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Perché sono aumentati i casi di ansia tra gli adolescenti: troppi stimoli

Se bambini e adolescenti soffrono di ansia e attacchi di panico la colpa non è solo della pandemia. Negli ultimi anni moltissimi giovani hanno cominciato a soffrire di questo tipo di disturbo. Abbiamo chiesto allo psichiatra Claudio Mencacci quali sono le cause e come aiutare i ragazzi a prevenire e affrontare questi disturbi.
Intervista a Prof. Claudio Mencacci
Psichiatra, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'Ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano
A cura di Francesca Parlato
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Ansia e attacchi di panico non sono solo una cosa da adulti. Sono sempre di più i bambini e gli adolescenti che manifestano sintomatologie legate a questo tipo di disturbi, e la colpa non è soltanto della pandemia, i numeri infatti, sia in Italia che nel resto del mondo, erano già molto alti ben prima che il Covid irrompesse nella nostra quotidianità. Mal di pancia, irrequietezza, paura dell'abbandono, tendenza a chiudersi, sono alcuni dei modi in cui l'ansia si manifesta nei più giovani. Qualche giorno fa anche la modella americana Kendall Jenner in una video intervista su Vogue ha raccontato che da giovanissima, quando aveva soltanto 8-9 anni, soffriva di attacchi di ansia e panico.

I fattori che scatenano l'ansia nei più giovani

Nei bambini e negli adolescenti che soffrono di questo tipo di disturbi il professor Claudio Mencacci, past president SIP (Società Italiana di Psichiatria), direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'Ospedale Fatebenefratelli – Sacco di Milano, individua due fattori comuni. "All'aumento di sensazioni di ansietà, discontrollo degli impulsi e discontrollo emotivo corrisponde un aumento spropositato di situazioni di stimolazione per i più giovani – spiega a Fanpage.it – In particolare eccitanti di carattere alimentare, come alcuni tipi di bibite che contengono caffeina o alimenti ricchi di zuccheri". Un ulteriore effetto eccitante sui ragazzi è provocato dagli stimoli visivi. "Questi ultimi incidono anche in maniera particolarmente significativa sul sonno. L'alterazione del sonno è l'altro denominatore comune". Insonnia, alterazione del ritmo sonno veglia, riposo frammentato possono essere alla base dell'insorgere di ansie e attacchi di panico. "E anche la riduzione della quantità di ore dedicate al sonno è un fattore scatenante. Non si tratta ovviamente delle uniche cause, ma sono degli elementi comuni a tanti bambini e adolescenti che soffrono di ansia. E che spianano la strada all'abuso di alcol e droghe con l'arrivo dell'adolescenza. Questi due fattori sono infatti dei convitati di pietra che possono dare il colpo di grazia ad alcune situazioni di ansietà pregresse". A contare però è anche la familiarità: "Dal punto di vista sia biologico che genetico, in particolare il coping cognitivo, ovvero la strategia di adattamento per fronteggiare situazioni complesse". A tutti questi fattori si devono aggiungere anche eventi come traumi o abusi. "L'esposizione a situazioni che rendono fragile il percorso evolutivo di un giovane incide sull'insorgenza di questi disturbi. Dobbiamo ricordarci che la mente è sempre molto plastica e che esiste sempre una fortissima interazione tra dotazione biologica, genetica e ambiente". Infine anche il bambino che sente di essere abbandonato emotivamente dal genitore potrà facilmente manifestare ansia o panico. "Attenzione però non si tratta di bambini trascurati o non curati, ma di ragazzi che hanno genitori anaffettivi o scarsamente orientati a tenere conto dei loro bisogni. Si tratta di situazioni che generano vissuti di abbandono di mancato accudimento".

Come accorgersi se il proprio figlio soffre di ansia

Kendall Jenner ha raccontato che da piccola le sue crisi d'ansia le creavano difficoltà respiratorie. Alcuni bambini invece somatizzano, iniziano a soffrire di mal di pancia o mal di testa senza riuscire a esprimere il loro disagio. "Molti bambini hanno anche difficoltà a concentrarsi, si distraggono con estrema facilità. Altri ancora verbalizzano la loro ansia raccontando che hanno paura di fallire, che provano la sensazione di non farcela o di inadeguatezza". E poi molti fanno i conti con la paura, la vergogna, le critiche, temono le dinamiche di gruppo che a volte possono tramutarsi in atti di bullismo. "In molti insorge anche una vera e propria ansia sociale, sopratutto durante l'adolescenza. Hanno paura del pregiudizio, dei commenti sul loro corpo, si sentono goffi, ridicoli e tutto questo fa nascere in loro la paura di stare a contatto con gli altri. Non è un caso se molti soffrono anche di ansia da separazione e sono molto dipendenti dai loro genitori". Estremamente frequenti nei bambini che soffrono di questo tipo di ansia sono gli attacchi di panico. "Moltissimi bambini soffrono anche di pavor nocturnus, il terrore che si manifesta durante il sonno".

Come trattare ansia e panico nei più piccoli

Fino allo scorso anno il metodo migliore per accorgersi dell'ansia nei bambini lo forniva la scuola. "L'andamento e l'interazione scolastica erano i primi segnali. Oggi che non è possibile usufruire di questo parametro bisogna stare attenti alla chiusura, all'eccessiva introversione, a notare se c'è una tendenza a nascondersi ossessivamente, a dire bugie e se c'è una certa irritabilità o irrequietezza". Davanti a questi sintomi ogni genitore, prima di rivolgersi a uno specialista, ha alcune carte da giocare. "Le madri e i padri devono ascoltare e seguire gli interessi dei loro figli – spiega il professor Mencacci – Devono essere i loro talent scout, scoprire quali sono le loro inclinazioni e stimolarli. Devono insegnare loro a essere persone interessate, curiose, ad avere voglia di meravigliarsi. I genitori devono mettere da parte le loro aspettative e concentrarsi su quelli che sono i desideri dei propri figli e sostenerli, anche se sono diversi da quelli che immaginavano o a cui aspiravano". Anche lavorare sullo stile di vita dei bambini può essere utile sia nella prevenzione che per il trattamento di ansia e panico. "Cerchiamo di abituarli a uno stile di vita sano. Facciamo in modo che ci sia un adeguato ritmo sonno veglia, che di notte non ci siano stimoli luminosi nella stanza, né tantomeno smartphone o altri device. E poi invitiamoli a praticare uno sport, individuale o di gruppo, seguendo quelle che sono le loro inclinazioni e desideri". Se però queste attenzioni e questi accorgimenti non danno gli esiti sperati è necessario rivolgersi a uno specialista. "Come si farebbe col pediatra o con l'otorino. Non bisogna temere di rivolgersi a uno specialista. Se non affrontate certe ansie rischiano di cristallizzarsi, di diventare dei sentimenti prevalenti che i ragazzi si porteranno dietro una volta diventati adulti".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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