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In Spagna il sesso senza consenso sarà sempre stupro. L’Italia prenda esempio

Dopo le proteste scaturite dal caso della violenza sessuale in branco, noto come “La Manada”, la Spagna si appresta a riformare il termine giuridico di stupro nel quale rientrerà ogni forma di sesso senza consenso. Il Paese iberico si aggiunge a Gran Bretagna, Svezia e Germania dove questa riforma già esiste.
A cura di Giulia Torlone
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Il sesso senza consenso è stupro. Non ci sono più “se” o “ma”, non c’è nulla a cui appellarsi. È quanto annunciato dal Governo spagnolo, dove la coalizione di sinistra ha approvato la proposta di legge per riformare il codice penale in materia di violenza sessuale. Con questa riforma, quindi, si modifica il termine giuridico di stupro, nel quale rientrerà ogni caso di sesso non consenziente, aumentando in modo sostanziale la pena rispetto a quella di abuso sessuale. Impossibile non notare che il lavoro del Parlamento spagnolo sia andato in questa direzione dopo il caso “La Manada”, che fece scaturire una serie di proteste che si propagarono per tutto il Paese.

Lo stupro del branco: il caso "La Manada"

Nel 2015 a Pamplona, durante la festa di San Fermìn, una diciottenne fu trascinata in un portone, aggredita e violentata da cinque uomini. I magistrati, in quell’occasione, descrissero l’episodio con queste parole: “Siamo davanti uno scenario intimidatorio, in cui la vittima non è in nessun momento consenziente agli atti sessuali”. Il tribunale di Navarra però, si espresse in maniera tristemente sorprendente: il caso rientrava tra quelli di abuso sessuale, non di violenza sessuale. Una differenza che, in gergo giudiziario, vuol dire pene nettamente inferiori. Si è arrivati al ribaltamento della sentenza solamente lo scorso anno quando il Tribunale Supremo ha riconosciuto l’episodio come violenza sessuale di gruppo con aggravanti. Nei quattro anni passati tra una sentenza e l’altra, la Spagna è stata attraversata da una marea di indignazione. Moltissime persone sono scese in strada con lo slogan “Hermana, yo sì te creo”, (Sorella, io ti credo). Circa 130 collettivi femministi, tra cui Comisión 8M, hanno attaccato la sentenza sia a livello giuridico che politico definendolo un atto di “giustizia patriarcale che non difende né crede alle donne”.

Il cambio di marcia del Governo spagnolo

Oggi, invece, questa proposta azzera le differenze. Pedro Sanchez, quando non era ancora presidente, in occasione del ribaltamento della sentenza sul caso  “La Manada" si era espresso così su Twitter:

Fu una violenza. La sentenza del tribunale sulla Manada lo conferma. Solo sì è sì. La Spagna continua a muoversi nella protezione dei diritti e le libertà delle donne e non si fermerà. Perché ci abbiamo creduto, perché ti crediamo. Perché ti vogliamo VIVA, LIBERA, SENZA PAURA.

Guardando a oggi possiamo bene dire che l’impegno di Sanchez è stato portato avanti, non è rimasto carta bianca per mero scopo elettorale. In occasione di questa storica decisione si è espressa Monica Costa Ria, campaigner di Amnesty International:

Apprezziamo l’annuncio del governo spagnolo, che rappresenta una vittoria delle sopravvissute allo stupro e delle innumerevoli donne che, con le loro proteste e azioni, hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di riforme legislative, politiche e di prassi.

L'Italia prenda esempio dalla lezione di civiltà che arriva da Madrid

Le nazioni che già riconoscono come stupro qualunque caso di sesso consenziente sono Gran Bretagna, Svezia e Germania. La Spagna e la Danimarca stanno varando leggi per farlo. E l’Italia? Il nostro Paese è tra quelli che ancora non ha riformato il termine giuridico di stupro. È piuttosto assurdo pensare che dei termini giuridici possano cambiare le sorti di una donna abusata. Eppure, in un Paese giustamente garantista come il nostro, è giusto che le parole in giurisprudenza abbiano dei pesi differenti. Ne va della libertà di ogni cittadino. Nel caso della violenza sessuale però, la linea di demarcazione si fa più netta. Dove non c’è consenso è stupro. Senza un sì è stupro. La violenza per arrivare all’atto sessuale è stupro. Che la lezione spagnola arrivi presto anche in Italia.

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Trent’anni, giornalista professionista, si occupa di politica e questioni di genere tra web, carta stampata e tv. Aquilana di nascita, ha studiato Italianistica a Firenze con una tesi sul rapporto tra gli intellettuali e il potere negli anni duemila. Da tre anni è a Roma, dedicando anima e cuore al giornalismo. Naturalmente polemica e amante delle cose complicate, osserva e scrive per capirci di più, o per porsi ancora più domande. Profondamente convinta che le donne cambieranno il mondo. 
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