Modelli in sala operatoria con teste mozzate portate come borse: la rivoluzione di Gucci
E' cominciata ufficialmente la Milano Fashion Week, che fino al 27 febbraio vedrà le più grandi Maison di moda presentare le collezioni per la stagione Autunno/Inverno 2018-19. Una delle sfilate più attese della prima giornata non poteva che essere quella di Gucci, Maison che è riuscita ancora una volta a mostrare la genialità del direttore creativo Alessandro Michele. Lo stilista ha messo in scena uno show d'avanguardia a metà tra il rivoluzionario e l'inquietante, ha trasformato la location scelta in una grossa sala operatoria con tanto di luci al neon, lettini e pareti sterilizzate, in modo tale che il pubblico seduto potesse sentirsi in una sorta di sala d'attesa del pronto soccorso. L'obiettivo era dimostrare la sua capacità di tagliare, cucire e ricostruire capi classici e iconici, dando vita a nuove identità e nuovi stili che superano le barriere del reale.
La sfilata "allegorica" di Gucci
La sfilata Gucci si è tenuta ieri a Milano in occasione della Settimana della Moda e ha lasciato tutti senza parole a partire dall'invito, un aggeggio con un countdown elettronico. Il direttore creativo Alessandro Michele ha voluto dare diversi significati allegorici allo show. Innanzitutto i modelli si sono ritrovati a sfilare nel bel mezzo di una sala operatoria che intendeva essere una metafora dell'attività dello stilista, che nel suo lavoro di "taglia e cuci" riesce a fondere identità e stili superando i limiti del reale. "Il mio è un lavoro da chirurghi. Il mio luogo creativo è in apparenza identico alla sala operatoria perché rappresenta l’ordine nella confusione totale dei tessuti, degli strumenti", ha spiegato lo stilista. Per la collezione per l'Autunno/Inverno 2018-19 si è ispirato a "Manifesto Cyborg" scritto da D.J. Haraway nel 1984, anche se non si è fatto influenzare da moltissimi altre suggestioni che all'apparenza non hanno alcun filo conduttore con il tema della sfilata ma che riescono a rappresentare la confusione del corpo, dei tessuti e degli strumenti, proprio come accade nel luogo in cui lo stilista crea. Il cyborg è diventato un simbolo di emancipazione che invita il pubblico a chiedere chi vuole essere davvero. Teste mozzate, cuccioli di drago o di serpenti portate come borse, terzi occhi, pagode come copricapi, passamontagna: nella nuova linea di Gucci tutti gli accessori sono al limite del surreale.
Perché i modelli portano le teste mozzate come borse?
Tra i dettagli più inquietanti della collezione Autunno/Inverno 2018-19 ci sono le teste mozzate che riproducono alla perfezione il viso dei modelli, sono state portate braccio proprio come se fossero delle it-bag. Non si tratta semplicemente di un accessorio in stile famiglia Addams ma di una metafora della fatica che ognuno di noi fa nell'accudire e nel far crescere la propria testa. Gli abiti e la moda non fanno altro che aiutarci, facendo emergere la nostra personalità in modo poetico. E' proprio per questo che, dal punto di vista di Alessandro Michele, ogni persona dovrebbe avere uno stile personale: così facendo riuscirebbe a spiegare attraverso la scelta dei vestiti la propria unicità e il percorso che l'ha portato al cambiamento. L'obiettivo del designer di Gucci, dunque, non è solo quello di fare moda ma anche di istigare a far emergere la parte più nascosta del proprio carattere, dando libero sfogo all'espressività, anche a costo di usare capi e accessori decisamente sopra le righe come quelli presentati in passerella.