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Festival di Sanremo 2020

Mara Maionchi contro Junior Cally:”Perché un signore così cattivo deve andare a Sanremo?”

Ospite di Rai 3, la produttrice musicale torna sulla polemica intorno al Festival, reputando fuori luogo la partecipazione del trapper Junior Cally. A difenderlo è Irene Grandi: “Il rap è sempre provocatorio”. Sul fronte politico Maurizio Gasparri si scaglia contro la Rai e attacca “il silenzio delle femministe”
A cura di Giulia Torlone
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Tutti noi conosciamo Mara Maionchi e sappiamo che di certo non le manda a dire. Ospite della trasmissione Cartabianca di Bianca Berlinguer, su Rai3, torna anche lei sul caso Sanremo 2020, un’edizione in cui le polemiche sembrano non placarsi. Anzi. La produttrice musicale non usa mezze misure e giudica in maniera più che negativa trapper Junior Cally alla kermesse di quest’anno. “È molto violento non solo nei suoi testi, ma anche nel suo atteggiamento in generale. Ma perché uno così vuole andare nel cuore della canzone nazional-popolare?” attacca la Maionchi. Si dice certa che l’Ariston, tradizionale per antonomasia, non sia il palco adatto per il cantante.

“È assolutamente fuori luogo. Se io avessi queste idee non andrei nel tempio italiano della canzone. Perché un signore così cattivo deve andare a Sanremo? Modificare la sua violenza per essere lì, in mezzo ai fiori, è una cosa che rimane difficile da capire”.

La produttrice è esterrefatta non solo dai contenuti delle sue canzoni, ma anche dal suo porsi “con maschera e bastone”, che a suo dire mostrano una violenza che va oltre le parole della sua musica. In passato, la provocazione più grande a cui abbiamo assistito sul palco dell’Ariston è stato Vasco Rossi ma, ci ricorda la Maionchi, non si è mai oltrepassato quel limite che a suo parere sembra aver aver superato Junior Cally. Una scelta, dunque, incomprensibile per Mara.

La politica sul palco dell’Ariston per il caso Junior Cally

Da sempre Sanremo non è solo spettacolo e canzone, ha anche i suoi risvolti politici. Immancabili, dunque, prese di posizione e polemiche sul tema da parte di esponenti di partito. A prendere la parola stavolta è Maurizio Gasparri, senatore del Popolo della Libertà, che dalle colonne del Tempo attacca:

“Il nostro è uno strano Paese. Spesso di fronte a episodi anche marginali si registra una corale reazione, assolutamente giusta e comprensibile, per contestare razzismo, attacchi alle donne, antisemitismo. Ora invece troppi tacciono di fronte al rapper Junior Cally, che ha inneggiato nelle sue presunte canzoni all’uccisione dei carabinieri e all’uccisione delle donne e alla violenza nei loro confronti. Eppure questo signore andrà a Sanremo.”

Gasparri non si limita all’invettiva contro la rete del servizio pubblico, ma se la prende anche con quello che reputa un silenzio importante:

“Ma perché in altri casi tutti intervengono, tutti parlano e in questo caso c’è il silenzio delle femministe? È stata voluta una commissione contro gli episodi di razzismo e i linguaggi violenti che dovrebbe essere presieduta dalla Segre. Nessuno ha nulla da dire su questo episodio gravissimo che riguarda il servizio pubblico televisivo, il canale principale della Rai e la sua principale trasmissione?”

C’è da dire che, invece, tanto si è intervenuto sul tema e numerose sono state le prese di posizione contro Sanremo di quest’anno, tanto da essere arrivati anche a lanciare un hashtag che invita al boicottaggio. Il coro di voci si è levato da più parti, donne e uomini, a riprova del fatto che per condannare un linguaggio violento e sessista non è necessario essere femministe.

Irene Grandi:“Assurdo il processo al trapper”

Di opinione opposta, invece, è Irene Grandi. Anche lei in gara quest’anno con “Finalmente io” a firma Vasco Rossi, prende le difese del trapper Junior Cally e del direttore artistico Amadeus“Il rap ha nella sua natura un linguaggio provocatorio, anche violento. Ma è la musica che parla a molti giovani: dovremmo lasciarla fuori da Sanremo?” dichiara la cantante al Corriere della Sera. “È curioso che certi attacchi arrivino dai politici sui social, visto che anche loro utilizzano un linguaggio censurabile quando, invece, dovrebbero essere d’esempio per tutti noi.” L’artista toscana torna poi sulla dichiarazione di Amadeus e le donne che lo affiancheranno sul palco, dicendosi convinta che il conduttore non abbia affatto una cultura sessista, che sia stata semplicemente una frase “uscita male”. A pochi giorni dall’inizio di questo Sanremo 2020, insomma, il clima resta incandescente. Politici, cantanti, personaggi dello spettacolo, ognuno di loro rilascia dichiarazioni sul caso o promette battaglia. Non ci resta che aspettare che la gara abbia inizio.

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Trent’anni, giornalista professionista, si occupa di politica e questioni di genere tra web, carta stampata e tv. Aquilana di nascita, ha studiato Italianistica a Firenze con una tesi sul rapporto tra gli intellettuali e il potere negli anni duemila. Da tre anni è a Roma, dedicando anima e cuore al giornalismo. Naturalmente polemica e amante delle cose complicate, osserva e scrive per capirci di più, o per porsi ancora più domande. Profondamente convinta che le donne cambieranno il mondo. 
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