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I 10 consigli della psicologa per affrontare la fatica da pandemia

L’OMS ha definito la Pandemic Fatigue come una risposta normale vista l’entità della pandemia e l’impatto delle misure di sicurezza sulla vita quotidiana. La psicologa Maria Beatrice Toro spiega nei dettagli cosa è questo disturbo e stila una lista di dieci consigli per aiutare le persone a venirne fuori.
Intervista a Dott.ssa Maria Beatrice Toro
Psicologa e psicoterapeuta, docente presso l’Università Sapienza di Roma
A cura di Francesca Parlato
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Stanchezza, affaticamento, poca motivazione a seguire le regole di prevenzione, tristezza: se avete questi sintomi vuol dire che soffrite di Pandemic fatigue. Per sapere cosa è si può andare a leggere la sua definizione in un libretto di circa 30 pagine pubblicato dall'OMS dal titolo "Pandemic Fatigue. Rinvigorire il pubblico per prevenire il Covid 19″. Si tratta di un disagio assolutamente naturale, una reazione normale e assolutamente prevedibile visto che come dice l'OMS "l'entità della crisi della salute pubblica, la gravità e soprattutto la durata hanno chiesto chiesto l'attuazione di misure invasive con impatti senza precedenti sulla vita quotidiana di tutti, compresi quelli che non sono stati direttamente interessati dal virus stesso". E proprio ora che il secondo parziale lockdown è arrivato, che le restrizioni continuano ad aumentare, la pandemic fatigue, questa sensazione di sentirsi travolti dagli eventi potrebbe farsi più pesante. "Il termine fatigue indica proprio il logoramento psichico. La pandemic fatigue è un disturbo da stress prolungato, da non confondere col disturbo da stress post traumatico – ha spiegato a Fanpage.it la psicologa e psicoterapeuta Maria Beatrice Toro – È assimilabile alla fatica che affronta chi soffre di una malattia cronica. Soffrire di fatica da pandemia vuol dire sentire addosso uno stress che perdura nel tempo, anche a bassa intensità, ma costante".

I sintomi della fatica da pandemia

La paura di contrarre il virus, il timore per i propri cari, il dubbio che adottare le misure di sicurezza possa non bastare, il panico alla sola idea di dover andare in ospedale: sono tutti elementi che nel lungo periodo possono logorare la nostra mente. L'impossibilità di vedere una fine della crisi entro un breve periodo fa sì che molte persone perdano di vista la gravità della malattia e si comportino come nell'era pre Covid, senza rispettare l'obbligo di indossare la mascherina, di mantenere le distanze di sicurezza e di limitare al massimo uscite e incontri con amici e parenti. "Chi soffre di pandemic fatigue perde terreno su più fronti, si trova in affanno su tanti aspetti della sua vita. La paura ti tira fuori l'ansia e altre emozioni sgradevoli e negative che cominciano a comparire più frequentemente". E oltre a essere oppressi da emozioni negativi si rischia di andare incontro a vere e proprie distorsioni e dissociazioni dalla realtà. "Tanti iniziano a pensare che la pandemia non finirà mai e allora lentamente si dissociano dalla realtà, si lasciano andare a comportamenti imprudenti. Non indossano la mascherina, hanno delle reazioni avverse a quelle che sono le raccomandazioni per proteggere sé stessi e la collettività, iniziano a diventare meno razionali".

