per fortuna. Una cosa a cui tenevo molto era non usare la parola “ciclo” come sinonimo di “mestruazione”, come si sente spesso dire sui media. Questa differenza è molto ben esplicitata nella storia, che è un grande invito a non vergognarsi di chiamare le mestruazioni con il loro nome.

Cosa si può fare per rivoluzionare l'immaginario collettivo legato alle mestruazioni?

Intanto, parlarne apertamente. Non vergognarsi di nominare le mestruazioni come se fossero un argomento da tenere segreto. Fare informazione sul tema il più possibile e nelle forme più adatte per ciascuna fascia d’età. Inserire le mestruazioni sempre più spesso nelle storie come parte naturale della vita delle donne, senza occultarle. Ah, dimenticavo: offrire alle ragazzine e alle donne la possibilità di vivere senza problemi le loro mestruazioni, ad esempio accedendo a dei bagni adeguati perché, come dice Robin: «Un’eroina, per essere
davvero senza macchia, ha bisogno innanzitutto di un bagno pulito!». Credo che tutto questo sarebbe un ottimo punto di partenza.

La questione dell'Iva sugli assorbenti è in piedi da tempo ma non si è fatto ancora nulla. Che ne pensi?

Penso che se gli uomini avessero le mestruazioni molto probabilmente l’Iva sugli assorbenti non la staremmo pagando!

Le donne subiscono ancora stereotipi di genere

Giulia Vezzoli si è affidata a una casa editrice molto attenta al tema della discriminazione di genere, che lei stessa affronta da diverso tempo e durante l'intervista ha fatto alcune riflessioni anche su questo.

La parità di genere esiste o è solo un miraggio?

Secondo il Global Gender Gap Report ci vorranno ancora quasi 100 anni per colmare il divario di genere nel mondo. E l’Italia non sta messa benissimo: nella classica si trova solo al 76° posto su 153 Paesi.

Quali sono i pregiudizi di cui è vittima una donna oggi?

Purtroppo gli stereotipi di genere sono ancora radicati nella nostra cultura, nonostante i miglioramenti. Gli stereotipi sono diversi ma in generale penso sia ancora diffusa l’immagine della donna che deve essere bella (secondi i canoni convenzionali) e giovane in quanto ancora valutata in base più al suo aspetto fisico che alle proprie capacità. Una donna che è ancora troppo spesso relegata all’ambito domestico e alla cura. Una donna considerata poco portata per le materie STEM o per posizioni di comando e così via. Il lavoro di sensibilizzazione e di educazione sul tema è però cresciuto tantissimo negli ultimi anni e sta dando i suoi frutti. L’oggettivazione sessuale delle donne, ad esempio, così come l’assenza delle donne dal dibattito pubblico o nei luoghi di potere sono fenomeni sempre più stigmatizzati grazie anche alle crescenti proteste delle donne. Insomma le donne si stanno ribellando e con loro lentamente anche sempre più uomini.

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