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Storia del vibratore dal 700 a oggi: chi l’ha inventato e perché usarlo è diventato un tabù

Il primo vibratore moderno, come lo conosciamo noi oggi, risale al 1968, quando è stato messo in commercio il primo modello senza fili. In realtà la storia del vibratore comincia molto prima e con finalità diverse, da quelle del procurarsi piacere. E in questo arco di tempo a un certo punto si è insinuato anche una sorta di tabù che ha molto condizionato e inibito le donne, nell’approccio a questo dispositivo, considerato qualcosa di disdicevole e connotando la masturbazione femminile come qualcosa di inutile e peccaminoso.
A cura di Giusy Dente
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Da un lato i tabù sulla masturbazione femminile, ereditati dopo secoli di oscurantismo, stanno cadendo; dall'altro la pandemia ha costretto le donne a trascorrere molto più tempo in casa e inutile negarlo, la noia fa da spinta all'autoerotismo. Per questi motivi nell'ultimo anno, quello della pandemia e del lockdown, c'è stato un boom di vendite di vibratori: le donne hanno approfittato della permanenza in casa per prendersi maggiormente cura di sé, dei loro bisogni, sperimentando di più col loro corpo. Nulla di nuovo o di sbagliato, nulla che non sia sempre stato fatto come la storia dei vibratori conferma. Eppure da un certo momento in poi sembra che i sex toys abbiano cominciato a essere classificati solo come qualcosa da film porno, piuttosto che come qualcosa di assolutamente quotidiano e alla portata di tutti. La stessa masturbazione femminile è diventata un tabù vero e proprio: qualcosa di cui vergognarsi, di inutile. Questo ha chiuso le donne in una spirale di inibizione nei confronti del loro stesso corpo e sono proprio loro le prime ad avere difficoltà a parlarne, convinte che sia disdicevole. Ma la ricerca del piacere non è un peccato.

La storia del vibratore in un film

In parte la storia del vibratore è raccontata, seppur romanzata, nel film Hysteria di Tanya Wexler (2011). La storia è ambientata nella Londra del 1880, in età vittoriana, un'epoca in cui era comune la diagnosi di isteria per le donne che presentavano un quadro clinico fatto di disturbi sia fisici che psicologici. E ci è voluto tempo per capire che queste condizioni nulla avevano a che fare con l'orgasmo, ma con depressioni e crisi che necessitavano di analisi e terapie ben diverse. Eppure alle donne definite isteriche veniva prescritto il cosiddetto massaggio pelvico: era il medico a praticarlo, perché l'orgasmo (chiamato parossismo) era visto come cura delle loro patologie, ricondotte a un malfunzionamento uterino o degli organi genitali. Il giovane medico Mortimer Granville protagonista del film è realmente esistito ed è colui che, nel 1883, ha messo a punto il primo vibratore elettromeccanico. Anche se in realtà oggetti fallici per il piacere femminile esistevano già molto tempo prima.

una scena del film "Hysteria"
una scena del film "Hysteria"

Quando è nato il primo vibratore

Oggetti rudimentali di forma fallica erano già presenti nell'antica Grecia, ma è il Settecento il secolo della nascita del vibratore. Il primo esemplare, il cosiddetto tremussoir, era un oggetto vibrante per la stimolazione genitale femminile. Il secondo, il manipulator, si deve al fisico statunitense George Herbert Taylor, inventato nel 1869 (e collegato a una macchina a vapore). Poi è stata la volta della macchina messa a punto da Mortimer Granville nel 1883, considerata il primo vibratore elettromeccanico. La finalità nell'Ottocento non era quella di oggi: il raggiungimento del piacere fine a se stesso. L'orgasmo (chiamato parossismo) veniva praticato dai medici a scopo terapeutico, sulle donne chiamate "isteriche", i cui disturbi venivano ricondotti a problemi all'utero curabili attraverso questo massaggio, che le lasciava in uno stato di calma e serenità. Negli anni Venti questi oggetti entrano di prepotenza nell’industria pornografica e qui si insidia la nascita del tabù della masturbazione femminile, legata a una sfera indecorosa e poco rispettabile. Il vibratore come lo conosciamo noi oggi si fa risalire agli anni Sessanta, quelli della rivoluzione sessuale: risale proprio al 1968 il brevetto del primo vibratore senza fili.

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I sex toys moderni

Da quelli discreti e silenziosi da portare ovunque in borsa a quelli talmente sofisticati da sembrare vere e proprie opere di design meritevoli di esposizione, ormai il mondo dei sex toys si è ampliato per ogni preferenza e si è adattato a ogni tipologia di acquirente. Cambiano i materiali di realizzazione (dal PVC all'acciaio e persino il vetro), cambiano i colori e le opzioni da personalizzare, ma la scopo resta lo stesso. Ed è un obiettivo a cui, stando a un sondaggio di Lelo, si arriva anche piuttosto facilmente. Stando ai loro dati, infatti, il 40-60% delle donne si masturba, mentre la percentuale maschile si aggira intorno al 90-95%. Ma mentre solo il 18% delle donne raggiunge l’orgasmo attraverso la penetrazione, c'è un buon 50% che ha orgasmi multipli durante la masturbazione. In commercio si trovano sex toys impermeabili, ricaricabili con USB (per evitare che la batteria dia forfait sul più bello), con più modalità di vibrazione, per uso interno o esterno, ecologici. Le possibilità non mancano, una volta messo da parte quell'inibizione ereditata da una società che ci ha insegnato che la masturbazione femminile è sconveniente, quando invece è assolutamente naturale, esattamente come quella maschile.

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