Pandemic fatigue: la responsabilità delle istituzioni

Nel libretto dell'OMS oltre a spiegare cosa è questo disturbo psicologico si danno anche delle precise indicazioni di comportamento ai governi circa le modalità di comunicazione delle informazioni e le iniziative da adottare per affrontare le conseguenze psicologiche della pandemia. "Purtroppo combattere la pandemia a suon di decreti e ordinanze, attraverso imposizioni rigide che si basano su meccanismi psicologici del terrore – spiega la professoressa – Sta peggiorando lo stato di salute mentale degli italiani. La pandemic fatigue è causata in parte dalla pandemia stessa e in parte dal comportamento del governo. Le persone si sentono vessate dai provvedimenti che giustamente bisogna adottare per affrontare il Covid, ma c'è poca consapevolezza. E la pandemic fatigue rischia di diventare soltanto la punta dell'iceberg: da psicologa e psicoterapeuta mi rendo conto che stanno aumentando i disturbi psichiatrici". Già nei primi sei mesi del 2020 si è assistito a un incremento del 4% della vendita di psicofarmaci (secondo i risultati di un’indagine condotta dall’Istituto europeo per il trattamento delle dipendenze) e ora che l'emergenza si sta prolungando le aspettative non sono delle migliori.

I consigli della psicologa

Purtroppo non ci sono molte alternative: più ci comportiamo in maniera razionale prima questa pandemia finirà. Intanto che mettano a punto vaccini e cure a base di anticorpi monoclonali, per non farsi logorare psicologicamente dalla pandemia, la dottoressa Toro ha messo a punto 10 consigli di sopravvivenza quotidiana.

  1. Evitare coping disfunzionali: "Stare alla larga da comportamenti come bere molto, mangiare a qualsiasi orario, che sul momento ci fanno stare meglio, ma che a lungo andare sono tutt'altro che positivi. 
  2. Ricostruire una routine: "Anche se la nostra vita è stata modificata nel suo quotidiano, cerchiamo di mantenere inalterata una sua organizzazione. Non perdiamo il timone, non navighiamo a vista. E soprattutto non perdiamo i nostri ritmi circadiani".
  3. Accettare i propri vissuti: "Essere ansiosi, impauriti, stressati, è assolutamente normale. Non ce ne dobbiamo vergognare o peggio ancora sentirci in colpa. Evitiamo pensieri di colpevolizzazione o vergogna: stiamo vivendo un momento complicato, soffrire di Pandemic fatigue è normale, cerchiamo di parlarne di aprirci. Evitiamo l'isolamento".
  4. Praticare mindfulness e meditazione: "Fare un percorso di mindfulness, dedicare del tempo alla meditazione, non ci potrà fare che bene".
  5. Avere un dialogo interno positivo: "Alziamo il volume delle affermazioni positive interiori come ‘Ne usciremo presto', ‘Ho passato momenti più difficili, supererò anche questo' e allontaniamo tutti i pensieri negativi".
  6. Relativizzare: "Imparare a relativizzare è fondamentale, vuol dire vedere le cose nella giusta prospettiva. Dare valore e importanza a quello che sta accadendo ma con la consapevolezza che la vita è fatta anche di altre cose". 
  7. Coltivare i propri interessi: "La pandemia non deve essere il motivo per cui abbandonare la propria passione o il proprio hobby. E se possibile proviamo a coltivarne degli altri".
  8. Fare attività fisica: "È vero le palestre sono chiuse, ma fare del movimento è indispensabile: la pandemic fatigue è anche una condizione corporea, uno stato di ansia e allarme perenne che ha un correlato fisiologico e ormonale significativo. I suoi effetti diminuiscono nettamente con l'attività fisica: con lo sport riesce a metabolizzare gli ormoni che lo stress e l'agitazione ci tirano fuori".
  9. Prendiamo un impegno personale: "La sensazione che siamo di fronte a qualcosa di incontrollabile è uguale per tutti ed è normale anche pensare di aver perso il controllo della propria vita. Allora proviamo a impegnarci nella nostra comunità, proviamo a diventare un modello da seguire. Io ad esempio tengo la mascherina mentre faccio anche lezioni o riunioni su Zoom: anche se non è necessario è un modo per far capire che con la mascherina si può parlare e si può fare tutto".
  10. Riorganizzare le priorità: "Con la pandemia, soprattutto durante il primo lockdown ci siamo resi conto di quali sono le cose che davvero contano nella nostra vita. Quando finirà saremo più consapevoli di quale è la nostra scala di priorità".
Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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