Lo schwa entra per la prima volta nella comunicazione istituzionale: lo adotta il Comune di Castelfranco
Non tutti si riconoscono nei soli generi maschile e femminile. Questo binarismo a molti sta stretto, perché si preferisce evitare una qualunque classificazione o perché ci si sente più a proprio agio con un concetto di fluidità. Ne consegue un non riconoscersi nella maggior parte delle espressioni e delle parole comunemente usate. Per questo si sta cercando di rendere il linguaggio più aperto e inclusivo, andando oltre queste barriere, queste etichette che generano discriminazione e che fanno sentire le persone di fatto emarginate, escluse. Lo schwa è la vocale che aiuta l’italiano a essere più inclusivo, perché essendo neutra evita le sole declinazioni maschile e femminile.
Cosa è lo schwa
Lo schwa è un carattere dell’Alfabeto Fonetico Internazionale. A differenza di altre lingue come l'inglese, in italiano è inesistente, eccezion fatta per alcune varianti dialettali. Si tratta di un suono indefinito e completamente neutro, che in qualche modo riassume e condensa tutte le vocali. Esiste sia in forma singolare (ǝ) che plurale, il cosiddetto schwa lungo (з). Il suo utilizzo più recente è legato al superamento dei soli maschile e femminile, a vantaggio di un pubblico più eterogeneo. Prima si usava l'asterisco oppure la lettera finale "u", appunto per evitare desinenze che potessero essere ricondotte al solo binarismo di genere. Lo schwa è un'ulteriore evoluzione che sta trovando ampi consensi, ma che sta anche sollevando delle critiche. La discussione è apertissima e vi ha preso posto anche il Comune di Castelfranco Emilia, il primo in Italia ad adottare nel suo account istituzionale Facebook lo schwa, in nome di un linguaggio più inclusivo possibile e del superamento delle etichette di genere.
Castelfranco, un Comune all'avanguardia
Lo schwa è utilizzato sempre più spesso nel parlato, sui social e nel linguaggio scritto, ma fino ad ora non aveva ancora trovato posto in sedi istituzionali. A colmare questa lacuna e ad aprirsi all’uguaglianza e all’inclusività è stato il comune di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, che ha iniziato ad usarlo nelle sue comunicazioni social. Il simbolo viene posto come desinenza di alcuni termini, così da evitare l’imbarazzo di rivolgersi a soli uomini e donne, abbracciando invece la comunità più ampia possibile, anche chi non si riconosce nei due generi oppure non sente alcun bisogno di questa “classificazione”. L'obiettivo è rendere la comunità più coesa, senza fare differenze di alcun tipo, ma anzi rappresentando tutti i suoi membri. Difatti in un post si legge proprio: "Il rispetto e la valorizzazione delle differenze sono principi fondamentali della nostra comunità e il linguaggio che utilizziamo quotidianamente dovrebbe rispecchiare tali principi. Ecco perché vogliamo fare maggiore attenzione a come ci esprimiamo: il linguaggio infatti non è solo uno strumento per comunicare, ma anche per plasmare il modo in cui pensiamo, agiamo e viviamo le relazioni. Ecco perché abbiamo deciso di adottare un linguaggio più inclusivo: al maschile universale (tutti) sostituiremo la schwa (tuttə), una desinenza neutra". Con questo gesto il Comune di Castelfranco ha deciso non di stravolgere la propria lingua, ma piuttosto di fare un gesto di cura e attenzione verso tutte le persone, in nome dell'uguaglianza e dell'inclusività.