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Il pensiero positivo previene l’invecchiamento mentale: gli esercizi per allenare l’ottimismo

Uno dei metodi per contrastare l’invecchiamento mentale è abbracciare il pensiero positivo. Essere ottimisti, bendisposti nei confronti di quello che ci succede, rileggere la vita in maniera positiva secondo diversi studi può rallentare il decadimento cognitivo. Ci spiega tutto il professor Giuseppe Iannoccari.
Intervista a Prof. Giuseppe Iannoccari
Neuropsicologo, presidente dell'Associazione Assomensana
A cura di Francesca Parlato
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Per mantenere il cervello sempre giovane il punto di partenza è il pensiero positivo. Essere ottimisti, avere un atteggiamento proattivo, essere curiosi, sono tutte caratteristiche che fanno bene al cervello e ci consentono di avere una mente sempre veloce e pronta. A dimostrarlo sono diversi studi, in particolare uno dell'Università della Georgia negli Stati Uniti, che ha monitorato 244 ultracentenari per otto anni. Da questa ricerca sono stati delineati tre tipologie di super anziani, i primi, i ‘sopravvissuti' che hanno avuto delle malattie prima degli 80 anni ma che sono riusciti a guarire e vivere per un altro ventennio, i ‘ritardatari' che hanno avuto malattie importanti dopo gli 80 ma che sono riusciti a superare il secolo e poi ci sono i ‘fuggitivi', persone che hanno superato i 100 anni senza alcuna grave patologia, e questa categoria rappresenta il 15-20% dei centenari. E sono proprio i ‘fuggitivi' la categoria più interessante. "In tutti loro sono state riscontrate delle caratteristiche comuni, come avere un atteggiamento positivo nei confronti della vita, essere autonomi, capaci di fare le cose da soli, di gestire il proprio denaro e la propria quotidianità, avere una socialità attiva" ha spiegato a Fanpage.it il professor Giuseppe Iannoccari , neuropsicologo e presidente di Assomensana. Tutte queste caratteristiche costituiscono quello che è il pensiero positivo. "É un atteggiamento mentale che mette insieme più componenti: dall'ottimismo all'avere un atteggiamento sereno e roseo verso gli eventi, alla capacità di leggere i fatti in modo positivo. Si tratta di uno stato di benessere che consente di vivere non solo in maniera positiva il presente ma anche di ricostruire in maniera serena il proprio passato". 

Perché il pensiero positivo può rallentare il decadimento cognitivo

Essere ottimisti e guardare in maniera positiva ciò che ci succede serve sicuramente a migliorare il nostro benessere, ma ha anche un impatto significativo sui nostri neuroni e sul nostro cervello. "Una delle caratteristiche del pensiero positivo è essere curiosi. Chi assume questo atteggiamento va alla ricerca di novità, vuole studiare vuole sapere di più. E questo è uno stimolo per il cervello, apprendere cose che non si conoscevano aiuta a superare l'intorpidimento e evita che il cervello si schiacci e si appiattisca sulla routine". Fare qualcosa che non si sapeva fare, pensiamo agli anziani che decidono di imparare a usare lo smartphone o il computer è a tutti gli effetti una ginnastica mentale. "Le risorse cognitive sono sfidate, si mettono alla prova per affrontare nuovi compiti. Faccio spesso l'esempio del maestro Monicelli che a 92 anni affermò di volersi iscrivere al conservatorio perché non ne sapeva abbastanza di musica. È questo l'atteggiamento giusto che ci consente di rallentare il processo di invecchiamento cerebrale". L'apprendimento infatti attiva il cervello. "Studiare, imparare nuove cose e ricomporre gli schemi mentali che noi abbiamo e che usiamo nel nostro quotidiano, mette in atto una ricostruzione cognitiva. Se facessimo una risonanza vedremmo che si attivano delle aree cerebrali per poter apprendere queste nuove informazioni e con una tac invece noteremmo un ispessimento della sostanza bianca, della connettività. I neuroni prendono contatto tra loro creando una nuova rete". 

Come coltivare il pensiero positivo

Il pensiero positivo non è un'attitudine innata in noi, ma si sviluppa da piccolissimi. "Proprio nei primi anni di vita. Molto dipende dall'ambiente che ci ha formati, dalle figure di riferimento. Ovviamente da piccoli non lo possiamo concettualizzare, ma se le nostre esperienze sono positive, anche le aspettative nei confronti di ciò che ci succede saranno positive. La formazione è tipo esperienzale non genetico". Ma coltivare il pensiero positivo è possibile e se iniziamo da giovani possiamo giocare d'anticipo sul decadimento cognitivo (che inizia già intorno ai 30 anni). "Il pensiero positivo si può allenare e i benefici riguarderanno non soltanto la salute mentale ma anche la salute in generale. Molti studi ci dicono che i suoi effetti si vedono anche nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e sulla longevità". Le donne sono più avvantaggiate degli uomini quando si parla di benessere e pensiero positivo. "Sono più flessibili, riescono a modificare il loro assetto mentale, si prendono cura del loro benessere e sono più portate a vedere il bicchiere mezzo pieno, e poi si creano più occasioni per relazionarci con altre persone e questo stimola una sere di reazioni fisiologiche che prevengono il decadimento cognitivo e stimolano il pensiero positivo".

Gli esercizi per il pensiero positivo

Allenare quest'attitudine o addirittura svilupparla da zero è possibile. "La materia cerebrale è la più plastica che abbiamo, si può allenare e si possono ottenere dei risultati significativi". Il primo esercizio può sembrare strano, ma l'efficacia è assicurata. "Si può provare a mettersi davanti a uno specchio – invita Iannoccari – E a fare delle facce buffe per 10 secondi . Per il secondo esercizio, sempre davanti allo specchio, è fondamentale invece dotarsi di una matita. "Mettendo una matita tra i denti il nostro volto assumerà un'espressione sorridente. Sappiamo che il cervello e le reazioni che abbiamo condizionano la mimica facciale, ma è anche vero il contrario, il messaggio è bidirezionale. Se ci sforziamo di sorridere perché abbiamo una matita tra i denti il cervello percepirà un messaggio positivo". Infine ci sono degli esercizi cognitivi. "Si può scegliere una parola e collegare cinque termini positivi che la parola evoca, oppure si può prendere un giornale e soffermarsi soltanto sulle notizie positive". Ma fondamentale per ottenere dei risultati è la motivazione. "Avere veramente voglia di cambiare e migliorare la propria vita è indispensabile se si sceglie di allenarsi per migliorare la salute del proprio cervello".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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