La dieta chetogenica che fa perdere peso dalla prima settimana: pro e contro del regime alimentare
Non chiamatela dieta iperproteica. La dieta chetogenica è un regime alimentare caratterizzato da una netta riduzione dei carboidrati e non prevede affatto un eccesso di proteine. La riduzione di carboidrati innesca all'interno dell'organismo una reazione chimica grazie alla quale il corpo utilizza come fonte di energia esclusivamente i grassi. "Quando sentiamo parlare di questo tipo di regime alimentare, – chiarisce a Fanpage.it la dottoressa Roberta Martinoli medico e nutrizionista – immediatamente gli diamo una connotazione negativa, pensando che le proteine presenti siano più numerose di quelle previste per gli altri tipi di dieta. In realtà non è così. La quota proteica non supera, o supera in maniera davvero poco significativa, le indicazioni LARN".
Dieta chetogenica: tutti i vantaggi
La dieta chetogenica ha una storia centenaria. Venne messa a punto negli anni '20 del Novecento per tenere sotto controllo le crisi epilettiche e, ancora oggi, nei pazienti, molto spesso bambini, farmacoresistenti, questa dieta rappresenta una valida opzione per il controllo di questa patologia. Ma sono anche in tanti a intraprenderla soprattutto a scopo dimagrante. I risultati sono visibili già dopo una settimana e questo costituisce uno stimolo importante alla motivazione del paziente. "La dieta chetogenica si costruisce sulla base del peso corporeo che si vuole raggiungere. Calcolando un introito di proteine di circa 1,2-1,5 grammi per chili di peso desiderabile. Nella prima settimana si arrivano a perdere anche 2-3 chili, ma si tratta per lo più di liquidi corporei, e poi si continua a scendere di peso con una media di 1 chilo a settimana". Alla base della dieta chetogenica c'è una reazione chimica, la beta ossidazione degli acidi grassi, che avviene all'interno del nostro organismo. "Bisogna prima di tutto chiarire che ci sono alcuni organi e alcuni tessuti, come il cervello, i globuli rossi e il miocardio, per i quali gli zuccheri costituiscono l'unica fonte energetica. Ad esempio il cervello ha bisogno di circa 120 grammi di glucosio al giorno. E nella chetogenica la quantità totale di carboidrati concessi è pari soltanto a 30 grammi. Quando i carboidrati sono così bassi, entra in gioco il metabolismo alternativo che avvia la beta ossidazione degli acidi grassi: i grassi alimentari o di deposito sono processati e da questa reazione si ottengono i corpi chetonici, il nuovo nutriente, al posto del glucosio, per l'organismo, in particolare per globuli rossi, miocardio e cervello". Questo tipo di processo però non è immediato: "L'organismo prima di andare in chetosi, ovvero prima di iniziare la produzione di corpi chetonici, ha bisogno almeno di tre giorni di privazione dei carboidrati".
Dieta chetogenica: quali sono le controindicazioni
Sono in tanti a diffidare da questo tipo di dieta: "A mio avviso – chiarisce la dottoressa Martinoli – la dieta chetogenica non è un regime alimentare sul quale avere pregiudizi. Il paziente, se seguito in maniera adeguata, può trarne enormi benefici. Quando la quota proteica è adeguatamente rappresentata ed è stimolata la lipolisi, ovvero il processo in cui i grassi sono utilizzati a scopo energetico, la chetogenica risparmia le proteine muscolari e il dimagrimento è proprio tutto a scapito del grasso di deposito". Uno dei rischi a cui più spesso si va incontro quando si intraprendono regimi dietetici fai-da-te consiste proprio nella perdita di massa muscolare: "Quando in una dieta si decide autonomamente di abbassare l'apporto di carboidrati, ma la quota è comunque più alta rispetto ai 30 grammi previsti dalla chetogenica, l'organismo non riesce ad avviare il processo di beta ossidazione e inizia a produrre zuccheri ex novo, ‘mangiando' i muscoli". Anche se esistono libri, siti internet e articoli che sembrano fornire tutte le informazioni utili per intraprendere questo tipo di dieta, è invece assolutamente necessario farsi seguire dal proprio nutrizionista o dal proprio medico. "Non si può improvvisare la dieta chetogenica. – avverte la dottoressa – E poi ci sono alcune categorie di persone per le quali questa dieta può essere rischiosa. Come ad esempio chi soffre di alcuni tipi di diabete, chi soffre di insufficienza renale, le donne in gravidanza, gli adolescenti".
