Punto G: dove si trova e come deve essere stimolato
Il punto G è quella zona "segreta" all'interno della vagina che, se stimolata nel modo corretto, è capace di donare una sensazione di piacere intenso e duraturo ai limiti della beatitudine. Nonostante siano molte le donne che testimoniano di aver raggiunto un orgasmo proprio grazie a questo punto, ci si chiede ancora se la sua esistenza sia una realtà oppure solo una leggenda.
Com'è stato scoperto il punto G?
I primi a parlare di questa zona erogena definita nell'antichità "punto del sole" sono stati gli orientali nei loro testi filosofici e religiosi. In occidente, il primo a parlarne è stato invece un medico olandese, Reigner de Graaf, nel ‘600. E' stato proprio lui ad averlo definito "un'area in prossimità della vagina di particolare sensibilità erogena". Il punto G è stato poi individuato anatomicamente dal dottor Grafenbergh, a cui si deve il suo nome, e da allora in moltissimi hanno tentato di spiegare le tecniche giuste per far raggiungere sempre il culmine del piacere ad una donna. Sono stati, invece, dei medici francesi a individuarlo. C’è chi dice che contano le dimensioni della vagina, chi ritiene che si può arrivare all’orgasmo femminile solo con il sesso orale e chi ancora crede che si tratti di una questione “manuale”. Certo è che il sesso femminile può provare 4 diversi orgasmi e solo uno di questi coinvolge la stimolazione del clitoride.
Scopriamo che cos'è il tanto discusso punto G, dove si trova e in che modo deve essere stimolato.
Che cos'è il punto G?
Il punto G è una piccola protuberanza spugnosa che si trova sulla parete anteriore della vagina, dietro l'osso pubico, ad una profondità di circa 6-8 centimetri rispetto all'ingresso del canale vaginale. Nello stesso punto vi è quella che viene definita una primordiale ghiandola prostatica femminile.
Se la stimolazione viene effettuata nel modo giusto, l'utero comincia a contrarsi fino a produrre un orgasmo molto particolare che a volte si accompagna alla produzione di un liquido chiaro, simile a quello maschile. Spesso il punto G viene stimolato anche dalla discesa del feto durante il parto, tanto che alcune donne in pieno travaglio riescono a raggiungere l'orgasmo.
Come trovare il punto G?
Il punto G può essere scoperto solo nel momento in cui una donna è sessualmente eccitata. Per arrivarci, bisogna cominciare con una stimolazione manuale lenta e delicata, cercando di non dimenticare che il sesso femminile ha bisogno di sentirsi a proprio agio per raggiungere l’orgasmo. Per riconoscerlo è molto semplice. E' un punto leggermente più ruvido al tatto rispetto alle pareti circostanti, è infatti un tessuto che si gonfia in caso di eccitazione, proprio come succede al pene. E' inoltre una zona ricca di terminazioni nervose e quindi molto sensibile. Per capire se lo si è individuato basta guardare la reazione della partner. La stimolazione del punto G è infatti capace di portare una donna all’eiaculazione, cioè al cosiddetto “squirting”. Attenzione, però, non tutte hanno la stessa sensibilità e per alcune è necessario un po’ di impegno extra per ottenere il risultato desiderato. In alcuni casi, per rendere il piacere ancora più intenso si potrà usare l’altra mano per il massaggio della zona esterna del pube oppure del clitoride. In Francia, addirittura, c'è stato un boom di interventi per gonfiare il punto G in modo da raggiungere più velocemente il piacere.
Come stimolare il punto G
Il modo migliore per stimolare il punto G è ovviamente la masturbazione, tanto che esistono diversi sex toys pensati appositamente per far raggiungere l'orgasmo. La stimolazione del punto G deve durare molto perché le reazioni possono essere completamente differenti. Alcune donne, ad esempio, amano di più l’atto sessuale vero e proprio e raggiungono l’orgasmo solo con la penetrazione. Le posizioni migliori per stimolare il punto G sono la pecorina e quella con la donna sopra il partner. Se invece si opta per il più classico missionario, si devono sostenere i fianchi della donna con dei cuscini, così che il pene riesca a sfregare la parte anteriore della vagina naturalmente. Importante è anche imparare ad utilizzare i muscoli del pavimento pelvico, la cui contrazione riesce a far provare sensazioni uniche. In questi casi il punto G sarà ripetutamente stimolato conducendo la donna all'orgasmo.
Orgasmo e punto G: come stimolarli con l'alimentazione
Il punto G diventa più sensibile con l'avanzare dell'età
Sono molte le donne che dicono di raggiungere degli orgasmi migliori dopo i 30 anni. Il motivo? Da giovani i livelli di estrogeni sono elevatissimi e di conseguenza il rivestimento vaginale è troppo spesso per poter stimolare nel modo giusto il punto G. E’ proprio per questo che quando non si è raggiunta ancora la maturità gli orgasmi più intensi sono quelli clitoridei. Quando gli estrogeni comincia a diminuire dopo i 30 anni, il rivestimento vaginale diventa più sottile e il punto G più accessibile. Non è un caso dunque che le donne mature siano sessualmente più esperte e soprattutto pienamente consapevoli delle loro zone erogene.