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Opinioni

In Italia abbiamo bisogno di più papà come Fedez, che non si turbano se il figlio sceglie di truccarsi

Fedez è il più lampante esempio di come la cultura machista dell’uomo tutto muscoli “che non deve chiedere mai” sia ormai superata. Parla apertamente dei problemi di ansia, gioca con i bambini e si commuove senza paura di mostrare le sue lacrime. E al senatore Pillon dice: “Se mio figlio decidesse di truccarsi non mi turberebbe”
A cura di Beatrice Manca
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Affettuoso, presente, giocherellone e ora anche paladino della battaglia contro gli stereotipi di genere. Fedez è diventato il "papà dell'anno", e a buon diritto. Lui e Chiara Ferragni si dividono equamente il tempo che passano con i bambini e il rapper non ha paura di mostrarsi sui social con i suoi lati più teneri e fragili. Le immagini delle lacrime di gioia e di commozione alla nascita della piccola Vittoria hanno fatto il giro del web: sì, anche i padri piangono, e non c'è nulla di male. Il rapporto di Fedez con i suoi bambini non è solo una questione privata: con un seguito così numeroso sui social ha la capacità di trasmettere messaggi molto importanti. E lui lo fa, prendendo continuamente posizione contro la mascolinità tossica. L'ultimo esempio è la risposta che ha dato al senatore Pillon, fiero oppositore del disegno di legge contro l'omotransfobia: "Le dico una cosa da padre, io ho un figlio di tre anni che gioca con le bambole e questa cosa non desta alcun tipo di turbamento in me".

Smalto e lacrime: così Fedez distrugge la mascolinità tossica

Fedez e Chiara Ferragni sono abituati a essere sempre sotto i riflettori e sono consapevoli che ogni loro scelta verrà giudicata e analizzata al microscopio, anche quando si tratta delle loro scelte come genitori. Non sono le scelte di Chiara – dall'allattamento alle tutine – a essere osservate da vicino, ma anche quelle del papà Fedez. Dopo la nascita di Leone in tanti si scagliarono contro la sua scelta di portare lo smalto colorato sulle unghie al grido di "Fai l'uomo, ora sei padre". Non ci è dato sapere in che modo una passata di smalto influisca sul sano sviluppo di Vittoria e Leone, ma in fin dei conti è la stessa accusa che è stata mossa a Chiara Ferragni per i vestiti "troppo sensuali" e quindi, per qualche perverso ragionamento, non adatti a una mamma.

Fedez culla la piccola Vittoria
Fedez culla la piccola Vittoria

Ma Fedez non ha cambiato stile: ha tinto i capelli di tutti i colori, ha disegnato fiamme e fiori sulle unghie e si è sempre mostrato un papà affettuoso con Leone. Tutti si ricordano il suo dispiacere quando il piccolo Leo, che oggi ha tre anni, rifiutava di dargli un bacio o correva dalla mamma. Su Instagram fioccano i momenti di amore teneramente immortalati: Fedez che veste Leone, che abbraccia i suoi bambini o che culla la piccola Vittoria con le lacrime agli occhi.

Fedez con Leone, in Versace
Fedez con Leone, in Versace

La risposta di Fedez al senatore Pillon

Fedez crede moltissimo nella libertà di espressione individuale e per questo ha pubblicamente difeso il disegno di legge Zan contro l'omotransfobia. In una serie di video su Instagram ha detto:

Le dico una cosa da padre signor Pillon, io ho un figlio di tre anni che gioca con le bambole e questa cosa non desta alcun tipo di turbamento in me e non provocherebbe alcun turbamento in me se un giorno dovesse sentire l'esigenza di truccarsi, mettersi il rossetto, di mettersi lo smalto, una gonna perché ha il diritto di esprimersi come meglio crede mio figlio. La cosa che mi destabilizzerebbe è sapere che vive in uno Stato che non tutela il suo sacrosanto diritto di esprimersi in piena libertà cercando di arginare le dinamiche discriminatorie e violente che molto spesso si verificano in questo Paese.

Fedex coccola Leone
Fedex coccola Leone

L'era del machismo è finita (per fortuna)

Non sono lontani i tempi in cui si diceva: "Non fare la femminuccia" a un uomo in lacrime. I veri maschi, si diceva, non piangono e sono sempre forti. Fedez è il più lampante esempio di come le cose stiano (per fortuna) cambiando: ha parlato apertamente dei suoi attacchi d'ansia e si è mostrato in pubblico con le lacrime. Lo stereotipo del maschio alfa tutto muscoli, l'uomo che non deve chiedere mai con la macchina sportiva e la ventiquattr'ore, non funziona più. Ha prodotto sex symbol e latin lover, ma anche tanti uomini incapaci di parlare delle proprie emozioni, distaccati dai propri figli, spaventati dal successo delle proprie campagne e terrorizzati di "sembrare gay". Come se poi bastasse un boa di piume a far cambiare orientamento sessuale. Fedez è solo l'esponente più in vista di un cambiamento culturale in corso: padri che rinunciano a qualche pezzetto della loro carriera per stare con i figli, che mettono lo smalto, che piangono e che non hanno paura di mostrare affetto. Come i veri uomini.

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Nata a Roma nel 1992 e cresciuta a pane e libri a Viterbo, sono giornalista professionista dal 2019. In tasca una laurea in Editoria e un master in giornalismo alla Scuola Rai di Perugia. Lavoro a Fanpage nella sezione Stile e Trend. Mi occupo di questioni di genere e di moda, con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale. Prima al Fattoquotidiano.it e Fq Millennium.
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