La principessa Beatrice parla della sua dislessia: “Da bambina credevo di non essere intelligente”
Questa settimana sarebbe dovuta essere davvero speciale per la principessa Beatrice di York, il 29 maggio avrebbe dovuto sposare Edoardo Mapelli Mozzi nella cappella di St. James's Palace ma purtroppo l'emergenza Coronavirus l'ha costretta a rimandare il matrimonio. Nonostante la cerimonia sia stata cancellata già lo scorso aprile, oggi si ritorna a parlare di lei. L'erede al trono britannico sta trascorrendo la quarantena in compagnia del fidanzato e dei suoceri nell'Oxforshire e ha approfittato del tempo libero per rilasciare una video intervista all'associazione charity Made by Dislexia. In una breve clip resa pubblica non ha avuto paura di parlare a cuore aperto della sua dislessia, il disturbo dell'apprendimento che ha rischiato di rovinarle l'infanzia. Nonostante abbia studiato in un lussuoso collegio in cui gli insegnanti hanno fatto il possibile per sostenerla e aiutarla, ha trovato non poche difficoltà nell'affrontare la quotidianità in modo normale.
Ai bimbi della sua classe venivano dati libri di colori differenti a seconda del loro livello di lettura e a lei era assegnata sempre una tonalità diversa rispetto a quella dei compagni. Le parole della principessa sono state:
Pensavo di non essere abbastanza intelligente, di non essere brava. Mi chiedevo: perché non sono come gli altri?. Se potessi tornare indietro oggi, a quella bambina direi: "Non lasciarti scoraggiare dai brutti momenti vissuti in classe o durante un esame. Sono lezioni di vita. La dislessia non è una cosa brutta. È una parte grandiosa dle modo in cui funziona il tuo cervello. Noi guardiamo il mondo in maniera differente. E per fare le cose troviamo soluzioni differenti. Siamo creativi e intraprendenti.
Insomma, Beatrice di York ha lanciato un importante messaggio di forza e di coraggio: la sua speranza è che il titolo di principessa la aiuti a capovolgere gli stereotipi legati a questo disturbo che rischia di rendere la vita di milioni di bambini un inferno.