Sai quanti assorbenti usiamo nella nostra vita, quanto ci costano e quanto inquinano?
Finalmente qualcuno se ne è accorto anche in Italia: le mestruazioni non sono una scelta e pagare una confezione di assorbenti come se fosse un extra, qualcosa di cui si potrebbe fare a meno, non è tollerabile. Firenze è il primo capoluogo di regione ad abolire la tampon tax, la tassa sugli assorbenti: nel nostro Paese li acquistiamo col 22% di Iva, superiore persino a quella del tartufo. È una spesa che va necessariamente affrontata per un'intera vita a cui alcune donne (o famiglie) non riescono a far fronte, perché in condizioni economiche disagiate. Ma a quanto ammonta la spesa in prodotti igienici in un anno? Che impatto hanno sull'ambiente? Quanti assorbenti consuma mediamente una donna nella sua vita? Vediamo quanto costa essere donne in un Paese che considera le mestruazioni un lusso.
Assorbenti: non se ne può fare a meno
Mediamente una donna ha le prime mestruazioni in un'età compresa tra i 10 e i 15 anni. La menopausa invece si verifica tra i 45 ed 55, salvo casi di menopausa precoce. Approssimativamente le mestruazioni sono una certezza della vita di una donna (senza considerare i periodi di gravidanza) per ben 40 anni. Ipotizzando una durata media di cinque giorni al mese, questo vuol dire avere le mestruazioni per circa 2.400 giorni della propria vita. Una donna consuma più o meno 6 assorbenti al giorno, per un totale di 30 al mese e quindi 360 all'anno. Moltiplicati per gli approssimativi quattro decenni che trascorrono tra la prima mestruazione e la menopausa, diventano 14.400 assorbenti. Economicamente la spesa varia molto da donna a donna: vanno considerate l'oscillazione dei prezzi dei vari brand in commercio, la durata, l'intensità del flusso. Può tranquillamente arrivare a 70 euro all'anno, 2.800 euro in tutto. E questo esclusi farmaci, integratori, salviettine intime, tisane e antidolorifici di contorno! Poi se pensiamo che in una famiglia ci possono essere anche due o più donne, si capisce quanto l'impatto della spesa possa diventare difficile da gestire nel nucleo.
La differenza tra assorbenti e coppetta mestruale
A differenza degli assorbenti tradizionali, che vanno acquistati di mese in mese e cambiati spesso nell'arco della giornata, le coppette mestruali sono una soluzione diversa. Possono essere usate in sicurezza per 5-10 anni (quindi ne servono poche durante tutta la vita) e il prezzo del singolo prodotto si aggira attorno ai 20 euro. Il vantaggio, però, riguarda anche l'ambiente: sono meno dannose delle soluzioni mestruali usa e getta. Moltiplicare gli oltre 14 mila assorbenti del singolo soggetto per tutte le donne del pianeta significa produrre tonnellate inimmaginabili di rifiuti. Tra l'altro assorbenti e tamponi impiegano secoli per decomporsi: sono prodotti inquinanti costituiti da cotone, plastica, colla. Impiegano un minore tempo i prodotti in cotone organico, che però costano di più: quelli biodegradabili circa sei mesi, quelli compostabili tre. Altre soluzioni che consentono di impattare di meno sull'ambiente sono gli slip lavabili e gli assorbenti di stoffa. Anche questi hanno un costo iniziale maggiore rispetto a una confezione di assorbenti tradizionali, ma possono durare fino a tre anni.
Il limite della tampon tax
Quello che si è realizzato nel capoluogo toscano è un passo avanti importante, dopo anni di battaglie cadute nel vuoto. Fino a questo momento si era riusciti ad ottenere solo l'abbassamento dell'Iva su assorbenti biodegradabili e compostabili. Però la tampon tax è una questione che meriterebbe un'attenzione molto più che locale. "Non è solo un diritto delle donne, ma un principio di equità sociale" ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella a Fanpage.it. E infatti finché ci sarà la tampon tax, non si potrà sconfiggere la period poverty (povertà mestruale). Qualunque sia la scelta (più o meno sostenibile) che una donna decide di compiere in merito alla gestione delle proprie mestruazioni, dovrebbe esserci di base la garanzia di potervi far fronte serenamente. Al momento però è tutto fermo a livello nazionale e nel frattempo si continuano a pagare tamponi e assorbenti come se non fossero beni di prima necessità.