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Il valore della diversità: stop corpi perfetti e ben depilati, noi donne libere di essere come siamo

Finalmente la moda e la cosmesi si aprono alla diversità. Stop alla bellezza standardizzata e ai corpi finti modificati con Photoshop, basta anche con le costrizioni sociali che impongono a una donna di dover apparire sempre perfetta, senza un pelo e con il trucco impeccabile. E’ tempo di valorizzare le differenze di ognuno di noi, sono proprio le diversità a renderci unici.
A cura di Chiara Sorice
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Il valore della diversità intesa come genere, cultura, religione ormai è universale e colpisce tutti i settori a partire dai brand di moda, si tratta di un tema così delicato che sensibilizza le persone a essere più solidali e meno critiche verso la diversità di qualsiasi tipo. Focus Management e Diversity, associazione no-profit che si interessa di tematiche legate alla diversità sostiene che l'80% degli italiani sceglie brand più sensibili alla diversity e che le marche "inclusive" piacciono di più, per questo le aziende di moda hanno iniziato a utilizzare strategie di marketing specifiche per esaltare le diverse caratteristiche delle donne che le rendono uniche.

I brand di moda esaltano la diversità

Il settore della moda tenta sempre più di rivolgersi alle persone normali sovvertendo i classici canoni di bellezza "esclusiva" fatti di corpi perfetti e irreali. E' già successo con l'arrivo delle modelle curvy che hanno sfidato lo stereotipo di bellezza tradizionale, modelle che negli ultimi anni sono state scelte da diversi brand per sfilare in passerella, vedi Michael Kors, o per posare in campagne pubblicitarie, come ha fatto il brand H&M che ha scelto donne normali con pancetta e cellulite per la collezione di costumi da bagno di quest'estate. Tra mini bikini, parei leopardati e sexy costumi interi le modelle si sono mostrate in tutta la loro bellezza con cellulite e smagliature e senza l'aiuto Photoshop. Lo stesso ha fatto Intimissimi, che per lanciare i nuovi modelli di reggiseni li ha fatti indossare per la prima volta da una modella "normale".

Inclusività nella moda: razze e religioni diverse in passerella

Non solo donne più formose ma anche di religione diversa: Alberta Ferretti per la collezione A/I 17-18 ha fatto sfilare la prima modella in hijab Halima Aden dimostrando come la moda possa abbattere le barriere culturali e mentali. Non ultimo ultimo Victoria's Secret, il noto brand di intimo che ha fatto sognare uomini e donne con i suoi Angeli dal corpo muscoloso e tonico, per la prima volta ha fatto sfilare due modelle "diverse", Duckie Thot e Winnie Harlow, la prima è la versione "di colore" della Barbie mentre la seconda è un'icona per chi ha la vitiligine. Anche il settore della cosmetica abbraccia il concept della diversità, Gucci, ad esempio, ha realizzato una linea di make-up tanto voluta dal direttore creativo Alessandro Michele e pensata per esaltare i difetti delle donne. Per la campagna pubblicitaria di Gucci Beauty il direttore creativo ha scelto una modella dal sorriso imperfetto. Dove, invece, ha lanciato nel 2004 “Real Beauty”, una campagna che promuoveva il concetto di donna al naturale, acqua e sapone mostrando una modella senza trucco con tutte le sue imperfezioni che con Photoshop diventa bellissima, "non siamo realmente come ci percepiamo", questo era il messaggio.

Stop make up e depilazione, le donne vogliono essere nature

Il concept di diversità ha coinvolto le donne di tutto il mondo che hanno partecipato a campagne che promuovono ogni forma di differenza. In Corea del Sud è nato "Escape the corset", un movimento di protesta delle donne coreane contro l'incessante ricerca della perfezione. Le donne made in Corea scendono in piazza “al naturale” senza trucco per manifestare contro gli stereotipi di bellezza. Lo slogan è "liberati dal corsetto" poiché paragona il trucco al corsetto che, in passato, imponeva alle donne un aspetto standardizzato, il movimento femminista è il primo ad esser nato in un Paese come la Corea in cui il trucco per le donne è praticamente obbligatorio. Altro grande tema che coinvolge la donna, il suo corpo e la libertà di poter essere naturale senza ricorre a trucco o altri trattamenti è quello della depilazione. La tendenza lanciata dal brand Adidas nel 2017 ha dato inizio ad una vera e propria rivoluzione, la moda del non depilarsi.

Per la campagna #superstar il marchio ha scelto la fotografa svedese Arvida Bystrom che mostra le gambe con i peli e nonostante le critiche continua a non ricorrere alla ceretta, così molte altre star che hanno fatto parte di questo movimento contro la depilazione come Madonna e Miley Cyrus che ha tinto i suoi peli delle ascelle. Nel 2014 il movimento #Freethenipples nato su Instagram contro la censura dei capezzoli ha fatto impazzire i social, su cui sono state condivise milioni di foto di donne a seno nudo, tra queste Cara Delevigne e Lena Dunham. Il mondo della moda deve essere al passo con i tempi e la diversità rispecchia la società in cui noi viviamo. L'essere al di fuori della "regola" non può più essere un tabù da eliminare ed emarginare, la diversità in ogni sua forma deve finalmente essere onorata.

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