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Stella Creasy col figlio alla Camera, viene rimproverata: rivendica tutele per le madri lavoratrici

Stella Creasy è entrata in aula col figlio e le è stato intimato di non farlo più. “Le mamme non devono essere viste né sentite” ha scritto polemica.
A cura di Giusy Dente
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Stella Creasy, foto via Twitter @stellacreasy
Stella Creasy, foto via Twitter @stellacreasy

Essere una mamma lavoratrice è una bella sfida, ma è una sfida che le donne hanno deciso di affrontare di buon grado, perché non più disposte a dover necessariamente scegliere tra carriera e famiglia. Per molto tempo è stato così, come se avere ambizioni professionali una volta procreato rendesse delle madri peggiori, o come se volersi realizzare nel privato togliesse qualcosa al proprio valore lavorativo. Invece, se adeguatamente sostenute dai compagni e dalle istituzioni, conciliare le due cose è possibile, ma è ancora un obiettivo lontano. C'è ancora molta diffidenza e molta discriminazione e Stella Creasy, che già in passato ha dovuto farci i conti, ne è stata vittima ancora una volta.

La battaglia di Stella Creasy

Lo scorso settembre deputata laburista Stella Creasy è entrata in Aula con suo figlio nato da poco. Per lei non era un gesto rivoluzionario né sovversivo né contro corrente, ma semplicemente naturale. Sicuramente è stato un momento simbolicamente molto forte, visto che lei da tempo porta avanti una battaglia in nome di tutte quelle donne che una volta diventate madri vogliono tornare sul posto di lavoro, senza doverci per forza rinunciare a prescindere. La maternità è difficile da conciliare con gli impegni professionali, lei se ne è resa conto sulla propria pelle. L'assenza di misure e tutele porta necessariamente le donne a dover scegliere, magari a fare una rinuncia dolorosa. Lei, però, non vuole affatto fare passi indietro, reclama semplicemente i propri diritti di donna e madre lavoratrice. La sua battaglia, purtroppo, si scontra con antichi retaggi culturali, stereotipi sessisti e leggi antiquate duri a morire.

Stella Creasy coi figli alla Camera

La deputata britannica Stella Creasy in passato si era già presentata alla Camera coi figli, ma in futuro dovrà stare attenta a non ripetere l'iniziativa. Le autorità del Parlamento di Westminister, infatti, le hanno intimato di non sedersi più al seggio coi bambini, perché contrario alla normativa in vigore. Si tratta di una normativa che, benché aggiornata a settembre, riporta ancora il divieto di prendere posto assieme ai propri figli. O meglio: i parlamentari possono portare con sé neonati o bambini piccoli solo in fase di voto, ma non quando partecipano ai dibattiti. Sui social sta facendo notare quanto sia difficile per una donna portare avanti le incombenze quotidiane quando c'è parallelamente anche da occuparsi di uno o più figli.

Nel suo caso, presenziare alle sedute in Aula è complicato. Mentre il primogenito riesce a portarlo all'asilo, con quello più piccolo che ha appena pochi mesi lei deve essere sempre presente, non avendo la copertura della maternità. "Ha 13 settimane e ha bisogno di essere nutrito regolarmente. Siamo nel 21esimo secolo, forse dovremmo concentrarci sul miglioramento dell'accesso delle donne di ogni età e provenienza alla politica piuttosto che difendere uno status quo che le esclude chiaramente" ha scritto. Il suo rammarico è proprio quello di vedere escluse le donne lavoratrici solo perché mamme: "A quanto pare, nella madre di tutti i Parlamenti le mamme non devono essere viste né sentite" ha scritto sollevando la polemica. Per il momento ha chiesto la revisione del regolamento, per renderlo finalmente allineato alla società contemporanea e dare il giusto spazio alle donne nel mondo del lavoro, piuttosto che escluderle.

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