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Tampon tax dal 22 al 10%, la tassa scende ma non scompare: le mestruazioni sono ancora un lusso?

Il Governo Draghi ha inserito nel Documento programmatico di bilancio la riduzione dell’Iva sugli assorbenti: dal 22% al 10%. È ora di affrontare la questione in modo serio, per abbattere il tabù delle mestruazioni e restituire dignità al corpo delle donne.
A cura di Giusy Dente
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Forse ci siamo, questa potrebbe essere la volta buona. Sembrava che la discussione sulla tampon tax fosse destinata ad arenarsi di nuovo, come già successo in passato. In questi anni più volte era stata sollevata la questione e si era cercato di sensibilizzare la politica a trovare una soluzione a un problema che, nel frattempo, vedeva gli altri Paesi europei ben più pronti ad agire, rispetto all'Italia. E invece qualcosa potrebbe presto cambiare, per quanto riguarda l'Iva applicata ai prodotti per l'igiene femminile.

Tampon tax: la situazione in Italia e in Europa

Al momento in Italia su assorbenti e tamponi viene applicata un'Iva (imposta sul valore aggiunto) del 22%. Per questo da tempo si chiedeva al Governo di abbassare il costo di questi prodotti, di cui le donne non possono oggettivamente fare a meno. Misure simili in Europa sono già state approvate da tempo. La Scozia nel 2018 è stato il primo Paese a rendere gli assorbenti gratuiti e dunque accessibili davvero a tutta la popolazione, combattendo in modo drastico il fenomeno della period poverty (povertà mestruale): le donne povere che non possono affrontare questa spesa rinunciano all'acquisto, andando incontro a seri problemi di salute.

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Anche Francia e Germania hanno tampon tax notevolmente più basse: rispettivamente 5,5% e 7%. In attesa che la politica facesse qualcosa di concreto su scala nazionale, con una legge apposita, in Italia molto è stato fatto attraverso virtuose iniziative. Alcune farmacie comunali (quelle di Firenze per esempio) per andare incontro alle donne hanno autonomamente abolito la tassa sugli assorbenti. E diverse scuole hanno introdotto nei loro bagni le cosiddette tampon box: scatole da cui prelevare gratuitamente i prodotti. La Statale di Milano li ha distribuiti al prezzo calmierato di 20 centesimi, prima università in Italia a farlo.

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Cosa sta per cambiare in Italia

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un documento contenente alcune possibili misure da inserire nella manovra di bilancio per il 2022. A proposito di tampon tax, è stato proposto un taglio significativo dell'Iva: dal 22% al 10%. Questa misura deve essere prima valutata dalla Commissione Europea e poi verrà discussa in Parlamento. Tutto è nelle mani dell'esecutivo guidato da Mario Draghi.

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Siamo davanti a una conquista?

Sicuramente la notizia merita di essere accolta con entusiasmo, perché significa che tutto ciò che è stato fatto in questi anni è servito e che piano piano si sta frantumando un tabù.  C'è stato un lungo percorso di attivismo che ha portato al risultato odierno, un percorso cominciato nel 2016, quando per la prima volta fu fatta la proposta di abbassare l'Iva sugli assorbenti, da Giuseppe Civati. Cinque anni e tante iniziative dopo quel ‘nulla di fatto' (tra cui anche una raccolta fondi) forse si è giunti alla svolta che potrebbe finalmente portare l'imposta al 10%.

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Si tratta comunque di una percentuale più alta rispetto a quella degli altri Paesi europei e rispetto a quella applicata a assorbenti compostabili e biodegradabili. Su queste tipologie, infatti, due anni fa il governo ha ridotto l'Iva portandola addirittura al 5%: ma si tratta di prodotti difficili da trovare sul mercato, dal costo di partenza notevolmente più alto e utilizzati da una minima parte della popolazione. Il segnale di cambiamento è comunque forte e lascia intendere che si è sulla strada buona. Perché far entrare le mestruazioni nella legge di bilancio significa non solo fare qualcosa in termini di diritti, ma significa fare qualcosa anche a livello sociale e generazionale, normalizzando qualcosa che per molto tempo è rimasto confinato nelle case, visto come vergognoso e disgustoso, di cui parlare a bassa voce senza farsi sentire dai maschi. Essere donna, invece, non ha nulla di imbarazzante e non deve più essere considerato un lusso.

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