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Per le Festa della Donna non voglio mimose, voglio rispetto

E’ arrivata la Festa della Donna ma, piuttosto che le tradizionali mimose, ci piacerebbe ricevere più rispetto. Vorremmo andare a un colloquio di lavoro senza sentirci chiedere se abbiamo un partner, vorremmo tornare a casa in piena notte senza avere paura, vorremmo essere lasciate da un uomo faccia a faccia e non con un messaggio: ecco quali sono i regali che realmente desideriamo per l’8 marzo.
A cura di Valeria Paglionico
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La Festa della Donna è arrivata e come succede ogni anno saranno moltissimi quelli che renderanno omaggio al sesso femminile con delle dediche speciali o con una mimosa. Anche se è impossibile non apprezzare la dolcezza di gesti simili, la cosa che noi donne vorremmo davvero è dire addio per sempre a ogni tipo di discriminazione, sessismo o mancanza di rispetto, tutte cose che vengono messe in pratica quotidianamente dalla controparte maschile proprio come se fossero normali. Ognuna di noi ogni giorno si ritrova di fronte ad atteggiamenti, convenzioni e abitudini che favoriscono gli uomini e che sono diventati ormai così radicati nella società da essere legittimati al 100%.

Ci sentiamo spesso oppresse, umiliate e frustrate da questa situazione ed è per questo che non desideriamo quelle mimose che dopo qualche giorno appassiscono, finendo nell'immondizia insieme a tutte le belle parole usate per celebrare la tradizionale ricorrenza, ma qualcosa che, per quanto utopica, possa cambiarci realmente la vita. I "regali" che desideriamo davvero per l'8 marzo non sono affatto materiali: vorremmo andare a un colloquio di lavoro senza sentirci chiedere se abbiamo un partner, vorremmo accettare un determinato impiego professionale senza dover rinunciare al sogno di una famiglia, vorremmo pensare a una gravidanza senza aver paura che il contratto possa non essere rinnovato. Bisogna ammettere che negli ultimi anni la situazione è migliorata, secondo i dati Istat del 2017 sull'occupazione femminile, in Italia il 49,2% delle donne riescono a conciliare impegni professionali e familiari, ma questa cifra è ancora lontanissima dalla media europea.

Vorremmo inoltre tornare a casa da sole senza aver paura che possa succederci qualcosa, magari sotto gli occhi di tutti nell'ascensore della circumvesuviana come è successo a San Giorgio a Cremano a una 24enne, vorremmo vestirci come meglio ci pare senza sentirci dire "Te la sei cercata" in caso di abuso o molestia, vorremmo essere trattate come delle persone e non come dei semplici oggetti sessuali. Quando si parla di questioni sentimentali, poi, le differenze tra uomo e donna diventano ancora più inquietanti e la cosa non fa altro che perpetuare una forma di sessismo che si tramanda da generazioni. Come a tutti, anche a me è capitato di tradire o di "indurre" qualcuno al tradimento e le conseguenze sono state drammatiche. Ho dovuto accettare di essere esclusa, di essere additata come la poco di buono della situazione, di essere definita una "rovina famiglie", mentre quando ho visto uomini tradire allo stesso modo è stata sempre trovata una giustificazione come "Lui ha la passione per le donne", "Lui è un playboy", "Lui è fatto così". Non è forse arrivato il momento di smetterla con questi luoghi comuni, dando uguale dignità a uomini e donne anche di fronte a comportamenti discutibili?

In un'epoca come questa, nella quale viene richiesta la perfezione a tutti i costi, a noi donne non è concesso nessun passo falso, nessuna distrazione, dobbiamo essere sempre impeccabili, così da compiacere l'uomo di turno che al primo errore è pronto a scappare da un'altra. Certo, la situazione è estremamente migliorata negli ultimi anni, si sono fatti dei passi da giganti in fatto di emancipazione ma alcuni fenomeni di sessismo sono duri a morire e non fanno altro che esaltare delle differenze che in realtà non esistono. Non sappiamo guidare, siamo fragili e alla ricerca di protezione, senza un uomo al nostro fianco ci sentiamo incomplete: quand'è che potremmo dire finalmente addio a queste etichette fastidiose, antiquate e irrealistiche?

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Dopo aver conseguito la laurea in Lingue e letterature straniere all'Università Orientale di Napoli, ho continuato gli studi al Dams di Roma Tre, avvicinandomi all'attività giornalistica grazie alla passione per il cinema e per lo spettacolo. Dopo aver collaborato con gli uffici stampa di festival cinematografici nazionali, sono diventata pubblicista nel 2015. 
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