La giornata tipo di una ragazza anni 90: niente social e Netflix, ma MTV, Cioè e videocassette
A volte è la moda a riportarci indietro nel tempo, quando qualche personaggio famoso ripesca dall'armadio quell'accessorio o quelle scarpe che erano così in voga 20 anni fa e che mai avresti scommesso sarebbero tornate alla ribalta. Altre volte è una serie tv: perché sì, Netflix ci ha regalato Chilling Adventures of Sabrina, ma nulla di lontanamente paragonabile al Sabrina Vita da Strega con Melissa Joan Hart con cui siamo cresciuti, indelebile dai nostri cuori. O più semplicemente sono delle vecchie foto custodite in un cassetto, che generano anche un certo sentimento d'imbarazzo e vergogna a riguardarle adesso per il modo in cui eravamo conciati: goffi e per nulla valorizzati in un abbigliamento ad oggi senza senso. Sono cambiate così tante cose che il mondo di quando eravamo adolescenti sembra distante anni luce. Dopo circa 20 anni cosa è rimasto, a parte certi jeans che periodicamente tornano nei negozi e i remake di film cult come Trainspotting? Ben poco: le cabine telefoniche sono preistoria e le videocassette oggetti d'antiquariato. Ma voi ve lo ricordate com'era la vostra vita in qualità di adolescenti anni 90?
Com'era essere una ragazza anni 90
Tutto quello che i ragazzi di oggi fanno avendo comodamente a portata di mano un solo oggetto, lo smartphone, i ragazzi degli anni 90 lo facevano con una moltitudine di accessori che oggi neppure esistono più. Chissà se sanno come è fatta la radiosveglia che dava il buongiorno, il walkman con cui si ascoltava la musica, il modem che permetteva il collegamento a Internet. Una volta fatto colazione, in compagnia di quei cartoni animati che sono sopravvissuti e continuano a essere mandati in onda (da I Puffi a Mila e Shiro), era il momento di andare a scuola. Alla voce di Cristina D’Avena si sovrapponeva quella della mamma che sbraitava di sbrigarsi, mentre tu continuavi ad affondare il cucchiaio nei Cheerios. A lezione ci si andava rigorosamente vestite in un modo che oggi potremmo definire quantomeno discutibile, ma i tempi erano quelli dell'ombelico scoperto, dei fuseaux, delle tute, delle salopette. Era immancabile lo zaino Invicta sulle spalle con dentro l’essenziale: l’ultimo numero della rivista Cioè, un lucidalabbra appiccicoso e puzzolente, la Smemoranda.
I favolosi anni 90, un decennio iconico
Nel corridoio, prima di arrivare in classe, con ogni probabilità c’era il ragazzo che ti aveva spezzato il cuore almeno due o tre volte, a cui continuavi a dedicare canzoni strappalacrime e il cui nome finiva quotidianamente sul diario segreto. Peccato che lui non avesse occhi che per la più bella dell’istituto, rigorosamente vestita con Levi’s, maglietta corta Onyx e Buffalo ai piedi. Il pomeriggio non era tale se non si passava almeno in parte a guardare MTV che trasmetteva a ripetizione i video del momento: Spice Girl, Eiffel 65, 883, Gigi D'Agostino, The Cranberries, Blink 182. E ovviamente c'erano le ragazze di Non è la Rai e le infinite telefonate con l’amica del cuore. Ma mica col cellulare: col telefono fisso! Il cellulare era quello che si mandava letteralmente in tilt con gli SMS: 100 al giorno gratis, se avevi la Summer Card o la Christmas Card! La sera era dedicata alla Playstation o alla televisione, perché non c'era di certo Netflix: e incredibile a credersi, ma i film cominciavano realmente in prima serata a differenza di adesso!
L'orgoglio di essere stati "ragazzi anni 90"
Essere adolescenti è e sarà sempre terrificante, in qualunque momento storico: paure, incertezze, difficoltà a capire chi si è e chi si vuole diventare. Ma chi era giovane nei Novanta e oggi è ormai adulto sicuramente una capatina in quegli anni la farebbe con piacere per rivivere quell'atmosfera. Tutto era in divenire e in trasformazione, tutto aveva contorni sfumati proprio come sfumata era la percezione di sé e del mondo. E non si era perennemente connessi, non si viveva online e sui social: la vita quotidiana aveva tutto un altro sapore, un bellissimo sapore rimasto iconico nella memoria collettiva di chi oggi, non a caso, continua a dichiarare con orgoglio di essere stato un adolescente degli anni 90.