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Sanremo 2018

Abito gessato e maglie personalizzate: a Sanremo spopolano le t-shirt de Lo Stato Sociale

Lo Stato Sociale è la band bolognese che ieri ha debuttato al Festival di Sanremo, portando una ventata di freschezza sul palco dell’Ariston. I 5 cantanti si sono fatti notare soprattutto grazie alle loro magliette bianche con delle scritte ironiche come “Voglio bere con moderazione”, “Voglio arrivare penultimo”, “Voglio un gattino”: ecco perché le hanno indossate.
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A cura di Valeria Paglionico
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Ieri sera è andata in onda la prima serata della 68esima edizione del Festival di Sanremo e le star che hanno calcato il palcoscenico dell'Ariston con i loro look più eleganti e raffinati sono state moltissime, da Michelle Hunziker con la maxi scollatura, a Noemi in total black con il fiore bianco tra i capelli, fino ad arrivare a Claudio Baglioni in Ermanno Scervino. Tra i big in gara ce ne sono anche alcuni che partecipano per la prima volta all'ambita competizione canora come i The Kolors, il cui frontman Stash ha deciso di passare al ciuffo biondo, e Lo Stato Sociale, band bolognese che ha voluto sul palco anche Paddy Jones, la nonna ballerina che ha partecipato a Britain’s Got Talent.

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Chi ha firmato le magliette de Lo Stato Sociale a Sanremo?

Lo Stato Sociale è la band che ha portato una ventata di novità e originalità sul palcoscenico della 68esima edizione del Festival di Sanremo e solo quando si parla di musica ma anche in fatto di look. I 5 membri del gruppo bolognese hanno infatti scelto un outfit molto particolare per il debutto all'Ariston: hanno indossato tutti degli eleganti completi gessati firmati da Daniele Alessandrini, abbinati a delle Chuck Taylor della Converse, ma la cosa particolare è che hanno completato il tutto con degli occhiali da sole colorati, sfoggiati anche dall'orchestra, e delle magliette bianche con delle scritte originali. "Voglio bere con moderazione", "Voglio arrivare penultimo", "Voglio la luna", "Voglio un gattino", sono solo alcuni dei messaggi personalizzati e variopinti che decorano le t-shirt. Tutti quelli che si sono chiesti chi le avesse realizzate saranno lieti di sapere che provengono dal laboratorio bolognese chiamato "The Park", situato in via Santa Croce, che ha ideato l'originale capo d'abbigliamento ben 7 anni fa. I cantanti de Lo Stato Sociale ne indossano di simili fin dagli esordi, per il lancio del primo disco "Turisti della democrazia", ad esempio, ne avevano alcune scritte a mano con dei pennarelli colorati. Oggi le ripropongono anche per "Una vita in vacanza"  e, dopo la loro prima apparizione a Sanremo, sono già diventate apprezzatissime dal pubblico.

Perché i membri de Lo Stato Sociale hanno indossato quelle t-shirt?

Lo Stato Sociale è uno dei gruppi che hanno debuttato sul palcoscenico di Sanremo quest'anno e sono riusciti a distinguersi per originalità grazie alle loro t-shirt bianche decorate con delle scritte ironiche. A dispetto di quanto si potrebbe pensare, però, non si è trattata solo di una scelta di stile, i 5 membri della band le hanno indossate per un motivo ben preciso. Sono stati stesso loro a condividere un post su Instagram poco prima dell'inizio dello show per far capire a tutti quale sarebbe stato lo spirito con cui avrebbero affrontato l'ambita competizione canora. Nella didascalia dell'immagine caricata sui social, in cui due di loro appaiono sorridenti e spensierati mentre portano proprio le magliette di "The Park", hanno scritto:

Se penso a quello che sta per succedere, a me viene in mente soprattutto la Paura, quella grande, chè tra poche ore si entra nelle case del Paese Reale, quello che dicono sempre che nessuno lo conosce, quello che io me lo immagino come una catena indistinta di finestre illuminate, dietro le finestre i divani, sopra i divani il corpo del Paese Reale. Che fa paura perchè non lo conosci e non ti conosce. Tutta quella massa di impiegati, social media manager, casalinghe, famiglie, operai, bottegai, calzolai, baristi di bar sulla statale. Parecchi milioni di occhi che fanno paura. Poi guardo loro, i regaz, che girano per i buffet, il product placement, le interviste con quell'aria da gita scolastica, con la leggerezza di chi ha appena fatto scoppiare un minicicciolo di nascosto dalla prof e mi torna in mente che secondo me non c'è niente di più bello di quando hai diciassette anni ed è la notte prima di partire per la gita.

Tra meno di tre ore comincia San Remo. I regaz sono sparsi per l'albergo a esorcizzare la paura ognuno a modo proprio. A scrivere è Nicola, un amico qui per dare una mano. Se penso a quello che sta per succedere, a me viene in mente soprattutto la Paura, quella grande, chè tra poche ore si entra nelle case del Paese Reale, quello che dicono sempre che nessuno lo conosce, quello che io me lo immagino come una catena indistinta di finestre illuminate, dietro le finestre i divani, sopra i divani il corpo del Paese Reale. Che fa paura perchè non lo conosci e non ti conosce. Tutta quella massa di impiegati, social media manager, casalinghe, famiglie, operai, bottegai, calzolai, baristi di bar sulla statale. Parecchi milioni di occhi che fanno paura. Poi guardo loro, i regaz, che girano per i buffet, il product placement, le interviste con quell'aria da gita scolastica, con la leggerezza di chi ha appena fatto scoppiare un minicicciolo di nascosto dalla prof e mi torna in mente che secondo me non c'è niente di più bello di quando hai diciassette anni ed è la notte prima di partire per la gita. E penso anche che in quell'età della vita non sei ancora il Paese Reale, sei uno sbarbo felice, un corpo giovane che ancora non ha su di sè tutte le ferite del mondo di merda in cui viviamo. Forse è per questo che non avranno paura quando le loro facce incontreranno quei milioni di occhi: perchè sono in gita, come quando avevano diciassette anni ed erano già a far delle balotte, in radio o in manifestazione. Il mio augurio ai regaz, al Paese Reale, a tutti noi è: dimenticare che è tutto una gara a chi produce di più e stare sempre come quella notte lì, prima di partire per la gita. Per chi se l'è dimenticato, per chi non l'ha mai fatta, per chi se la ricorda benissimo. Forza regaz, forza Paese Reale. C'è ancora molta speranza. #sanremosociale #unavitainvacanza #lostatosociale #9febbraio #primati #garrinchadischi #attornoalle22

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Nel post si continua poi a leggere che i 5 ragazzi de Lo Stato Sociale avrebbero affrontato Sanremo con la stessa serenità con cui a 17 anni andavano in gita scolastica o a qualche manifestazione. In quei minuti passati sul palco dell'Ariston avrebbero dimenticato la gara e avrebbero provato le stesse sensazioni di speranza che si sentono nel giorno precedente alla gita. Insomma, le magliette non sarebbero altro che un simbolo del loro spirito spensierato, che riesce a farli andare oltre la competizione e a fargli godere l'esperienza sanremese come se fosse una vera e propria festa.

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