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Il potere in Moldavia ha un volto di donna: Maia Sandu sarà la nuova Presidente

Europeista convinta, Sandu ha battuto il presidente uscente Igor Dodon con il 57 per cento dei voti. Già alle elezioni del 2016, dove uscì sconfitta, la sfida fu tra i due. In quell’occasione Dodon non fece mistero della sua misogina, chiedendo rivolto ai cronisti: “Come può una che non ha saputo essere madre, diventare una buona guida per il paese?” Quattro anni dopo, con l’elezione di Maia Sandu, la Moldavia ha risposto che si può.
A cura di Giulia Torlone
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È riuscita a battere il presidente uscente filorusso Igor Dodon, aggiudicandosi il 57 per cento delle preferenze con il 99 per cento dei voti scrutinati e ha conquistato la presidenza della Moldavia. È Maia Sandu, prima donna a ricoprire questo ruolo nel Paese. Non è la prima volta che si presenta alle elezioni, e anche nel novembre del 2016 la sfida è stata la stessa: Dodon contro Sandu, che però perse al ballottaggio per pochi punti.

Il volto nuovo della Moldavia

Europeista convinta, Sandu ha la profonda determinazione di avvicinare la Moldavia all’Unione Europea, tentando di riscattare il Paese che da anni è uno dei più poveri del continente. Ex primo ministro, la sua carica nel 2019 durò poco: la Corte Costituzionale aveva annullato l’insediamento del Governo aprendo una grave crisi politica. Nonostante la revoca della decisione, il suo mandato si arenò comunque dopo cinque mesi a causa di una mozione di sfiducia dovuta alla crisi innescata dai socialisti e dall’allora presidente Dodon, in disaccordo con una sua proposta per rendere più trasparente la nomina della massima carica giudiziaria del paese. Sin dalle elezioni del 2016, Sandu ha dovuto subire non poche delegittimazioni per il suo essere donna al potere. Durante la campagna elettorale, il suo sfidante Igor Dodon si lasciò andare a considerazioni sessiste, che fecero il giro dei media: “Maia Sandu non ha figli. Come può una che non ha saputo essere madre, diventare una buona guida per il paese?” A quanto pare questa domanda ha avuto la risposta che meritava, ovvero che si può. E i cittadini, con forza, hanno scelto un radicale rinnovamento del Paese con Sandu alla guida, lasciando da parte le simpatie tradizionaliste e filo-russe del presidente uscente.

Chi è Maia Sandu, la prima presidente moldava

Classe 1972, Maia nasce il un piccolo villaggio chiamato Risipeni, di appena 2000 abitanti. Studia Management all’Accademia degli Studi di Economia della Moldavia (ASEM) e completa poi la sua istruzione laureandosi nel 1998 in relazioni internazionali all’Accademia della pubblica Amministrazione. Nel 2010 ottiene un ulteriore titolo accademico alla John F. Kennedy School of Government presso la Harvard University.

Sempre nel 2010 inizia a lavorare come Consigliere del Direttore Esecutivo presso la Banca Mondiale a Washington per due anni. Nel 2012 rientra in Moldavia iniziando la sua carriera politica come ministro della Pubblica Istruzione, carica che manterrà fino al 2015, durante il governo dal Partito Democratico Moldavo, un movimento europeista accusato più volte di corruzione. Nel 2015 fonda la sua lista civica chiamata “In cammino con Maia Sandu” che poi diventerà un partito politico chiamato Partito di Azione e Solidarietà, un punto di riferimento europeista e un’alternativa ai partiti filorussi che è riuscita a scalzare il PDM.

Le sfide che verranno

Le sfide di Maia Sandu sono molteplici e ambiziose: sbloccare i fondi congelati da Bruxelles dopo una frode finanziaria del Paese nel 2014, dare un colpo di spugna alla corruzione dilagante e tentare di fermare la forte emigrazione che da decenni caratterizza la Moldavia, tra diaspora e povertà. Che sia una donna ad essere eletta Presidente è una notizia già di per sé, soprattutto in un Paese a trazione tradizionalista come questo. Una donna giovane, senza figli, con una solida carriera alle spalle. Il volto del futuro, in un Paese che sembrava così ancorato al passato tanto da essere diventato il simbolo della fuga in Europa dei suoi cittadini più giovani. Una sfida femminile per rimettere insieme i cocci di una nazione e portarla a pieno diritto verso un futuro diverso.

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Trent’anni, giornalista professionista, si occupa di politica e questioni di genere tra web, carta stampata e tv. Aquilana di nascita, ha studiato Italianistica a Firenze con una tesi sul rapporto tra gli intellettuali e il potere negli anni duemila. Da tre anni è a Roma, dedicando anima e cuore al giornalismo. Naturalmente polemica e amante delle cose complicate, osserva e scrive per capirci di più, o per porsi ancora più domande. Profondamente convinta che le donne cambieranno il mondo. 
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