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Elliot Page e il suo coming out: la psicologa spiega quali sono le tappe verso il cambio di genere

Con un post che in meno di 24 ore ha ottenuto milioni di like, Elliot Page ha fatto il suo secondo coming out, raccontando di aver cambiato nome e di essere trans. Alla dottoressa Paola Biondi, psicologa e psicoterapeuta, abbiamo chiesto quali sono le tappe di un cambiamento di identità di genere.
Intervista a Dott.ssa Paola Biondi
Psicologa, psicoterapeuta e fondatrice del Centro Salute Trans e Gender Variant
A cura di Francesca Parlato
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"Sono trans e i miei pronomi ora sono lui/loro". Con un post su Twitter(e poi anche su Instagram e Facebook) l'attore canadese protagonista del film Juno, ha rivelato di essere trans e che ora il suo nome è Elliot Page. Sono passati sei anni da quando nel 2014 Page fece coming out annunciando di essere omosessuale. E oggi, a 33 anni, Page con questo post ha voluto parlare del suo cambiamento, raccontando la sua gioia ma anche la fragilità. Cambiare nome, identificarsi in un genere diverso da quello assegnato alla nascita è un percorso sempre molto complesso. Soprattutto se a questa tappa si arriva a un'età adulta e con una notorietà internazionale come quella dell'attore.

Il cambiamento in età adulta

Non tutte le persone trans vivono lo stesso percorso di cambiamento. Alcune non si riconoscono nel sesso assegnato sin da bambini, altre invece avvertono un disagio che non riescono a inquadrare. "In alcuni bambini la disforia di genere è particolarmente intensa e urgente ha spiegato la dottoressa Paola Biondi, psicologa, psicoterapeuta e fondatrice del Centro Salute Trans e Gender Variant – Ma in molte persone invece questo disagio non è così evidente e si arriva a dargli un nome una volta adulte". In alcuni casi, come sembra essere successo a Elliot Page, la consapevolezza di essere una persona trans passa per l'esplorazione del proprio orientamento sessuale, identificandosi come lesbica o gay in prima battuta: "Ovviamente questo percorso verso sé stessi non avviene da un giorno all'altro o a causa di interventi esterni – spiega la psicologa – Nel caso dell'orientamento sessuale, per esempio, quasi tutte le persone che hanno avuto una vita da eterosessuale e che poi si sono riconosciute come omosessuali o bisessuali raccontano di averlo sempre saputo e che per un motivo o un altro hanno soffocato questa parte di sé". Il pronome loro (they), come quello usato da Elliot nel post, è utilizzato spesso dalle persone non binarie. "Essere persone non binarie vuol dire non riconoscersi nel binarismo di genere che vede solo due possibilità: o sei uomo o sei donna. Si può essere appartenenti a entrambi o a nessuno dei due"

Non si nasce in un corpo sbagliato

Trans, queer, non binario, comprendere la propria identità di genere non è un affatto un percorso facile. "Riconoscere per chi si prova attrazione sessuale è più semplice. Sin da bambini riusciamo a capire verso quale sesso siamo attratti o se non siamo attratti da nessuno dei due o per entrambi. Più difficile e complesso può essere il percorso per identificare la propria identità di genere". Nel suo post Page parla di "journey", un viaggio: "Il percorso verso la comprensione della propria identità di genere è fatto di sperimentazione e di comprensione di se stessi. Una volta che le persone imparano ad ascoltarsi e a rispettare quello che sono, saranno in grado di chiedere anche ad altre di farlo". Per confrontarsi con un mondo e una società ancora così poco incline ad accettare i cambiamenti ci vuole coraggio. E come ha sottolineato l'attore nel suo post le statistiche a proposito di discriminazione contro le persone trans sono ancora spaventose. "A tutte le persone trans con cui lavoro dico sempre che non sono nate in un corpo sbagliato ma in una società sbagliata".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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