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Cosa significa essere non binary come Demi Lovato e perché si usa il pronome “they”

Il coming out di Demi Lovato ha riacceso i riflettori sulle persone “non binarie”, cioé che non si riconoscono né come uomini né come donne. L’artista inoltre ha annunciato la volontà di cambiare ufficialmente i suoi pronomi in “they/them”. Ecco una piccola guida per capire cosa significa e come rivolgersi a una persona non binary.
A cura di Beatrice Manca
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Demi Lovato, ex star di Disney Channel e artista di fama internazionale, ha fatto coming out sui social network annunciando al mondo di essere non binary. In un video pubblicato su Instagram ha detto: "Con orgoglio vi faccio sapere sapere che da oggi mi identifico come non binary e cambierò ufficialmente i miei pronomi con loro". L'annuncio ha lasciato spiazzati molti fan: che cosa significa essere non binari? E perché vuole cambiare i suoi pronomi they/them?

Cos'è l'identità non binaria di cui parla Demi Lovato

La definizione "non binary" si riferisce alla sfera dell'identità di genere, cioé riguarda la percezione che abbiamo di noi stessi. Non bisogna confondere l'identità di genere con il sesso biologico con cui nasciamo o con l'orientamento sessuale (qui una guida per orientarsi). L'identità di genere si sviluppa già da piccoli, non ha nulla a che vedere con l'anatomia, piuttosto riguarda come ci sentiamo. Siamo abituati a pensare i generi come due: maschile e femminile, e a dividere il mondo con queste due etichette. Questo sistema, limitato e non aderente alla realtà, prende il nome di "binarismo di genere". Per fare qualche esempio: il rosa alle femmine e il blu ai maschietti, il rossetto alle ragazze e la barba ai ragazzi, la cucina alle donne e il calcio agli uomini. Ma ci sono persone che non riconoscono in questa divisione netta e non si sentono né uomini né donne: in questo caso si parla di "identità non binarie" o, in inglese, "non binary".

Che differenza c'é tra non binary e gender-fluid

Chi non si identifica né come uomo né donna si può definire "a-gender", chi invece pensa la propria identità come "mobile" in uno spettro, e quindi in grado di cambiare nel tempo, si definisce "gender-fluid". Un altro termine per indicare chi non si riconosce nella distinzione tradizionale tra uomo e donna è "gender-queer", cioé estraneo alle etichette. Questi termini sono relativamente recenti e oggetto di dibattito all'interno della comunità LGBTQ+: come tutte le parole, possono assumere sfumature di significato diverse in relazione all'uso, al contesto, al tempo.

Perché usare il pronome "loro"

Demi Lovato, nel suo intervento sui social, chiede alle persone di usare i pronomi "they/them". Per capire veramente cosa intende bisogna fare una distinzione linguistica tra l'inglese e l'italiano. Mentre in italiano il soggetto può essere sottointeso, in inglese nella costruzione delle frasi serve sempre almeno un pronome. Quello che Demi Lovato ha chiesto, quindi, non è di usare "il loro" come fosse la regina di Saba, ma di usare il pronome "they" al posto di "she" o di "he". In questo modo quindi si può parlare dell'artista senza identificare Lovato come femmina o come maschio: "Demi Lovato says…They say".

Come riferirsi a una persona non binary

In italiano è apparentemente più semplice, ma se capita di rivolgersi a una persona non binary bisogna avere cura di non declinare gli aggettivi o i participi né al maschile né al femminile. Un modo molto diffuso è quello di sostituire la vocale finale con l'asterisco: "un* ragazz* simpatic*". Una soluzione affine è lo schwa, la vocale neutra che aiuta ad avere un linguaggio più inclusivo. Nel parlato però è difficile: una soluzione semplice è usare espressioni neutre, come "una persona simpatica". Anziché dire "è stato bocciato", per esempio, si può dire "non ha passato l'esame". Ci sono dei casi però in cui è impossibile evitare di usare un pronome: l'unica soluzione in italiano (che non prevede una forma neutra) è quella di tradurre il they inglese con il "loro", avendo cura di coniugare tutti i verbi al plurale. Come spiega Lovato nel video, per chi parla può essere un piccolo sforzo, ma per chi ascolta significa tutto: vuol dire che la propria identità viene riconosciuta e apprezzata.

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