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Festival di Sanremo 2020

Sanremo non ha mai avuto una donna come direttrice artistica, questo è il vero problema

Le accuse di Amadeus dopo la conferenza stampa sono solo la punta dell’iceberg di un Festival di Sanremo che ancora esclude le donne dal vero potere decisionale e artistico e le relega alla co-conduzione.
A cura di Giulia Torlone
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È stata una scommessa. L’ho scelta perché, oltre ad essere bellissima, è capace di stare vicino a un grande uomo stando un passo indietro”. Così ieri Amadeus ha motivato la presenza nella squadra di Sanremo di quest’anno di Francesca Sofia Novello, modella, influencer, nonché fidanzata di Valentino Rossi. Una conferenza stampa farcita da un “bella”, “bellissima” a ogni pié sospinto, in riferimento alle undici donne che divideranno il palco con il padrone di casa di quest’anno.

Gli uomini dirigono, le donne calcano il palcoscenico

Ma spegniamo per un istante i microfoni, mettiamo da parte l’infelice frase del conduttore e guardiamo il tavolo di quella conferenza. Amadeus al centro, Diletta Leotta, Antonella Clerici, Francesca Sofia Novello, Emma D’Aquino e Laura Chimenti lo attorniano dato il loro ruolo di co-conduttrici del Festival canoro. E ora facciamo correre la memoria a quando abbiamo visto quello stesso tavolo con una donna al centro e cinque uomini intorno. Buio, o al massimo qualche ricordo offuscato. Già, perché dal 1951 ad oggi, la conduzione di Sanremo ha visto dei volti femminili solamente dodici volte. E di queste dodici solamente Antonella Clerici, Simona Ventura, Raffaella Carrà, Loretta Goggi e Maria Giovanna Elmi hanno calcato il palco dell’Ariston come padrone di casa esclusive, senza dividerlo con un conduttore. Ma c’è di più: mai nessuna donna nella storia di questo concorso canoro ha mai ricoperto il ruolo di direttrice artistica, fondamentale per la scelta dei talenti in gara. Mai nessuna donna dal 1951.

Va da sé che la polemica che si è scatenata ieri sui social dopo la conferenza stampa è un po’ come la storia della pagliuzza e della trave. Uno scivolone? No, nessuno qui vuole sminuire la gravità di quanto detto dal conduttore, ma piuttosto fotografare lo stato delle cose. Nel tradizionalissimo Sanremo, le donne hanno ancora un ruolo tradizionalissimo. La scalinata, le pagelle sui vestiti, i fiori, il “dirige l’orchestra Peppe Vessicchio”, le battute comiche o le splendide imitazioni (vedi la strepitosa Virginia Raffaele nella scorsa edizione). Le decisioni sui cantanti in gara o sugli ospiti di ogni anno è faccenda a solo ed esclusivo appannaggio degli uomini. E, dispiace dirlo, ma questo si riflette inevitabilmente sulla scelta degli interpreti che calcano il palco dell’Ariston. Anche quest’anno, la presenza di cantanti donne è nettamente inferiore a quello degli uomini: solamente sei su ventiquattro big in totale. Un caso? Può anche darsi, ma considerando il panorama musicale italiano che ci circonda, appare assai strano un così esiguo numero di interpreti al femminile.

Francesca Sofia Novello ed Elisabetta Gregoraci, merito e colpa di essere “le compagne di”

Non solo Amadeus, ad essere investito dalla polemica è stato anche Nicola Savino, accusato su Instagram da Elisabetta Gregoraci di averla esclusa dalla co-conduzione di “L’Altro Festival” a causa del suo ex marito Flavio Briatore e le sue simpatie politiche verso la destra. Se la Novello è stata presa grazie al suo fidanzato, la Gregoraci è stata esclusa a causa del suo ex marito. E viene da sorridere se pensiamo all’esclusione di Chiara Ferragni, bocciata perché, secondo il Codacons, è “un modello sbagliato per giovani e minori”. Influencer, imprenditrice con un fatturato milionario, solo secondariamente alla ribalta per il suo matrimonio con Fedez, è stata esclusa dalla kermesse con una motivazione che lascia basiti. C’è un bel dire sul “Sanremo che si tinge di rosa” di quest’anno, se il rosa è il colore della tappezzeria di sfondo.

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Trent’anni, giornalista professionista, si occupa di politica e questioni di genere tra web, carta stampata e tv. Aquilana di nascita, ha studiato Italianistica a Firenze con una tesi sul rapporto tra gli intellettuali e il potere negli anni duemila. Da tre anni è a Roma, dedicando anima e cuore al giornalismo. Naturalmente polemica e amante delle cose complicate, osserva e scrive per capirci di più, o per porsi ancora più domande. Profondamente convinta che le donne cambieranno il mondo. 
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