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Stella Creasy in Parlamento col figlio appena nato: rivendica tutele e diritti per le neo mamme

La deputata laburista Stella Creasy è entrata in Aula con suo figlio, nato da poco. Il suo gesto simbolico è in linea con la battaglia che la 44enne porta avanti da tempo: più diritti per le neo mamme che vogliono tornare a lavoro. Per farlo c’è bisogno di supporto, per non sentirsi costrette a scegliere tra carriera e famiglia. Conciliarle è possibile, ma c’è bisogno di leggi e tutele adeguate.
A cura di Giusy Dente
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Stella Creasy
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Probabilmente il figlio di Stella Creasy è l'individuo di sesso maschile più giovane mai entrato in Parlamento. La deputata lo ha portato con sé, a pochi giorni dal parto, rivendicando i diritti delle neo mamme e chiedendo per loro maggiori tutele e più sostegno, piuttosto che rimproveri costanti e scarso aiuto. La donna aveva già fatto un gesto simile in passato, facendo ingresso in Aula assieme alla figlia appena nata, per sensibilizzare sull'importanza di rientrare a lavoro in piena serenità, senza essere giudicate ma senza neppure essere abbandonate a se stesse. Con il supporto adeguato, conciliare carriera e famiglia è possibile.

Stella Creasy dalla parte delle donne

La 44enna Stella Creasy è membro del Parlamento del Regno Unito dal 2010. La laburista ha avuto una figlia nel 2019 e un figlio nel 2021. Quello della maternità e dei diritti delle neo mamme sul posto di lavoro sono temi che le stanno particolarmente a cuore e per cui si è sempre battuta, così come il diritto all'aborto. In prima persona si è resa conto delle difficoltà a cui una donna va incontro, quando si tratta di conciliare la propria professione con la vita familiare. Questo a causa dell'assenza di adeguate misure che le tutelino su entrambi i fronti, consentendo di viverli senza colpe e senza rinunce.

Stella Creasy
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La battaglia di Stella Creasy

Sin dalla prima gravidanza, la Creasy ha portato avanti una campagna per migliorare i diritti di maternità per i parlamentari. È stata la prima a nominare un locum, una sorta di deputato provvisorio che potesse ufficialmente e temporaneamente fare le sue veci nella gestione del lavoro (Kizzy Gardiner). Non si era mai visto prima, nel Parlamento britannico. Questa figura, però, le è stata negata una volta data la luce alla sua primogenita. Quando ha annunciato la seconda gravidanza ha contestato le iniziative del governo per limitare i nuovi piani per il congedo di maternità parlamentare. Difatti lei lo ha richiesto alle stesse condizioni del procuratore generale Suella Braverman, massima autorità legale del governo di Boris Johnson, ritenendo di avere gli stessi diritti in quanto donna, al di là dalla carica. Purtroppo in materia ci sono leggi molto restrittive, frutto di antichi retaggi culturali e convenzioni sessiste duri a morire, contro cui la Creasy si batte giorno dopo giorno.

Stella Creasy
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Queste discriminazioni mettono le donne in condizione di dover scegliere tra lavoro e famiglia, non le fa sentire libere e autonome nella gestione di questi due aspetti, che potrebbero convivere se ci fossero delle tutele, dei sostegni.Portare suo figlio con sé in Parlamento è stato il gesto simbolico per rivendicare nuovamente la sua battaglia. Lo ha portato per dimostrare quanto sia difficile, quanto impegno serva da parte delle donne, che possono e vogliono farcela, ma hanno bisogno di non sentirsi sole, hanno bisogno di sapere di avere degli alleati accanto, piuttosto che nemici. Rivolgendosi a Jacob Rees-Mogg, leader della Camera dei Comuni di Westminster (padre di sei figli e dunque ferrato sull'argomento) la Creasy ha detto: "Vuole incontrare una delegazione interpartitica per vedere come possiamo garantire a tutti in questo Parlamento la legge sulla maternità e sul congedo parentale?". Lui non si è mostrato particolarmente propenso, difendendo le leggi attualmente in vigore, a suo dire sufficienti e ragionevoli.

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