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And Just Like That, il sequel di Sex and the City

Non solo maschi e femmine: a Sex and the City arriva un personaggio di identità non binaria

New entry nel cast dell’attesissimo revival di Sex and the City: si tratta di Sara Ramirez, che interpreterà un personaggio di genere non binario. La serie tv diventa così inclusiva aprendosi alle identità che vanno oltre il maschio-femmina. L’attrice stessa mesi fa si è definita genderqueer (dunque estranea a qualunque etichetta).
A cura di Giusy Dente
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Sara Ramirez
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Amicizia, amore, problemi dell'età adulta, vita in tempo di pandemia: saranno questi i temi affrontati nell'attesissimo revival di Sex and the City ambientato a New York e intitolato And Just Like That: 10 episodi della durata di mezz’ora. Le riprese si svolgeranno durante l’estate e le aspettative sono altissime, vista la nutrita schiera di fans in tutto il mondo che la serie cult (basata sull'omonimo romanzo di Candace Bushnell) ha raccolto negli anni. Gli episodi originali sono andati in onda su HBO dal 1998 al 2004 e proprio HBO Max trasmetterà anche il revival. In tantissimi non aspettavano altro che ritrovare le loro beniamine alle prese con le più disparate avventure sentimentali, sessuali e lavorative: la differenza è che nel stavolta le vivono da cinquantenni, non da trentenni. Unico neo di questo quadro idilliaco che si sta finalmente concretizzando: l'assenza di Samantha Jones. Kim Cattrall infatti ha deciso di non prendere parte al progetto. Al suo posto ci sarà una new entry, che renderà la serie decisamente più inclusiva. Si tratta dell'attrice Sara Ramirez, già vista nei panni della dottoressa Cully Torres in Grey’s Anatomy.

A Sex and the City arriva un nuovo personaggio

Gli autori del revival hanno annunciato di aver inserito sei nuovi personaggi all'insegna di una rappresentazione inclusiva: tre di questi sono donne non bianche e uno è un personaggio queer e non binario. A interpretarlo Sara Ramirez. L'attrice dopo aver dichiarato di essere bisessuale ha poi fatto coming out come persona genderqueer (estranea alle etichette). Reciterà accanto a Sarah Jessica Parker (Carrie), Cynthia Nixon (Miranda) e Kristin Davis (Charlotte). Vestirà i panni di Che Diez, una stand-up comedian nonché autrice di podcast (in cui Carrie Bradshaw è spesso ospite): una donna progressista, di grande cuore e con grande senso dell'umorismo. Sicuramente questo ingresso contribuirà ad ampliare l'orizzonte dell'identità di genere, attualizzandolo e allineandolo alle discussioni dei giorni nostri e i temi caldi dell'attualità. L'orientamento sessuale e il genere sono due fattori che ancora generano molta discriminazione e per questo vissuti spesso con imbarazzo e vergogna. Sex and The City, però, sin dalla sua comparsa fino ai film che ha ispirato dopo, è sempre stato un prodotto che tanto ha avuto da dire sui rapporti umani, in particolare le amicizie femminili e la sessualità femminile. Uno spaccato sul non mondo non binario era ciò che mancava, per dare rilevanza a qualcosa che nella cultura popolare e nei media trova ancora scarsa rappresentazione.

sara Ramirez
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Cosa significa essere queer e non binari

Al di fuori del binarismo di genere, dunque coloro che si identificano come maschi o come femmine, vi sono identità di genere non binarie. Sono sfumature con cui stiamo cominciando a familiarizzare solo di recente e su cui il dibattito all'interno della comunità LGBTQ+ (ma anche fuori) è aperto. Chi non si identifica né come uomo né come donna si può definire agender, chi sente di appartenere a entrambi i generi è bigender mentre chi sente di percepisce la propria identità come non fissa, bensì mutevole nel tempo, si definisce gender fluid. Si usa invece la parola gender queer a proposito di coloro che rifiutano qualunque categoria, preferendo semplicemente essere e vivere, senza alcuna etichetta. L'ultima a liberarsi delle etichette in cui per troppo tempo si era sentita in gabbia, anche a causa delle pressioni sociali, è stata Demi Lovato: ha anche esplicitamente chiesto di riferirsi alla sua persona col pronome they/loro così da non generare un'identificazione come uomo o donna. L'alternativa in questo e in tutti gli altri casi in cui si ha dinanzi una persona non binaria è utilizzare l'asterisco al posto della vocale finale (un* ragazz* simpatic*) oppure lo schwa (ə), una vocale neutra adoperata proprio per rendere il linguaggio inclusivo e soprattutto per mostrare rispetto verso chi ascolta, così che si senta realmente parte integrante della conversazione.

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