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Il cervello invecchia più in fretta di quanto credi: i consigli per mantenerlo sempre giovane

Il decadimento cognitivo inizia molto prima di quanto si possa immaginare, precisamente a partire dai 28 anni. Per la settimana dedicata alla Prevenzione dell’Invecchiamento Mentale abbiamo intervistato il professor Giuseppe Iannoccari, neuropsicologo per capire cosa fare per mantenere sempre giovane e efficiente il nostro cervello.
Intervista a Prof. Giuseppe Iannoccari
Neuropsicologo, docente di Scienze Umane all'Università Statale di Milano e Presidente dell'associazione Assomensana
A cura di Francesca Parlato
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C'è poco da scherzare quando si parla di decadimento cognitivo. Non si tratta di un problema che riguarda soltanto gli anziani. L'invecchiamento mentale inizia molto prima di quanto si possa immaginare. Precisamente a 28 anni. Sì, esatto, prima ancora di compiere i fatidici 30, iniziamo a perdere centomila neuroni al giorno. "Se consideriamo che ne abbiamo circa 100 miliardi in totale, vuol dire che ogni anno si determina una perdita di efficienza di circa l'1% e che a 50 anni avremmo già perso il 20% di lucidità e a 80 anni addirittura il 50%" spiega a Fanpage.it il presidente di Assomensana Giuseppe Iannoccari, neuropsicologo. Certo, potreste avere anche la fortuna di essere dei greenager o superager ovvero persone che mantengono inspiegabilmente un cervello integro e una mente efficiente anche andando avanti con gli anni. "Si tratta di persone che a 80 anni hanno delle abilità paragonabili a persone di 50. Questo ovviamente dipende da un'attitudine innata, oltre che dalla genetica, a mantenere il cervello sempre in allenamento".

Come avere un cervello efficiente

Il problema principale del decadimento cognitivo è la ripetitività. "Nei primi trent'anni viviamo tutti una fase di esplorazione, di curiosità, affrontiamo situazioni diverse. Superata quella tutti tendiamo a specializzarci in qualcosa e a utilizzare sempre quelle stesse capacità. Il cervello non è più stimolato come in passato e inizia a diventare abitudinario". L'abitudine dunque non è soltanto la tomba delle relazioni d'amore ma anche un problema per il nostro cervello. "Chi invece è curioso, studia, apprende cose nuove, è mentalmente vivace riesce a ridurre la perdita neuronale del 50%". E questo vorrà dire che a 50 anni non avrà perso il 20% dei suoi neuroni, ma soltanto il 10%". Per avere un cervello allenato bisogna mantenere viva una curiosità, evitare l'intorpidimento e ogni tanto lasciarci anche prendere dalla noia. "Nel mio libro "I dieci pilastri per un cervello efficiente" (edito da Franco Angeli) riassumo proprio le dieci condizioni necessarie per mantenere un cervello giovane a tutte le età: alimentazione, attività fisica, sonno, gestione dello stress, pensiero positivo, gestione delle emozioni, ginnastica mentale, socializzazione, motivazione ad agire e uso delle nuove tecnologie. Sono tutti aspetti che riguardano il nostro quotidiano e che possono influenzare in maniera negativa o positiva il declino cognitivo".

L'importanza del sonno

Tra i dieci pilastri di Iannoccari uno dei più sottovalutati è forse il sonno. Lo sottovalutiamo dal punto di vista cognitivo, non ritenendolo un momento utile all'apprendimento o più in generale al fare, ma le ore di riposo sono invece essenziali e tra le più importanti per il nostro cervello. "Il sonno è il giardiniere della mente. La notte è importante perché attraverso l'attività onirica il cervello va a sfoltire le informazioni che non ci servono, che abbiamo accumulato durante il giorno, e consolida quelle più importanti, quelle che ci servono per il nostro quotidiano". Ma oltre a consolidare i nostri ricordi il riposo svolge anche un'ulteriore funzione essenziale per la salute del nostro cervello: "Di notte il cervello si restringe, si riduce come una spugna e fa circolare più liquor, il liquido cefalorachidiano, che ha la funzione di portare via tutte le scorie del metabolismo e ripulisce il cervello, preservandolo così dalle infiammazioni che sono un problema per l'invecchiamento mentale".

