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Giornata Internazionale della Donna 2021

Il paradosso della Pink Tax: dai rasoi ai profumi, le donne spendono di più (ma guadagnano meno)

Attenzione, non è una vera e propria tassa, ma un sovrappiù che si paga per quei prodotti che sono pensati espressamente per consumatrici donne, ma che in realtà sono quasi identici agli equivalenti maschili. Deodoranti, profumi, creme e alcuni capi di abbigliamento: a volte l’unica differenza è proprio il colore rosa, da cui il nome.
A cura di Beatrice Manca
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Che differenza c’è tra un rasoio da donna e uno da uomo? Praticamente nessuna. A parte il colore, forse, e il prezzo che di solito è più alto. Questo è un esempio pratico della cosiddetta “pink tax”. Attenzione, non è una vera e propria tassa, ma un sovrappiù che si paga per quei prodotti che sono pensati espressamente per consumatrici donne, ma che in realtà sono quasi identici agli equivalenti maschili. Deodoranti, profumi, creme e alcuni capi di abbigliamento: a volte l’unica differenza è proprio il colore rosa, da cui il nome “pink tax”.

Dai deodoranti ai profumi, i prodotti più colpiti dalla pink tax

Ma quanto si paga di più per essere donne? Alcuni dati li ha forniti Idealo, il portale internazionale di comparazione prezzi. In un report del 2020 calcolava che i deodoranti “per donne” costano il 51% in più di quelli maschili, mentre le creme per il viso arrivano fino al 57% in più. I profumi “femminili” sono il 27% più cari di quelli maschili, mentre le creme depilatorie costano il 3,5% in più. Ma la pink tax non riguarda solo prodotti cosmetici e per la cura della persona, interessa anche l'abbigliamento: giacche e cappotti costano in media il 7,5% in più, mentre maglie e felpe il 4,2%. In molti casi la differenza quindi è una questione di centesimi, ma se sommati per una vita intera le differenze iniziano a essere notevoli. Un discorso a parte invece è la Tampon Tax, cioé l'iva sugli assorbenti, tassati come beni di lusso e non come prodotti di prima necessità.

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L'equivalente maschile: la blue tax

Esiste anche il fenomeno opposto, cioè la “blue tax”. Il sovrappiù per i prodotti maschili riguarda ad esempio shampoo e balsamo, che costano il 65% in più rispetto a quelli da donna. Oppure le scarpe sportive, che subiscono un rincaro del 16% rispetto a quelle femminili. Sono più care sono anche le t-shirt da uomo(+33,6%rispetto alla versione “femminile”) e i bagnoschiuma (+11,0%rispetto alla versione “femminile”). Nel caso delle donne però le fluttuazioni sono più diffuse e più ampie. In più c’è da considerare che la pink tax si intreccia con altre disparità economiche che riguardano la popolazione femminile, come il Gender Pay Gap, la differenza di retribuzione. Arrivando al paradosso che ancora nel 2021 le donne guadagnano meno per spendere di più.

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