Quando ricorrere agli integratori
E poi visto il particolare processo che l'organismo mette in atto per supplire alla carenza di carboidrati ci sono alcune accortezze da seguire: "Quando si intraprende la dieta chetogenica, il paziente se ne accorgerà immediatamente, la quantità di urine prodotta è superiore a quella normale. Per questo bisognerà bere almeno 2 litri di acqua al giorno, e reintegrare i sali minerali, come potassio e calcio, che vengono espulsi insieme alle urine e ai corpi chetonici. E nel lungo periodo potrebbe essere necessario anche introdurre un'integrazione di grassi come gli omega 3".
Dieta chetogenica: attenzione al fai da te
Attenzione anche ai prodotti alimentari che si trovano in farmacia: "Spesso si trovano polveri proteiche o prodotti masticabili, come biscotti e pane, che contengono al loro interno una quota di carboidrati pari a 4 grammi su 100 grammi di prodotto, rispettando i canoni della chetogenica. E molte persone, mangiando questi prodotti, avvertono la sensazione di un'alimentazione normale, e per questo portano avanti anche per lunghi periodi la dieta chetogenica, ma ricordiamoci che anche in questo caso il fai da te è assolutamente sconsigliato". La dieta chetogenica non può essere infatti seguita ad libitum: "Alcuni protocolli fissano la durata in 3 settimane. Ma la durata di questa dieta dipende da quello che stabilisce il medico o il nutrizionista a seconda dei casi".
Dieta chetogenica: cosa prevede a tavola
Chi segue la dieta chetogenica a scopo dimagrante oltre alla riduzione di carboidrati vedrà una forte restrizione anche della quantità di grassi: "La scelta della carne o del pesce è sempre orientata sui tagli più magri, mentre la quantità di olio concessa è pari a circa due cucchiai". Un'altra restrizione riguarda la frutta: "Non c'è spazio per la frutta (a meno che non si iscriva nella quota di carboidrati) in questo regime alimentare, perché apporta zuccheri, sotto forma di glucosio e saccarosio. Le verdure invece sono ben rappresentate, perché danno valore nutrizionale alla dieta e garantiscono la funzionalità dell'intestino, prevenendo la stipsi. Sono escluse ovviamente le patate, in quanto fonte di carboidrati, le cipolle che se cotte, hanno un apporto maggiore di zuccheri e non c'è spazio neanche per i legumi". C'è spazio invece per i latticini: "A colazione – spiega la dottoressa Martinoli – si può optare per della ricotta o uno yogurt greco con 0% di grassi. E anche lo spuntino può essere a base di un bicchiere di latte o del formaggio in fiocchi". Tra gli alimenti concessi nella dieta chetogenica troviamo:
- Verdure cotte;
- Verdure crude come finocchio e sedano;
- Affettati magri come la bresaola;
- Ricotta, formaggio magro in fiocchi;
- Carne (preferibilmente tagli magri)
- Pesce
C'è il rischio di riprendere rapidamente i chili persi?
"Riprenderò rapidamente i chili persi una volta interrotta la dieta?". È la domanda più comune tra chi decide di intraprendere la dieta chetogenica. "Questa considerazione – spiega la dottoressa Martinoli – nasce dal fatto che si tratta di una dieta che troppo spesso si mette in pratica senza l'ausilio di uno specialista. Molte persone decidono di seguirla perché devono entrare in un certo vestito, perché si sta avvicinando la prova costume, e poi, una volta raggiunto l'obiettivo riprendono le vecchie abitudini. E si rimettono rapidamente i chili persi e lo si nota proprio perché altrettanto rapidamente quei chili erano stati eliminati. Ma quando si viene seguiti da un professionista al termine della dieta chetogenica si dovrà proseguire con un mantenimento razionale. Ovvero con una reintegrazione graduale dei carboidrati. Verranno aggiunti piano piano frutta, pane integrale, fette biscottate. Fino ad arrivare a un piano dove tutti i macronutrienti sono ben rappresentati e proporzionati. Se necessario il paziente potrà seguire ancora una dieta ipocalorica, altrimenti si andrà verso una dieta normocalorica". Infine un consiglio: "Non sottovalutare mai, e soprattutto se si sta seguendo un regime alimentare restrittivo, l'importanza dell'attività fisica".