I Maneskin in biancheria firmata nel nuovo video: la sfida dei brand è a colpi di testimonial
Cresce l'attesa per il nuovo video dei Måneskin, I Wanna Be Your Slave, in uscita il 15 luglio sera. Il brano è già una hit e il gruppo ha sollevato la curiosità del pubblico condividendo alcune foto che anticipano i look che indosseranno nel videoclip. Dalle primissime foto l'elemento dominante sembra essere la lingerie: autoreggenti, completini di biancheria intima, corsetti in pelle e baby doll. Tutto firmato Gucci: per molti è stata una sorpresa, visto che il gruppo italiano di solito veste Etro. Dopo Harry Styles, Florence Welch e Jared Leto, anche i Måneskin entreranno a far parte del palmares di star vestite da Alessandro Michele? Presto per dirlo, ma sicuramente la moda fa sempre più affidamento sulle star e sulla loro presenza digitale. Se la pubblicità è l'anima del commercio, le celebrità stanno diventando la chiave per raggiungere il pubblico e lasciare il segno.
I brand che vestono i Måneskin
Che cos'hanno in comune Achille Lauro e i Måneskin? A parte darsi il cambio alle prime posizioni delle classifiche, le due promesse della musica italiana condividono lo stylist – Nicolò Cerioni – e da oggi anche il brand che li veste: Gucci. Sul palco dell'Ariston li abbiamo visti esibirsi rispettivamente in Gucci e in Etro. I costumi spettacolari e teatrali di Achille Lauro erano stati creati su misura da Alessandro Michele, il visionario stilista di Gucci, mentre Etro aveva creato il sensuale e decadente look di Damiano, Victoria, Thomas e Ethan: tutine aderenti e paillettes, come rockstar anni Settanta, o in corsetti da dandy Ottocenteschi. Il gruppo vincitore del Festival della canzone italiana ha poi continuato a indossare look Etro per numerosi servizi fotografici, copertine e perfino sul palco dell'Eurovision: un vero e proprio portafortuna, visto che il gruppo ha vinto anche la competizione europea con scintillanti tutine cangianti Etro.
Durante il tour europeo i Måneskin hanno indossato un mix di brand differenti, dai corsetti Vivienne Westwood ai pantaloni in pelle DROMe. Ma il nuovo video potrebbe segnare uno spartiacque: a giudicare dalle prime immagini diffuse, ad avere l'onore di vestire il gruppo nel video della sensualissima I Wanna Be Your Slave sarà proprio Gucci. Il brano fa esplicito riferimento al mondo del BDSM e i look del gruppo non fanno eccezione: nelle prime foto diffuse vediamo Damiano in lingerie, autoreggenti e tacchi a spillo vicino a Victoria con un completo maschile. Tutto firmato Gucci, così come l'intimo bianco che indossano in altre scene. L'ultima foto diffusa mostra Victoria in un baby doll con inserti di pizzo nero – anche lui Gucci.
Considerando il prevedibile successo del video, Gucci ha colto una splendida vetrina per il suo brand: veste uno dei gruppi più gettonati del momento in un videoclip attesissimo. Certo, l'uso di testimonial non è un fenomeno nuovo, così come non lo è il connubio tra moda e musica. Lo stilista Halston, ad esempio, costruì la sua fortuna nell'America degli anni Settanta vestendo la star del decennio, Liza Minnelli. Il mondo della moda ha dovuto trasformarsi velocemente: la pubblicità tramite affissioni e carta stampata ha dovuto cedere il passo al digitale, ai social network e soprattutto agli influencer. Così i brand hanno dovuto cercare strade alternative.
L'importanza dei testimonial nella moda
A questo punto è necessario fare una distinzione: un conto è chiamare una celebrità, un attore o un cantante come volto della propria campagna pubblicitaria. Un altro è vestire una celebrità sul palco, negli shooting o sul red carpet. Vestire una celebrità non è solo una questione di affinità stilistiche ed estetiche: significa sposare un certo sistema di valori e – perché no – anche alcune battaglie politiche. Achille Lauro che "scandalizza" il pubblico dell'Ariston spogliandosi sul palco, Fedez che si schiera pubblicamente a favore del ddl Zan, i Maneskin che si baciano sul palco per protestare contro l'omotransfobia: chi veste le star accetta di sostenere queste scelte e condivide i valori di inclusività, diversità e libertà di espressione. La scelta di un testimonial in alcuni casi può anche rivelarsi un effetto boomerang: Johnny Depp era testimonial del profumo di Dior quando venne accusato di violenza domestica dall'ex moglie Amber Heard. Il brand, comunque, non interruppe la collaborazione con l'attore. Nello scenario attuale anche la moda è chiamata a prendere posizione sui grandi temi: Gucci ha sempre sostenuto la libertà di esprimersi oltre gli stereotipi e le etichette. E chi meglio dei Maneskin rappresenta tutto questo?