La presa di posizione è netta, con tanto di hashtag che si prospetta arrivare a breve tra i trend topic di Twitter: #IoNonGuardoSanremo. È quanto sta accadendo in questi giorni sulla scia del polverone sollevato intorno a Sanremo 2020, a firma della Cisl del Friuli Venezia Giulia e del suo Coordinamento Donne. “Non ci aspettavamo una eco di questa portata, sono sincera, ma questo vuol dire che c’è una sensibilità della società civile che è ben diversa dalla rappresentazione che è venuta fuori dalla conferenza stampa di Sanremo”. A raccontarlo a Fanpage.it è Claudia Sacilotto, segretaria generale Cisl Friuli Venezia Giulia e promotrice dell’iniziativa. Il suo impegno, e quello del sindacato che rappresenta, nei confronti dei diritti delle donne è un fatto, e va al di là di quest’ultima presa di posizione. “All’interno dell’organizzazione – dichiara a Fanopage.it – abbiamo più della metà degli iscritti di sesso femminile, per questo abbiamo sempre portato avanti iniziative che permettessero alle donne di avere pari opportunità fuori e dentro il mondo del lavoro”. Tra le varie cose, Sacilotto ci ricorda anche “Il peso delle parole”, una tavola rotonda organizzata per riflettere sull’utilizzo di un corretto linguaggio nelle sentenze e nei media quando si parla di violenza di genere.
L’occasione persa della Rai come servizio pubblico
Tornando a Sanremo, dunque, Claudia Sacilotto racconta a Fanpage.it che l’idea di lanciare questo boicottaggio è stata piuttosto spontanea e naturale.
Abbiamo assistito a una conferenza stampa in cui il conduttore Amadeus era accerchiato da dieci professioniste che però venivano ricordate unicamente per la loro avvenenza, nonostante fossero anche loro dei personaggi dello spettacolo con svariate competenze diverse. Perché non si ha il coraggio di affidare il timone di una trasmissione come Sanremo ad una donna? Non credo che in Italia non abbiamo delle professioniste capaci.
La domanda è piuttosto semplice, eppure una risposta adatta ancora non c’è. Sarà per questo che l’uscita infelice di Amadeus su Francesca Sofia Novello, modella e compagna di Valentino Rossi, è stata spesso fatta passare come un semplice scivolone. A riguardo Claudia Sacilotto dichiara:
Il fatto vero è che è stato sminuito il ruolo della donna su quel palco, in un programma che potrebbe invece veicolare dei messaggi importantissimi. Sanremo dovrebbe essere l’occasione per far passare un modello culturale diverso, quello della parità di genere, che va coltivato e arricchito di contenuti positivi, facendoli entrare nelle case degli italiani. In effetti, in un periodo storico in cui i femminicidi aumentano costantemente e la violenza di genere sul lavoro non si arresta, l’Ariston potrebbe realmente essere un teatro in cui assistiamo a un’inversione di marcia. La Rai, invece, si sofferma solamente su un conduttore attorniato da donne. E in più accetta di far gareggiare Junior Cally, autore di brani con dei testi violenti e misogini, che mai avrebbe dovuto essere selezionato
Per fare un uomo servono 10 donne?
Quello a cui la segretaria Cisl tiene di più è che la Rai torni ad essere un vero servizio pubblico, senza venire meno alla sua storica funzione educativa, soprattutto approfittando della kermesse sanremese, che come da tradizione verrà trasmessa in mondovisione. “Le donne dello spettacolo – dichiara la Sacilotto – sono prima di tutto delle lavoratrici. E in quanto tali hanno il diritto di ottenere delle posizioni di rilievo in tv tanto quanto i colleghi uomini”. Invece, anche quest’anno, il palco dell’Ariston sarà così tristemente tradizionale da risultare quasi fuori dal tempo. Perché se c’è stata una forte partecipazione intorno al boicottaggio lanciato dalla Cisl, è proprio perché, forse, il mondo fuori da Sanremo è stufo della solita rappresentazione dei ruoli nel mondo dello spettacolo. L’hashtag #iononguardosanremo, intorno a cui si discute animatamente del tema, non è che l’inizio. Claudia Sacilotto, unitamente ai colleghi (uomini e donne) a breve manderanno una lettera indirizzata alla Rai sollevando il problema: “Chissà, magari sarà lettera morta, ma di certo non possiamo fermarci proprio ora che abbiamo così tante persone che stanno sposando la causa”. E dato che anche i simboli sono importanti, ci racconta che appenderanno uno striscione con l’hashtag sul balcone della sede Cisl nazionale. La chiacchierata con Fanpage.it si conclude con una battuta da risata amara: “È mai possibile che per fare un uomo ci servano dieci donne?”. La risposta è, ancora, tutt’altro che scontata.