Giornata mondiale dell’ambiente: 5 modi semplici per ridurre la plastica in casa
Sulle mensole del bagno, nel beauty case, perfino nel frigorifero: la plastica è ovunque nelle nostre case. Sappiamo che, se non viene smaltita correttamente, ha conseguenze devastanti sugli ecosistemi: la plastica non si decompone, ma si disintegra in minuscoli pezzettini – le microplastiche – che si disperdono nel suolo, nelle falde acquifere o nel mare, con il rischio di essere "mangiate" dai pesci e finire così nella catena alimentare. Oggi, 5 giugno, è la Giornata Mondiale per l'Ambiente: quale occasione migliore per cominciare a guardarci intorno e capire se possiamo fare a meno della plastica? Secondo i dati di Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi di plastica, l'Italia è particolarmente virtuosa nel recupero degli imballaggi: nel 2020 gli italiani hanno riciclato il 95% degli imballaggi immessi sul mercato. Ma attenzione: parliamo solo di confezioni, non di tutta la plastica che usiamo. Al momento gli impianti sono in grado di recuperare solo gli imballaggi, dalle vaschette alimentari ai flaconi per il detersivo, ma non il resto. Penne, giocattoli, sottovasi, cannucce e posate non si possono riciclare e devono essere smaltiti con l'indifferenziato. La soluzione allora è provare a chiudere i rubinetti, cioé trovare delle alternative. Ecco cinque cose facili da eliminare subito.
1 Le bottiglie d'acqua in plastica
In casa e fuori casa esistono molte alternative alle bottiglie di plastica per l'acqua. In molti comuni d'Italia l'acqua che esce dal rubinetto è perfettamente potabile ed esistono caraffe filtranti in grado di migliorare il sapone e di eliminare tutte le impurità. Non ovunque, però: alcune città hanno messo a disposizione autobotti o distributori di acqua potabile e depurata, in cui riempire le taniche. L'ideale è controllare con il proprio Comune se c'è anche un servizio di consegna a domicilio. Fuori casa la tentazione di comprare mezzo litro di acqua al bar può essere irresistibile, specialmente durante una gita fuori porta o una passeggiata in una giornata calda. La soluzione più semplice è uscire sempre con una borraccia in borsa. In quasi tutti i luoghi di lavoro, stazioni o aeroporti ci sono dei punti in cui ricaricarle.
2 I flaconi di detersivo
I flaconi di detersivo sono pesanti, difficili da trasportare e ingombranti: per la pulizia della casa esistono delle alternative "leggere" e sostenibili. Una soluzione è il sistema delle ricariche: molti negozi permettono di ricaricare il proprio flacone con detergenti "sfusi" o alla spina. Con questo sistema è facile risparmiare sul sapone per piatti e sul detersivo da bucato, perché si paga solo il prodotto e non la confezione. Chi non vuole rinunciare alla spesa al supermercato può provare le eco-ricariche: non eliminano la plastica ma la riducono, perché ogni ricarica permette di riempire lo stesso flacone (di ammorbidente, sapone o detersivo) due o tre volte. Un'altra soluzione sono i detergenti concentrati: pastiglie o capsule che si sciolgono in acqua, come quelle lanciate da Ace. Online si trovano moltissime alternative, da Kleany a Everdrop. In questo modo, quando lo sgrassatore finisce non c'è bisogno di buttarlo: si riempie di nuovo con l'acqua, si scioglie la pastiglia dentro e il gioco è fatto.
3 I flaconi di shampoo e sapone
Sistemato l'armadio delle pulizie, è ora di occuparci della mensola dei cosmetici. Shampoo, bagnoschiuma, crema per il viso, sapone per le mani: ognuna di queste cose entra nelle nostre case con una confezione di plastica. L'alternativa è scegliere un prodotto solido, preferibilmente "nudo", senza packaging o con una confezione di cartone riciclabile. Un buon inizio è tornare alla cara vecchia saponetta per le mani. Poi si può proseguire con il bagnoschiuma solido e con lo shampoo solido: durano di più dell'equivalente liquido e, non avendo acqua all'interno, non contengono conservanti chimici. Garnier, ad esempio, ha lanciato la versione solida dei suoi classici shampoo, ma ne esistono di moltissimi marchi. Non finisce qui: anche il balsamo per capelli esiste in versione solida, così come il dentifricio, in comode pasticche perfette per viaggiare o per le pause pranzo fuori casa.
4 Gli assorbenti monouso
L'impatto ambientale delle mestruazioni esiste, ma è un tema particolarmente delicato: riguarda una sfera intima e ogni donna deve dare la priorità al comfort e alla sicurezza. Resta il fatto che gli assorbenti costano (e la tampon tax non aiuta) e inquinano. Esistono delle alternative da valutare che sul lungo periodo possono avere molti benefici, non solo per l'ambiente. La coppetta mestruale in silicone per esempio permette di tagliare i costi degli assorbenti ed è perfettamente sicura ed igienica. Chi la trova scomoda può valutare le period panties, cioé le mutandine assorbenti che poi si lavano in lavatrice: regalano una sensazione di libertà e garantiscono almeno 8 ore senza perdite. Un primo passo può essere scegliere gli assorbenti biodegradabili e compostabili (facendo attenzione a leggere bene le etichette) che hanno un impatto ridotto sull'ambiente.
5 Gli imballaggi di frutta e verdura
La spesa al supermercato è una comodità irrinunciabile, ma avrete notato che le confezioni del cibo fresco – dagli affettati alle zucchine – è sempre in plastica. Gli imballaggi servono a preservare il cibo dagli urti e ad allungare la cosiddetta "shelf life", la vita del cibo sullo scaffale. Nella maggior parte dei casi però la frutta e la verdura non ha bisogno di una protezione "extra" rispetto alla propria buccia. Le carote o le banane già nella vaschetta in plastica sono un modo per "facilitare" la vita al consumatore, che la prende e la mette nel carrello. Fermarsi a selezionare la frutta e la verdura sfusa può sembrare una perdita di tempo, ma è quella migliore per l'ambiente. Lo stesso si può fare con pane, dolci e affettati, prendendoli al banco anziché nelle vaschette già pronte.