La nostra ottava e ultima L8ttatrice che ci accompagna al giorno della festa della donna è una giovanissima politica. Dopo Nadia Murad, Danica Roem, Gulalai Ismail, Minerva Velezuela, Khalida Popal, le Feminist Five e Kriti Sharma, è il momento di Bogolo Kenewendo, ministra del Botswana. Il caso africano, per quanto riguarda parità di genere e rappresentanza femminile in politica è emblematico. In un continente così frammentato e patriarcale, sono sempre più donne a scendere in campo e a dedicarsi al proprio Paese.
La più giovane ministra della storia del Botswana
È il caso di Bogolo Kenewendo, 33 anni, che dal 2018 è ministra degli Investimenti, del commercio e dell’industria. Entrata in Parlamento già nel 2016, è la più giovane africana della storia a ricoprire un ruolo di potere. Laureata in economia all’università del Botswana, ha frequentato un dottorato nel Sussex, Regno Unito, specializzandosi in macroeconomia politica e management degli investimenti. Conclusi gli studi è tornata nel suo Paese, mettendo a frutto la sua specializzazione. Per i suoi sforzi sforzi, Bogolo ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui uno assegnato nel 2012 da Junior Chamber International Botswana, un'organizzazione no profit, che l’ha designata come una delle "Dieci giovani eccezionali" in Botswana. Nel 2016 ha ricevuto il Botswana Change Makers Award e il Formidable Woman Award per i suoi contributi alle imprese e alla leadership. Il suo approccio alla politica è chiaro: avvicinare sempre più il suo Paese all’era digitale. Il suo impegno è quello della totale digitalizzazione delle imprese del Botswana, in modo da attrarre investimenti. Il mondo di Bogolo è quello di una trentenne di oggi: aperto al mondo, dove i confini sono solo nella mente di alcuni. Così la sua politica del commercio è quella di allargare partnership internazionali e, soprattutto, di cooperare tra Stati. Ma nel suo lavoro non ha mai dimenticato la questione di genere.
Una politica economica che guarda alla questione di genere
Nel suo programma Molaya Kgosi Trust, aiuta le giovani donne ad avvicinarsi al mondo dell’impresa uscendo dalla dimensione meramente casalinga. In un recente Ted, il suo intervento era tutto incentrato proprio sulla questione:
Oggi più che mai, abbiamo donne che rappresentano i propri Paesi e le proprie aziende nelle leadership mondiali. Le leader di oggi, camminano però sulle spalle delle donne del passato. Ma dove sono queste donne nei libri di storia? Mai come in questo momento dobbiamo tenere in mente che le donne ci sono sempre state, hanno sempre fatto la differenza.
E Bogolo cerca di avvicinare le giovani donne al mondo dell’impresa, attraverso precisi percorsi di empowerment femminili. Il suo impegno e le sue capacità diplomatiche non sono passate inosservate: Bogolo infatti è stata membro della segreteria dell’Onu per lo sviluppo delle imprese digitali e
L’Africa, un continente che scopre le donne al potere
Bogolo fa parte di un numero sempre maggiore di donne africane che iniziano ad appropriarsi degli spazi pubblici e politici. In Ruanda le donne dominano il Parlamento. La piccola nazione dell’Africa orientale ha 49 parlamentari alla Camera dei deputati (su 80 seggi) e 10 al Senato (su 26 seggi). Secondo le Nazioni Unite, ciò fa del Ruanda lo Stato che al mondo ha la maggior rappresentanza femminile in Parlamento seguito da Bolivia, Cuba e Islanda. Secondo la speciale classifica dell’Onu, tra i primi venti Paesi ci sono anche Senegal, Sudafrica, Namibia, Mozambico, Etiopia e Angola, rispettivamente al 7, 9, 12, 13, 17 e 19 posto. L’Africa ben figura anche nella classifica che, oltre alla rappresentanza in Parlamento, tiene conto della presenza di donne nei governi. Anche in questo caso è il Ruanda ad avere la posizione migliore (7°) tra i Paesi africani con 9 donne che occupano 19 posizioni ministeriali. Il Ruanda è seguito da Sudafrica, Uganda, Zambia e Mauritania, rispettivamente al 9, 19, 23 e 27 posto. Non possiamo non sperare che dall'Africa continui a spirare quel vento di cambiamento di cui anche noi, in Europa, abbiamo bisogno. Abbiamo la necessità che sempre più donne abbiano un ruolo nella politica attiva e, in Italia, perché no, potremmo azzardare a sperare in un prossimo Presidente donna.