Armani, dopo lo stop alle pellicce lo stilista dice basta alla lana d’angora
Si amplia la fur free policy del Gruppo Armani, che già da tempo aveva abbandonato l'impiego di pellicce. A partire dalle collezioni per l'Autunno/Inverno 2022-2023 verrà abolito anche l'uso della lana d'angora. L'impegno della Maison prosegue sulla strada di una moda maggiormente etica e rispettosa, che limiti lo sfruttamento delle risorse e tenga conto dei bisogni del territorio e delle comunità locali, su cui i processi produttivi del settore fashion incidono notevolmente in ogni fase. Come altre aziende, anche Armani ha deciso di impegnarsi maggiormente nella ricerca di materiali alternativi da impiegare, da utilizzare al posto di quelli tradizionali: tutto questo a tutela del mondo naturale e animale.
Armani abolisce l'uso di lana
Risale al 2016 la decisione del Gruppo Armani di abolire l'impiego di pellicce animali da tutte le collezioni. Difatti, questa tipologia di prodotti non trova più spazio nelle linee della Maison già dall'Autunno Inverno 2016-2017. La Fur Free Policy aziendale è allineata al Fur Free Retailer, programma che incoraggia le aziende a rinunciare all'uso delle pellicce e ad adottare logiche di produzione etiche. Allo stesso tempo, il programma riconosce e supporta i rivenditori impegnati nel porre fine a questa consuetudine radicata nel mondo della moda di lusso.
Il Gruppo Armani per esempio è in prima fila nelle pratiche di sostenibilità e lo ha dimostrato in più di un'occasione. Oltre al divieto di usare pellicce ha anche ridotto progressivamente l'impiego di sostanze chimiche potenzialmente pericolose. Il Gruppo si è anche dato degli obiettivi in termini di riduzione delle emissioni di gas serra, per impegnarsi seriamente nella questione del clima e dare un contributo concreto. L'ultima mossa è l'abolizione anche della lana d'angora dalla produzione "a testimonianza di un impegno tangibile per il controllo delle produzioni rispetto alla tutela del mondo naturale", ha dichiarato Giorgio Armani.
La fur free policy di Armani
Lo stilista di recente è stato invitato da Sergio Mattarella al Quirinale e ha ricevuto dal Presidente la nomina di Cavaliere di Gran Croce. Si tratta del riconoscimento più prestigioso della Repubblica Italiana, conferito proprio per testimoniare la grande incidenza dell'87enne nel panorama artistico e culturale italiano, con alle spalle oltre 40 anni di carriera. Ci sono molte ipotesi sul futuro del marchio: benché il fondatore stesso abbia smentito un acquirente francese, pare che stia comunque considerando una fusione o una joint venture italiana. Al momento lui è a capo di uno dei pochi brand italiani rimasti indipendenti e negli anni ha saputo cogliere di volta in volta lo spirito dei tempi e dei cambiamenti, rivoluzionando la moda italiana. La politica fur free è stata una svolta importantissima, che ha fatto seguito a simili politiche adottate anche da altre Maison d'alta moda sensibili a questi temi, come Stella McCartney, Hugo Boss, Tommy Hilfiger, Calvin Klein.