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Ella Daish, un tampone gigante per chiedere prodotti mestruali economici e sostenibili

Ella Daish è la promotrice della campagna End Period Plastic: la missione è ridurre la plastica nei prodotti igienici femminili, rendendoli meno inquinanti.
A cura di Giusy Dente
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in foto: Ella Daish, Instagram @elladaish
in foto: Ella Daish, Instagram @elladaish

Ella Daish è un'attivista britannica che si batte per convincere i rivenditori e i produttori di prodotti per l'igiene mestruale a rimuovere la plastica contenuta nelle confezioni e negli applicatori di assorbenti interni. Tutto è cominciato quando, lavorando come postina nel Galles rurale, si è accorta di quanti rifiuti plastici ci fossero per strada e di quanta ce ne fosse in particolare nei prodotti da lei stessa usati mensilmente per le mestruazioni. Da quel momento ha dato avvio alla sua battaglia in nome della sostenibilità, che parallelamente è anche una battaglia contro la povertà mestruale. Difatti è in prima linea per sensibilizzare su scelte non solo amiche dell'ambiente, ma anche economiche, che permettano a tutti di poter far fronte alle mestruazioni. Purtroppo al momento non è così: molte donne non potendo permettersi gli assorbenti rinunciano a comprarli, andando incontro anche a problemi di salute. Eppure soluzioni alternative ci sarebbero, soluzioni sostenibili dal punti di vista ambientale e d'impatto minore sulle finanze, ma se ne parla poco.

La battaglia di Ella Daish

Per il suo attivismo e per l'importanza della sua campagna Ella Daish ha ricevuto diversi riconoscimenti. È stata anche nominata dalla BBC tra le 100 donne più influenti e ispiratrici del 2019, a livello mondiale. End Period Plastic è la campagna di cui è promotrice, che sta finalmente dando i suoi frutti: alcune aziende hanno abbracciato la sua missione e hanno ridotto l'impiego di plastiche per realizzare imballaggi e applicatori di assorbenti interni. Altri brand si sono dimostrati favorevoli ad ampliare le loro gamme di prodotti eco-compatibili o riutilizzabili, così da ridurre l'impatto ambientale. Adesso l'obiettivo dell'attivista è avviare un dialogo costruttivo con un gigante del settore, per invitarlo a scelte più ecologiche e responsabili.

In questi giorni si è recata presso la sede di Procter&Gamble a Ginevra per parlare con qualcuno circa i possibili cambiamenti da apportare alla produzione, ma non ha avuto ancora modo di confrontarsi con dei rappresentati dell'azienda. Con sé aveva il tampone gigante che la accompagna in queste occasioni. Lo ha realizzato per rendere visibile la sua battaglia ed è fatto con 1200 applicatori di plastica usati, trovati nei fiumi e sulle spiagge, dove purtroppo spesso finiscono, essendo tra i 10 rifiuti più presenti sulle spiagge europee, assieme alle posate di plastica e alle cannucce.

Ne è nata anche una petizione online, firmata già da quasi 300 mila persone. L’attivista vuole che produttori e rivenditori siano consapevoli di quanto forte sia l’impatto ambientale dei prodotti igienici mestruali, un impatto che con alcune accortezze si potrebbe ridurre, a beneficio di tutti. Oltre ai tradizionali assorbenti e tamponi sono disponibili in commercio assorbenti ecologici e riutilizzabili, assorbenti in tessuto, mutandine mestruali,le coppette mestruali. E anche gli applicatori dei tamponi interni potrebbero non essere necessariamente in plastica. Ne esistono di riutilizzabili, ne esistono di cartone. Insomma, le alternative ci sono. Come direbbe Ella Daish: rompere il ciclo della plastica è possibile.

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