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David di Donatello: tutte in nero con le spille contro le discriminazioni di genere

Si sono tenuti ieri a Roma i David di Donatello, gli ambiti premi dedicati al mondo del cinema italiano, e le star che hanno calcato il red carpet hanno sfoggiato i loro look più glamour. Tra maxi scollature, piume e cristalli, è stato un trionfo di eleganza.
A cura di Valeria Paglionico
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Ieri sera si è tenuta a Roma la 62esima edizione dei David di Donatello, la cerimonia di premiazione dedicata agli attori e agli artisti italiani che si sono distinti per bravura e talento nel cinema. La serata ha segnato il trionfo di "Ammore e malavita" dei Manetti Bros, che si è aggiudicata diverse statuette, e di altre pellicole "Made in Naples" come "Napoli Velata" di Ferzan Ozpetek. Non sono mancati gli interventi puntati a combattere ogni forma di molestia sul lavoro come il monologo di Paola Cortellesi, che sul  palco ha spiegato per quale motivo le discriminazioni di genere sono inaccettabili. Così come è successo a eventi internazionali di un certo calibro, anche ai David le star hanno indossato un simbolo di protesta, una spilla con su scritto "Dissenso Comune" per ribellarsi agli abusi sul sesso femminile. Ad attirare le attenzioni sono stati anche i look sfoggiati sul red carpet, diventato una vera e propria passerella: ecco chi ha firmato i loro abiti.

I look delle star ai David di Donatello

La 62esima edizione dei David di Donatello è stata un vero e proprio trionfo dell'eleganza. Sono state molte le star che hanno calcato il red carpet, sfoggiando i loro look più originali e raffinati. Alcune hanno puntato tutto sulla sensualità: Paola Cortellesi ha indossato un abito dalla maxi scollatura di Giorgio Armani, Roberta Pitrone, la fidanzata di Alessandro Borghi, ha messo in décolleté in mostra con un vestito in velluto bordeaux con un taglio sexy sul seno, mentre l'ex soubrette Angela Melillo non ha indossato il reggiseno. Monica Bellucci, apparsa sul tappeto rosso con un nuovo taglio di capelli, ha preferito esaltare la silhouette con un vestito nero e scollato di Balmain ricoperto di cristalli, mentre Claudia Gerini ha optato per un abito senza spalline di Dolce&Gabbana decorato con un nastro di raso in vita con su scritto "L'amore è bellezza". Come non fare riferimento a Serena Rossi, una delle vincitrici, apparsa sul red carpet con scollo profondo e piume? Naturalmente, non sono mancati i pancioni: Giulia Elettra Gorietti in raso fucsia Blugirl e Diane Fleri in grigio-verde con un corpetto di paillettes che rivelava un décolleté generoso hanno infatti messo in mostra le forme modificate dalla gravidanza e un viso decisamente raggiante. Per quanto riguarda gli uomini, tra Alessandro Borghi, Ferzan Ozpetek e Pierfrancesco Favino, tutti hanno puntato su degli elegantissimi completi neri con tanto di papillon. Insomma, le star italiane hanno dimostrato di non avere nulla da invidiare a quelle internazionali: potrebbero benissimo dare lezioni di stile ai loro colleghi stranieri.

La spilla "Dissenso comune"

Così come successo sui red carpet di eventi internazionali come i Golden Globe e gli Oscar, anche le star italiane hanno voluto mostrare il loro sostegno alla lotta contro abusi e molestie sul lavoro. Non è un caso che abbiano scelto di arricchire il loro look con un simbolo, una spilla tonda con su scritto “Dissenso Comune”, il nome del documento firmato da 124 attrici, registe e produttrici italiane contro le molestie sessuali. Nella lettera di protesta si legge:

Questo documento non è solo un atto di solidarietà nei confronti di tutte le attrici che hanno avuto il coraggio di parlare in Italia e che per questo sono state attaccate, vessate, querelate, ma un atto dovuto di testimonianza. Noi vi ringraziamo perché sappiamo che quello che ognuna di voi dice è vero e lo sappiamo perché è successo a tutte noi con modi e forme diverse. Noi vi sosteniamo e sosterremo in futuro voi e quante sceglieranno di raccontare la loro esperienza.

Dopo il caso Weinstein e il successo dell’organizzazione Time’s Up e dell’hastag #Metoo, anche le italiane hanno voluto fare qualcosa in segno di solidarietà. In questo modo non solo hanno sostenuto le mobilitazioni internazionali ma hanno anche fatto qualcosa di materiale per sensibilizzare l'opinione pubblica su un problema tanto diffuso e ancora sottovalutato.

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