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Voglio un figlio ma il mio partner no (o viceversa): cosa fare? I consigli della psicologa

Fare un figlio è un desiderio che non tutte le coppie hanno. E a volte può capitare che anche all’interno della stessa coppia le posizioni siano diverse. E allora cosa fare? Pressare affinché uno dei due non cede? Fare finta di niente tanto prima o poi cambierà idea? La psicologa Maria Claudia Biscione ci spiega come affrontare l’argomento con il proprio partner.
Intervista a Dott.ssa Maria Claudia Biscione
Psicologa, psicoterapeuta di coppia e sessuologa
A cura di Francesca Parlato
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La maternità ha smesso di essere l'unico destino possibile di ogni coppia. Che fare un figlio non sia più un passo necessario per ogni relazione ce lo dicono anche i dati dell'Istat che registrano ogni anno un sempre più significativo calo demografico (nel 2019 sono nati 20.000 bambini in meno rispetto al 2018). A volte però capita anche che una coppia non sia allineata sul desiderio di avere un figlio: può succedere che la donna senta più forte l'esigenza di maternità rispetto al proprio compagno oppure il contrario che sia lui a voler un figlio a tutti i costi. "Sicuramente quando non si è allineati su un progetto così importante è fondamentale chiedersi se questo allineamento prima o poi avverrà o se invece la decisione è netta, tanto da escludere a priori e in maniera definitiva l'idea di avere un figlio – ha spiegato a Fanpage.it la psicoterapeuta e sessuologa Maria Claudia Biscione – Ed è bene eliminare tutti i non detti per evitare che un tema così importante diventi un macigno sulla relazione".

Quando uno dei due lancia dei segnali

Lanciare segnali, parlare di quanto è bello il figlio che un'amica ha appena partorito, mettere al centro il tema dell'orologio biologico, sono tutti modi in cui molto spesso una coppia inizia a ragionare sulla possibilità di avere o no un figlio. "In questo caso chi sente di non avere lo stesso desiderio del proprio partner dovrebbe iniziare a capire la matrice di questa mancanza: chiedersi se è solo una questione di tempo, se invece è una scelta definitiva perché magari si tratta di persone che hanno avuto già altri figli da una precedente relazione o che non sentono in alcun modo questa voglia di essere genitori". In ogni caso è bene non ignorare la questione, non ignorare nessuna allusione, anche la più pungente. "Davanti a una battuta va bene sorridere con dolcezza se so che prima o poi accoglierò questo progetto, ma se so che l'idea di avere un figlio è anni luce lontana da me è meglio non fingere e cercare di mettere in chiaro la propria posizione".

Se è solo questione di tempo

In certi casi la questione riguarda soltanto i tempi. Il desiderio c'è, ed è comune a entrambe le parti, ma sembra non essere mai il momento giusto. I più organizzati proveranno a calendarizzare ma è davvero un buon metodo? "Bisogna essere realistici nel fissare il tempo e tenere conto anche dell'età delle persone. A 25 anni può andare bene pensare di aspettare 3 anni, a 40 diventa più complicato. In generale poi è più utile ragionare sui grandi temi piuttosto che in termini di anni o mesi. Ad esempio si potrebbe decidere di aspettare di avere un contratto a tempo indeterminato o di comprare una casa". Un figlio non può essere una crocetta, una spunta da aggiungere alla lista degli obiettivi della vita. E non bisogna neanche sentirsi egoisti se si sceglie di rimandare per godersi maggiormente la coppia, per vivere l'amore con più libertà. "A volte può essere necessario darsi del tempo per consolidare la relazione, per respirare a fondo quest'unione prima di concepire un figlio". Quello che però dobbiamo ricordarci è che il momento giusto non esiste: "Un figlio dovrebbe arrivare quando una coppia si sente vicina e unita, non possiamo programmarlo in maniera troppo rigida, altrimenti rischiamo di perdere la bellezza del percorso. Dobbiamo accettare l'idea che nessuno può avere un controllo così netto della propria vita. E questo riguarda ogni scelta: non esiste il momento perfetto, dobbiamo imparare a gestire le cose che ci capitano e trovare il modo di dare sempre una forma positiva".

Se la scelta è definitiva

In alcuni casi però la scelta è definitiva. Non ci sono tempi da aspettare o traguardi da raggiungere e per uno dei due fare un figlio è fuori discussione. E la relazione rischia la stasi. "In questi casi bisogna capire quanto è forte il desiderio di aver un figlio e quanto è prioritario rispetto alla relazione. Molte donne a volta mettono da parte il proprio desiderio di maternità perché i loro compagni più grandi hanno già avuto in passato dei figli, e non ne sono pentite. Allo stesso modo ci sono uomini che vorrebbero un bambino ma che decidono di condividere le scelte differenti delle loro partner". La decisione di un figlio è importante anche per ragionare sul significato dell'amore: "Se per uno dei due amore vuol dire condividere la vita e riprodursi, mentre per l'altro esiste solo la coppia e nient'altro, è bene che a un certo punto della storia questo sia messo in chiaro". Discuterne è importante ma attenzione a fare in modo che il pensiero di un figlio non diventi un'ossessione: "Non bisogna diventare un martello pneumatico, un figlio non può essere l'unico argomento di discussione". E ovviamente sono vietati anche tutti i tranelli tipo smettere di prendere la pillola anticoncezionale: "Il divieto vale per uomini e donne: non bisogna far accadere qualcosa che non è condivisa. Non bisogna travalicare il confine nel nome del proprio desiderio. Violare la posizione dell'altro vuol dire esercitare un atto di prepotenza e di tradimento".

Attenzione ai rimorsi

La parola chiave se ci si trova a vivere una situazione del genere è consapevolezza: non bisogna correre il rischio di avere rimpianti, bisogna che ogni scelta sia ben discussa e ponderata. "Nessuno di noi deve fare un figlio per forza – chiarisce la psicologa – Però è importante che sia un tema indagato innanzitutto con noi stessi e poi con la coppia. In modo che quando ci gireremo indietro e ci chiederemo ‘Perché non ho avuto un figlio?' la risposta sia sincera e stabile. Molte coppie a volte si guardano indietro e non riescono a darsi una risposta, perché non ne hanno discusso e basta e poi quando è troppo tardi non sanno neanche perché non hanno fatto un figlio". Decidere di non fare un figlio perché si abbraccia una scelta del proprio partner va bene, purché non sia dettata dalla debolezza: "Non bisogna rinunciare alla maternità o alla paternità PUR di stare con una persona o perché si ha paura di perderla. Bisogna scegliere perché convinti, bisogna arrivare o non arrivare al progetto di un figlio con la tranquillità emotiva". In certi casi rivolgersi a un esperto, avviare una terapia di coppia può essere altamente funzionale: "Una terapia può essere utile più che per risolvere il dilemma ‘voglio o non voglio un figlio' per risolvere il problema che questa decisione crea nella coppia – conclude la psicologa – Se le posizioni sono distanti e i desideri così diversi da non poter trovare in alcun modo un punto di incontro, il rischio è che si crei una grave frattura emotiva. Ed è in questo senso che può essere utile una terapia di coppia: anche per capire se è il caso di chiudere la relazione".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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