L'importanza della noia

Siamo ossessionati dal fare. La noia non è un'opzione contemplabile all'interno delle nostre giornate fitte di impegni e appuntamenti. E se è vero che tenersi impegnati, dare spazio a nuovi stimoli aiuta il cervello a restare efficiente è anche vero che la noia è essenziale quanto il sonno per contrastare il decadimento cognitivo. "Passare del tempo a stare senza fare assolutamente nulla, a contemplare il vuoto o il panorama, è utile perché è in queste situazioni che si attiva una rete cerebrale grazie alla quale si mettono in ordine le idee. Si chiama network di default, grazie a questa rete mentre il pensiero vaga, senza essere concentrato su qualche attività da svolgere nel mondo esterno, si consolidano le memorie e elimina ciò che è superfluo". Il network di default è una sorta di pilota automatico, avvia un'attività introspettiva che consente di lavorare sul passato e anche di fare proiezioni sul futuro, ma per consentire al network di default di lavorare è importante non essere impegnati in alcun tipo di attività cognitiva.

Nuove tecnologie: pro e contro

Le tecnologie ci hanno migliorato la vita, nessuno può negarlo. Ma un abuso di smartphone, tablet e di tutte le app correlate, social media compresi, possono provocare un'accelerazione del declino cognitivo. "Un utilizzo eccessivo dei dispositivi tecnologici può portare a una sorta di fissità funzionale – spiega Iannoccari – Restingono il campo visivo e anche il campo mentale. Immaginiamo di essere davanti a un panorama, un paesaggio di mare o montagna. Il nostro sguardo spazia in modo ampio e anche il pensiero lo segue ed è in grado di muoversi su tante direzioni e fronti. Davanti allo schermo dello smartphone verticale il nostro spazio si restringe e si restringe anche il campo mentale. Siamo focalizzati (ma non veramente concentrati) su quello che leggiamo o guardiamo e non riusciamo a creare relazioni o collegamenti tra pensieri diversi". Se da un lato la pervasività degli smartphone ci ha dotato di una grande capacità selettiva, oggi riusciamo immediatamente, con un colpo d'occhio a capire se un post, una frase ci interessa o meno e scegliere in pochi secondi se restare o continuare a ‘scorrere', dall'altro lato ha provocato una frammentazione della concentrazione. "Oggi non riusciamo a restare concentrati su qualcosa per troppo a lungo, facciamo fatica. Un recente esperimento ha dimostrato proprio l'impossibilità di passare 15 minuti senza fare nulla. Quest'esperimento prevedeva che una persona rimanesse per un quarto d'ora chiusa da sola in una stanza in cui non c'era assolutamente nulla tranne una sedia e un tavolo e un dispositivo che se toccato rilasciava delle piccole scosse elettriche. Dopo 8 minuti la maggior parte dei soggetti ha iniziato a toccare il dispositivo perché per loro era impossibile stare senza far niente, preferivano prendere delle piccole scosse. Questo ci fa capire la difficoltà e in alcuni casi l'impossibilità di restare per troppo tempo senza stimoli in rapida successione".

Donne o uomini: chi invecchia prima?

Anche il genere conta nell'invecchiamento cognitivo. A essere svantaggiati sono gli uomini che secondo delle ricerche statunitensi hanno uno svantaggio di circa 3 anni rispetto alle donne. "Le nostre ricerche rilevano una differenza anche più significativa, di circa 5 anni. Più si va avanti con gli anni più e più la differenza è evidente". I motivi di questo divario secondo Iannoccari sono almeno tre: "In primis le donne hanno un'attenzione maggiore verso il benessere rispetto agli uomini. Poi gli uomini sono più esposti ad ambienti insalubri e hanno abitudini meno sane delle donne, fumano e bevono di più ad esempio, e poi hanno una maggiore propensione al lavoro seriale, a differenza delle donne che sono invece più flessibili e in grado di gestire più cose contemporaneamente". 

Il cervello ha bisogno di novità

Il cervello per essere efficiente ha bisogno di novità, di stimoli veri su cui concentrarsi e applicarsi. Gli stimoli mordi e fuggi, quelli che hanno la forma e il suono delle notifiche degli smartphone non bastano. "La vivacità mentale, la curiosità, la voglia di apprendere cose nuove è essenziale per mantenere il nostro cervello giovane e contrastare il decadimento cognitivo". Dopo il Covid e il lockdown, che hanno provocato in tutti noi un intorpidimento mentale e un certo disorientamento ora è importante proiettarsi verso un ritorno alla socializzazione. "Frequentare eventi culturali, andare al cinema, uscire con gli amici è il modo per recuperare il deficit che abbiamo accusato durante i mesi di chiusura della pandemia. Non dimentichiamo che il cervello è plastico e le sue funzioni e capacità possono essere ripristinate grazie a stimoli esterni e esercizi. E poi è importante ricordare che tutto ciò che è routine mette in pausa il cervello: nutriamoci di novità". 

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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