La Finlandia come l’Italia: una macchia di sangue contro povertà mestruale e Iva sugli assorbenti
A differenza di alcuni decenni fa, quando ancora non si parlava apertamente di mestruazioni e c'era tanta disinformazione in materia, oggi l'argomento è trattato con maggiore consapevolezza. Questo ha fatto sì che le donne abbandonassero quel senso di vergogna che le ha sempre accompagnate, in riferimento alla loro femminilità e a ciò che riguarda il loro corpo. Oltre a trovare una narrazione più aperta (non solo in famiglia, ma anche ad esempio sui social e nelle pubblicità), il tema è diventato oggetto di più o meno accesi dibattiti politici. La tassazione degli assorbenti e la povertà mestruale sono due questioni molto attuali e in buona parte irrisolte per cui ci si sta battendo in diverse parti del mondo. In questo senso l'Italia non è esattamente tra i Paesi più virtuosi e non lo è neppure la Finlandia. Anche qui le donne stanno reclamando a gran voce una maggiore attenzione nei loro confronti.
Finlandia peggio dell'Italia, con la tampon tax
Da anni si parla in tutta Europa della riduzione delle imposte sugli assorbenti. In Italia l'argomento sembra essere stato definitivamente accantonato. Nel frattempo le donne continuano ad acquistarli pagandoli con un'Iva al 22%: ma non sono beni di lusso! Un minimo passo avanti è stato fatto circa un anno fa con la riduzione al 5% sugli assorbenti compostabili e biodegradabili. Questi però di fatto costituiscono davvero una parte irrisoria dei prodotti in commercio ed effettivamente utilizzati dalle donne. Peggio dell'Italia in questo senso c'è la Finlandia. Qui l'Iva è addirittura al 24%. Di alcune ore fa è una foto diffusa in segno di ribellione sull'account Instagram Femen Finland.
No alla tampon tax e alla period poverty
La foto è d'impatto e mostra una donna, con la gonna bianca sporca di sangue, che chiede di non essere più tassata per le sue mestruazioni. Il post vuole far riflettere sull'ingiustizia e sulla disuguaglianza che i prezzi degli assorbenti determinano. La period poverty, infatti, è proprio l'impossibilità da parte delle persone meno abbienti di provvedere serenamente all'acquisto di prodotti per l'igiene intima.
A causa della mancanza di denaro per i prodotti mestruali, le donne cercano di fermare il sangue in altri modi; ad esempio con ritagli di stoffa, calzini, giornali, carta igienica e persino sabbia. Questo non è solo spiacevole, ma può anche essere pericoloso. I materiali utilizzati spesso non sono puliti e, insieme al sangue, formano un terreno fertile per i germi che possono causare infezioni nell'organismo.
Si genera una spirale malsana, che chiama in causa non solo l'aspetto della salute ma anche quello psicologico.
Le donne e le ragazze sono spesso in imbarazzo nel chiedere prodotti per il ciclo quando non hanno i soldi per comprarli. La paura che deriva dall'essere stigmatizzate per il loro "non avere abbastanza soldi" o per l'avere una macchia di sangue sui pantaloni può portare a stress psicologico. Inoltre si genera isolamento, poiché alcune donne non osano uscire di casa durante il ciclo.
In Italia quando?
Le donne finlandesi chiedono che ci sia più attenzione nei loro confronti e che vengano date a tutte le stesse possibilità. Non a caso, in diverse parti del mondo gli assorbenti già vengono distribuiti a titolo gratuito. È il caso della Scozia per esempio, primo Stato ad approvare questa storica legge. Qualcosa del genere avverrà presto anche nelle università francesi. Questo passo avanti sicuramente aiuta nella normalizzazione del ciclo mestruale, affinché non venga percepito dalle donne in primis e anche in società come qualcosa di sbagliato o vergognoso. In Italia per il momento gli assorbenti restano un lusso mentre Spagna, Grecia e Austria hanno almeno abbassato le loro rispettive Tampon Tax. Quando si tornerà a parlare seriamente dell'argomento e a fare qualcosa di concreto anche qui?