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Il Covid cambia gli acquisti di Natale: “Non tutti i negozi permetteranno i cambi”

La prova abiti? Sì, ma a patto di igienizzare bene le mani prima. I cambi? Dipende dalla politica di ogni esercente. Fabio Tinti, presidente della Federazione italiana settore moda, spiega come si sono organizzati i negozi per la corsa al regalo. Chiedendo anche ai clienti di rispettare le regole nell’interesse di tutti.
A cura di Beatrice Manca
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Con l'avvicinarsi del Natale si torna a fare acquisti: per sé, ma soprattutto per gli altri. Quest'anno fare i regali per amici e parenti può essere più complicato del solito: nelle zone rosse i negozi sono ancora chiusi e nel resto d'Italia si entra contingentati, prestando sempre la massima attenzione all'igiene delle mani, per evitare ogni rischio. C'è poi il problema del "dopo" Natale: di solito, una volta scartati i pacchetti, scatta la corsa al cambio dei vestiti della taglia sbagliata o che non incontrano i gusti di chi li riceve. Quest'anno potremo cambiare il maglione troppo largo o le scarpe troppo strette? E chi riceverà l'ennesimo pigiamone dalla zia potrà riportarlo al negozio? A queste domande risponde Fabio Tinti, presidente nazionale Fismo (Federazione Italiana Settore Moda), la costola di Confesercenti che si occupa dei negozi di abbigliamento, accessori, pelletteria e calzature. A Fanpage.it spiega come funziona il sistema dei cambi e dei resi e invita i clienti a non sentirsi "infastiditi" se i commessi chiedono di aspettare fuori o di non togliersi la mascherina: "Lo fanno nel loro interesse, perché la sicurezza è un valore inestimabile".

Dottor Tinti, quando facciamo acquisti possiamo misurare i capi?
Assolutamente sì, si possono indossare per provarli.

Vale anche per gioielli e accessori?
Fondamentale è la sanificazione degli oggetti e delle mani. Ma se vengono rispettate le norme igieniche direi proprio di si.

Gli esercenti devono disinfettare i capi?
Tutte le attività oggi sono attrezzate per garantire la massima sicurezza dei clienti, rispettando tutte le pratiche indicate dalle varie disposizioni in atto per igienizzare e sanificare i locali.

Si possono ancora fare i cambi? E i resi?
Dipende dai negozi: molti esercenti hanno deciso di non farli, informando anticipatamente il cliente. Mentre altri, che si sono dotati di apparecchiature per la sanificazione lo fanno ancora.

Che apparecchi si usano?
Alcuni negozi dopo il lockdown si sono dotati di sanificatori per ambienti all'ozono o simili, che vengono attivati alla chiusura dei negozi a fine giornata. Ma non c'era nessun obbligo allora e non c'è adesso. 

A cosa deve prestare attenzione il cliente per capire se il negozio rispetta tutte le norme?
Gli esercizi commerciali devono esporre in maniera ben visibile i cartelli che indicano l'osservanza delle normative in vigore, come l'uso della mascherina e del gel e l'indicazione del limite massimo di capienza del negozio. Il cliente deve tener conto di queste indicazioni: nella nostra categoria c'è un diffuso senso civico e l'impegno a difendere la salute di tutti.

E, al contrario: quali sono le regole che devono osservare i clienti?
Il cliente deve attenersi scrupolosamente a quanto indicato e non deve sentirsi infastidito se gli addetti alle vendite ricordano loro le regole: lo fanno nel loro interesse, perché la sicurezza è un valore inestimabile.

Le foto delle vie piene per lo shopping natalizio hanno fatto discutere: allungare gli orari è una soluzione?
È una buona proposta e può essere di aiuto alle attività. L'ideale in generale è diluire le uscite durante la giornata, quando possibile. Certo, ci sono gli impegni di lavoro di cui bisogna tener conto, che spingono le persone a concentrarsi nell'orario serale.

 L'e-commerce garantisce la sicurezza (e nelle zone rosse è l'unica opzione) ma penalizza i piccoli esercenti: come si possono conciliare le due esigenze?
Su questo tema ci sarebbe da aprire un convegno, coinvolgendo le istituzioni nazionali ed europee. In questo periodo, molti negozi fisici di vicinato si sono affacciati al web per cercare di recuperare le perdite attraverso l'e-commerce. Ma è una battaglia impari contro i grandi colossi del web. Noi chiediamo una regolamentazione precisa per le vendite via web, in particolar modo per quei colossi che ne traggono vantaggi economici enormi ma non lasciano nulla al nostro Paese. Se devo pensare ad un futuro senza i negozi nelle città e nei piccoli centri mi vengono i brividi.

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