La salute della tiroide passa anche dalla tavola: i cibi da mangiare e quelli da evitare
Regola il metabolismo e secerne gli ormoni in grado di influenzare l'umore, l'attività cardiovascolare e anche la crescita. La tiroide, questa piccola ghiandola a forma di farfalla che si trova alla base del collo, può condizionare il nostro benessere e la nostra salute. E come tutti gli organi il suo corretto funzionamento dipende anche dall'alimentazione. "La tiroide – ha spiegato a Fanpage.it la dottoressa Rosa Lenoci, nutrizionista e presidente dell’Associazione Biologi Nutrizionisti Italiani – è sensibile a determinati micronutrienti in particolare lo iodio e il selenio. Due elementi essenziali per il suo funzionamento, tanto che eventuali carenze possono determinare lo sviluppo di alcune patologie".
Come preservare la tiroide a tavola
Una dieta varia ed equilibrata oltre a preservare la salute del nostro organismo si rivela utile anche per proteggere la tiroide: "La dieta non deve essere mai monocorde. Vanno inseriti tutti i nutrienti, non soltanto proteine animali o amidi. E per preservare la salute della tiroide è bene anche fare attenzione a non eccedere con le farine e gli zuccheri: se mangiamo soltanto questo tipo di nutrienti avremo dei picchi glicemici particolarmente elevati tali da indurre una iper produzione di insulina che può scompensare tutta la regolazione ormonale, compresa quella degli ormoni tiroidei". Attenzione anche ai grassi polinsaturi: "Questo tipo di grassi, insieme a quelli idrogenati, contenuti nei prodotti industriali, sono degli inibitori delle funzionalità della tiroide". Insieme allo iodio anche il selenio è importante per il lavoro della tiroide: "Il selenio, che può essere assunto anche in presenza delle due disfunzioni che maggiormente colpiscono la tiroide (ipo e ipertiroidismo), aiuta ad abbassare i livelli di infiammazione della ghiandola".
L'importanza dello iodio per la tiroide
Tra le patologie più comuni a carico della tiroide c'è il gozzo, in Italia sono circa 6 milioni di persone a soffrirne: "Solitamente il gozzo, ovvero l'ingrossamento della ghiandola, è legato ad una carenza di iodio all'interno dell'alimentazione". In alcune popolazioni la carenza di iodio è endemica, pensiamo a chi vive in alta montagna, dove lo iodio sprigionato dal mare non riesce ad arrivare: "In quelle persone si è evidenziata anche una maggiore tendenza all'ipotiroidismo e per questo motivo si è intervenuto con successo attraverso l'integrazione nell'alimentazione di sale iodato".
La dieta per l'ipotiroidismo
Lo iodio si rivela un prezioso alleato anche per chi soffre di ipotiroidismo, una disfunzione che colpisce circa il 5% della popolazione italiana e soprattutto le donne che ne soffrono circa 10 volte di più degli uomini. "In questi casi, oltre a seguire un'adeguata terapia medica, è importante aumentare le fonti di iodio – suggerisce la nutrizionista – Sale iodato, frutti di mare, legumi e cereali. Attenzione però a non esagerare e soprattutto sconsiglio l'uso di integratori a base di questo minerale perché esiste un reale rischio di intossicazione. Meglio cercare di assumere tutto lo iodio che serve dagli alimenti". Per chi soffre di questa disfunzione è importante anche stare attenti ad alcuni alimenti che inibiscono ulteriormente la sintesi degli ormoni tiroidei: "Si tratta degli isoflavoni: contenuti principalmente nella soia e nelle crucifere (broccoli, cavoli, cavoletti di Bruxelles), in particolare nel gambo di queste verdure. Per questo motivo, per evitare di eliminare totalmente dalla nostra alimentazione le crucifere (che per altri versi sono particolarmente salutari) si consiglia di consumarle privandole del gambo".
Gli alimenti da evitare per chi soffre di ipertiroidismo
Quando invece la tiroide funziona ‘troppo', siamo in presenza di ipertiroidismo. In questo caso bisogna evitare di stimolarla ulteriormente e per questo lo iodio va ridotto. "Lo iodio si trova oltre che nel sale, nei frutti di mare, in alcuni tipi di pane e nei legumi, specie quelli con la cuticola come le lenticchie o i fagioli. La soia va ridotta drasticamente se non addirittura eliminata, anche in caso di ipertiroidismo". Anche le alghe sono da eliminare: "Le alghe sono un organismo in grado di concentrare un'altissima quantità di iodio. Attenzione anche a non esagerare con frutta secca, nocciole, pistacchi e anacardi". È importante in ogni caso ribadire che una dieta attenta ed equilibrata non può in alcun modo sostituire una terapia di tipo farmacologico se siamo in presenza di una disfunzione: "L'alimentazione – sottolinea l'esperta – è soltanto un completamento della cura. Chi soffre di una patologia tiroidea non può pensare di risolverla soltanto con la dieta".