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Prada dice stop alle pellicce, il marchio di moda adotterà una politica fur free dal 2020

Dalla prossima collezione Primavera/Estate 2020 il gruppo Prada non utilizzerà più pellicce. Il gruppo adotta la politica Fur Free a favore degli animali e della protezione dell’ambiente in collaborazione con Fur Free Alliance.
A cura di Chiara Sorice
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Il Gruppo Prada, uno dei leader mondiali nel settore del lusso, ha annunciato che dalla prossima stagione Primavera/Estate 2020 aderirà alla politica Fur Free, non utilizzerà più pellicce animali, in collaborazione con Fur Free Alliance, l'unione di più di 50 Paesi che proteggono gli animali e che combattono l'uso di pellicce. Lo stock di Prada continuerà ad essere oggetto di vendita fino ad esaurimento ma dal 2020 sarà proibito realizzare capi di abbigliamento, accessori fatti di pelliccia animale. “L’innovazione e la responsabilità sociale sono parte dei valori fondanti del Gruppo Prada e la decisione di sottoscrivere la politica fur-free – frutto di un dialogo costruttivo con Fur Free Alliance e in particolare con LAV e con The Humane Society of the United States – rappresenta un importante traguardo nell’ambito di questo nostro impegno”, ha dichiarato Miuccia Prada.

Prada e Fur Free Alliance, insieme per combattere l'uso di pellicce animali

Il Gruppo Prada è attivo sul mercato con i marchi Prada, Miu Miu, Church’s e Car Shoe nella produzione e commercializzazione di borse, pelletteria, calzature, abbigliamento e accessori distribuiti in 70 Paesi del mondo. "Fur Free Alliance si congratula con il Gruppo Prada per la sua svolta fur-free, il Gruppo e i suoi brand si aggiungono a un elenco sempre più lungo di marchi fur-free che testimonia un nuovo approccio dei consumatori nei confronti degli animali”, ha dichiarato Joh Vinding, Presidente della Fur Free Alliance. La scelta del Gruppo Prada di aderire alla politica Fur Free rispetta la volontà delle persone, la loro etica di proteggere gli animali e di essere più rispettosi dell'ambiente. "Oggi, uno dei più grandi gruppi nel settore del lusso è diventato un player importante in materia di rispetto degli animali e di innovazione, a vantaggio delle generazioni future”, ha dichiarato PJ Smith, direttore della fashion policy presso The Humane Society of the United States. The Humane Society of the United States è la più grande organizzazione che si occupa di proteggere gli animali ed è la più efficace del settore. Per 60 anni si è dedicata attivamente alla difesa di tutti gli animali combattendo contro ogni forma di crudeltà. L'alleanza tra i Paesi Fur Free si basa sul rispetto di un programma comune, Il Fur Free Retailer Program che coinvolge 1.000 aziende per promuovere le relazioni tra i brand Fur-Free e i consumatori.

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I brand che hanno detto stop alle pellicce

Prima tra tutte Stella McCartney, designer, vegana, ambientalista, simbolo della campagna contro lo sfruttamento degli animali nel mondo della moda, non ha mai utilizzato per le sue collezioni di borse, scarpe, capi di abbigliamento, materiali di origine animale. I noti marchi di moda Gucci e Armani già dal 2016 hanno annunciato di non voler più utilizzare capi di abbigliamento di origine animale, Versace e Furla dallo scorso anno hanno sostituito le pellicce animali con ecopellicce, Michael Kors ha messo al bando le pellicce dalla fine del 2018, tutti questi brand sono entrati a far parte del Fur Free Retailer Programme. Negli anni Ottanta il must have era il visone, la pelliccia di volpe che tutte le donne desideravano ma già dagli anni '90 la tendenza è stata messa al bando con il politically correct a favore degli animali e dell'ambiente, oggi sono pochi i brand che ancora utilizzano le pellicce vere, molti scelgono le alternative eco-friendly, per gli animali è un sollievo sperando che sia una scelta definitiva e non una moda passeggera.

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