Perché Vittoria è la miglior testimonial per il brand di Chiara Ferragni
Chiara Ferragni è diventata mamma per la seconda volta e l'arrivo della piccola Vittoria Lucia Ferragni ha sollevato, come ci si aspettava, un'ondata di curiosità ed entusiasmo da parte dei media: la primissima foto di Baby Girl ha totalizzato milioni di likes in poche ore. Ma l'onda dell'entusiasmo non si è limitata solo ai likes: le tutine indossate dalla bimba (ovviamente firmate dal brand di mamma Chiara Ferragni) sono andate sold out immediatamente. Non solo: con un'abile mossa di marketing Chiara Ferragni ha messo in vendita, 48 ore dopo il parto, il modello di pigiama che indossava in ospedale: il completo rosa costa 159 euro e si può preordinare online. Alla nascita del piccolo Leone, tre anni fa, parte dell'opinione pubblica si chiese se fosse giusto esporre così presto un bambino sui social, dove le sue immagini rimarranno per sempre, che lui lo voglia o no. Adesso il dibattito è cambiato: se la foto di baby Vittoria in sala parto non stupisce più nessuno, la scelta di vestire la neonata "brandizzata" nei suoi primi giorni di vita ha suscitato numerose polemiche.
Il personal branding dei Ferragnez
Chiara Ferragni ha avuto l'innegabile abilità di trasformare la sua vita quotidiana in un formidabile strumento di lavoro. Dai primi scatti degli outfit fino al suo matrimonio, Chiara Ferragni ha immortalato e condiviso ogni giorno della sua vita, senza tacere problemi di salute o aspetti più intimi come le ecografie o la proposta di matrimonio, avvenuta in diretta tv. Da semplice "testimonial" per altri brand, a un certo punto ha deciso di mettersi in proprio, iniziando a disegnare una propria linea di abiti e accessori. La relazione con Fedez ha rafforzato un brand già popolare: non tanto la linea di abbigliamento ma la loro immagine personale. Chiara Ferragni non è mai diventata la "signora Fedez": insieme hanno creato un marchio vincente, i Ferragnez, la vera "golden couple" italiana al pari di Jay-Z e Beyoncé o come Brad Pitt e Angelina Jolie, per fare qualche esempio. Il primo esempio lampante della potenza di fuoco della coppia è stato il loro matrimonio. Tutto era brandizzato "Ferragnez": dall'acqua in bottiglia agli Smarties, fino alle slippers regalate agli invitati per far riposare i piedi stanchi dai tacchi a spillo. Non solo: se una volta le celebrità vendevano il servizio fotografico al migliore offerente, la coppia di influencer italiani non ne ha avuto bisogno. Alla cerimonia non era presente la stampa, ma le immagini hanno fatto il giro del mondo grazie alla potenza mediatica dei due. Chiara ha accuratamente evitato stampa e tv in questi anni, dimostrando di non averne bisogno e di essere capace di parlare direttamente al suo pubblico.
Perché Leone e Vittoria sono diversi da tutti i baby influencer
Il caso di Chiara Ferragni è quasi unico al mondo. Gli annunci di gravidanza o di nascite sui social raccolgono sempre l'interesse collettivo: quando Beyoncé nel 2017 si mostrò con il pancione totalizzò 12 milioni di likes, schizzando in cima alla classifica delle foto più apprezzate al mondo. Ma dopo la nascita dei figli la popstar ha sempre tenuto i piccoli lontani dai social. Nell'attuale classifica dei post che hanno infranto i record di "cuoricini" ci sono ben tre foto della figlia di Kylie Jenner: la prima foto dopo il parto, con 18 milioni di mi piace, è attualmente in sesta posizione, ma si vedeva appena un dettaglio della mano e della tutina. Molte celebrità decidono di esporre i propri figli sui social, anche con abiti griffati. Un esempio è Kulture, la figlia di Cardi B, che sfoggiava accessori di lusso ancor prima di andare a scuola. Ma si tratta di capi acquistati o regalati dai brand. Il caso di Baby V ha suscitato scalpore perché indossava (e involontariamente pubblicizzava) gli abitini prodotti dalla mamma senza che potesse avere diritto di parola nella sua decisione.
Il "caso" delle tutine di baby Vittoria
Il tema dell'esposizione dei figli sui social ormai esiste e non riguarda più solo Chiara Ferragni o le webstar: nonostante gli esperti avvertano dei potenziali rischi, moltissimi genitori lo fanno con i propri bambini. La società è cambiata e ormai ha interiorizzato questa pratica che solo qualche anno fa destava scandalo. Il percorso di Fedez e Chiara Ferragni, in questo, è sempre stato coerente: i genitori hanno spiegato la propria scelta e hanno sempre agito di conseguenza. Che sia stata una abile e deliberata mossa di marketing o meno, sicuramente Vittoria si è rivelata un'ottima testimonial, per quanto inconsapevole, degli abiti della mamma. Ma la domanda è un'altra: cosa avrebbe dovuto mettere Chiara addosso alla piccola? Le griffe di moda avrebbero speso volentieri cifre stellari per un'occasione di pubblicità così ghiotta. Sarebbe stato molto peggio allora "lucrare" sulla nascita della bambina vendendo la prima foto al miglior offerente e vestendo la piccola con il marchio che era disposto a sborsare di più. Anche la più anonima tutina dei grandi magazzini sarebbe stata prima o poi riconosciuta dai fan, provocando una corsa all'acquisto. Piuttosto allora che "mettere all'asta" il primo look di Vittoria, mamma Chiara ha preferito fare da sé e vestirla con i suoi abiti. Non è difficile immaginare che una donna stilista o un'imprenditrice di moda voglia vestire la figlia con le proprie creazioni. Lo "scandalo", nel caso della Ferragni, nasce dalla sconfinata visibilità che hanno i suoi post. Ma chi, nella stessa condizione, non l'avrebbe fatto?