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Il covid e i disturbi del sonno: i consigli dell’esperta per dormire bene

In questo periodo tantissime persone accusano disturbi del sonno e la televisione passa spessissimo pubblicità di integratori e rimedi per migliorare il riposo notturno. Ma sono davvero efficaci? Ci sono dei rischi per la salute? Melatonina e camomilla sono delle alternative valide? A tutte queste domande risponde la psichiatra Cristina Selvi.
Intervista a Dott.ssa Cristina Selvi
Psichiatra
A cura di Francesca Parlato
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Non è un caso se in televisione passano così tante pubblicità che sponsorizzano integratori a base di melatonina e camomilla che promettono delle lunghe e riposanti dormite. Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Sleep Medicine, nei primi 5 mesi del 2020 la parola insomnia è stata cercata 2,77 milioni di volte su Google, il 58% in più rispetto agli stessi mesi del 2019. Nell'ultimo anno, con il lockdown, l'alterazione di ritmi abituali e l'ansia per il Covid, non è cambiata soltanto la nostra quotidianità ma anche il nostro modo di dormire. E sono moltissime le persone che in questo periodo accusano disturbi del sonno. "Bisogna distinguere l'insonnia primaria da quella secondaria– ha spiegato a Fanpage.it la dottoressa Cristina Selvi, psichiatraNel primo caso ci sono dei problemi legati al sonno. Nel secondo caso è invece legata a un disturbo di ansia o depressione e in questi casi uno psichiatra è in grado di riconoscerla".

Ansia: la colpevole dell'insonnia

L'ansia, soprattutto se cronica, va a braccetto con l'insonnia. "Questo accade soprattutto quando è grande e invasiva. E in questo periodo non è strano soffrirne". Il lavoro, per chi ce l'ha, è sempre più serrato, lo smart working ha privato i lavoratori del contatto tra colleghi, ha annullato la differenza tra tempo per il lavoro e il riposo. E poi ci sono le preoccupazioni economiche, l'incertezza, il non riuscire a fare programmi per il futuro a mettere un ulteriore carico sul nostro stato d'animo. "Anche l'eccesso di informazioni con cui ci troviamo a confrontarci ci può procurare disorientamento e diventare un ulteriore motivo di stress". Per tutti questi motivi il primo passo per migliorare non solo il nostro sonno ma in generale la nostra vita, consiste in una vera e propria presa di coscienza. "Bisogna prendere consapevolezza dello stress a cui siamo sottoposti. Lo vedo anche tra i miei pazienti: in tanti tirano avanti facendo finta di niente per poi accorgersi quando è troppo tardi che il limite è stato ampiamente superato".

Le cattive abitudini

Oltre lo stress tra le cause dell'insonnia ci sono anche le cattive abitudini: dall'uso degli smartphone a letto alla poca attività fisica: "Muoversi poco, essere sedentari – avverte la psichiatra – Non fa sicuramente bene al nostro sonno. Così come addormentarsi sul divano subito dopo cena: un'abitudine pessima per chi ha difficoltà a dormire". Ma anche l'alimentazione ha un suo peso sul sonno: "A cena è bene mangiare leggero e soprattutto lentamente. Una piccola quota di carboidrati può favorire il sonno. Attenzione invece agli alcolici: da evitare se abbiamo problemi a dormire".

Quali sono gli effetti dell'insonnia

Irritabilità e stanchezza sono i primi effetti negativi dell'insonnia: "Se il disturbo è continuativo e dura una o due settimane, gli effetti collaterali non tarderanno ad arrivare. Oltre la stanchezza naturale, ci sarà anche una perdita di concentrazione e di attenzione". Se l'insonnia è causata dall'ansia potrebbero anche manifestarsi altri sintomi come la depressione e gli attacchi di panico. "In questi casi vuol dire che l'ansia è diventata a tutti gli effetti una patologia e che sta manifestando tutti i suoi sintomi. Per questo è importante intervenire in maniera adeguata".

Come migliorare il sonno

Il primo passo da fare, sarà scontato ripeterlo ma è la soluzione più valida, è adottare uno stile di vita più sano. "Prendere consapevolezza dello stress a cui siamo sottoposti è indispensabile per poter migliorare il nostro sonno e in generale la nostra quotidianità". Poi ci sono delle regole pratiche da seguire, come fare attenzione alla temperatura della camera da letto (mai troppo alta), spegnere le luci led e evitare gli smartphone. "Se facciamo tanta fatica a dormire intanto iniziamo a parlarne con il medico di base, per capre se c'è un'insonnia primaria o secondaria per poi stabilire il percorso da fare".

Integratori e rimedi naturali: sì o no?

Il rimedio facile sembra a portata di mano. In farmacia le vetrine espongono integratori a base di melatonina e camomilla che sembrano la soluzione definitiva all'insonnia. Ma funzionano davvero? "Sicuramente alcune erbe come la valeriana, la passiflora e la camomilla vanno bene – spiega la psichiatra – hanno un blando effetto rilassante e poi c'è anche una sorta di effetto placebo, perché le persone che li assumono sentono di stare facendo qualcosa di utile per sé stesse. Possono andar bene per una o due settimane, ma non possono diventare la regola". Molta attenzione invece per la melatonina. "Stiamo ben attenti a quella che acquistiamo, soprattutto online: in Italia infatti non si possono vendere integratori con una quantità superiore a 1mg di melatonina. Su internet invece si trova anche con dosaggi più alti. La melatonina però può essere depressogena, e peggiorare la situazione delle persone che hanno problemi di insonnia causati da una forma (anche lieve) di depressione".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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