Donne e orgoglio curvy: una nuova moda per sentirsi inadeguate
Grasso è bello, o per lo meno è quanto in questi ultimi anni sembra voler farci credere un nuovo settore della moda mondiale che celebra tutte le donne che, dalla taglia 46 in su, amano mostrane le proprie rotondità. Seni super prosperosi, gambe importanti e fianchi allargati, così le modelle di oggi cercano di lanciare un nuovo messaggio, che ad oggi però non sembra essere del tutto chiaro. Sembrerebbe infatti che dalle secche modelle con evidenti problemi alimentari, senza i quali sarebbe difficile raggiungere determinate misure, si sia passati ad altre icone contro le quali è ormai rischioso scagliarsi, come se parlare di "ciccia" significasse dichiarare nuovamente guerra al cibo e inneggiare all'anoressia.
Curvy, autodefinirsi ancora una volta
Curvy, così le definiscono e si definiscono, vengono ingaggiate dai fotografi per raccontare una realtà di donne sovrappeso che non sentono, come è giusto che sia, il "peso sociale" delle proprie rotondità (ma perché poi dovrebbero?). A modello di questa categoria di donne vengono prese Beyoncé, Jennifer Lopez o Rihanna, sensuali icone femminili che delle loro forme hanno fatto un vero e proprio business. Ma mettendo in paragone i fianchi di Rihanna, le gambe di Beyoncé e il posteriore di Jennifer Lopez con quello delle taglie 48 alle quali inneggiano le riviste di moda, ci si rende facilmente conto di ciò che divide queste donne. Le prime sono infatti persone che praticano attività fisica regolare, senza la quale non potrebbero reggere i ritmi del loro lavoro, che hanno un'alimentazione corretta (certo il junk food ogni tanto lo mangiano anche loro) e che hanno la grande fortuna di avere un bellissimo corpo formoso, le altre sono per lo più “solo” in carne.
Politically (s)correct
Provare a definire “obese” le donne curvy potrebbe essere molto pericoloso, eppure, a non voler essere ipocriti, questo è ciò che sono. È assolutamente corretto dire che le donne oversize abbiano tutto il diritto di sentirsi belle, perché questo è ciò che sono. Ma continuare a creare modelli, troppo magri o troppo grassi, è comunque una grandissima forma di sessismo nei confronti delle donne che, da una parte o dall'altra, vengono sempre obbligate a dover imporre qualche loro caratteristica per poter essere accettate.
Perché bisogna essere belle?
Limitare l'esistenza al concetto di bellezza è sminuire ciò che in realtà rappresenta il sesso femminile. Esistono i modelli, anch'essi troppo magri, ma nessuno inneggia all'uomo curvy, nessuno si sente in dovere di affermare che anche l'uomo “normale” (termine orribile) sia bello, e questo non perché non sia vero, ma perché le donne forse riescono a scegliere la propria metà per ciò che è e non per ciò che rappresenta. Allo stesso tempo, i maschi non sembrano troppo interessati al paragone con i modelli, né tanto meno a giudicarsi tra di loro per la taglia raggiunta.
La moda ci limita
Noi siamo davvero il peggior giudice di noi stesse e per questo dovremmo smettere di parlare di “accettazione” dei nostri difetti, smettere di inneggiare alle smagliature, alla panza, ai fianchi, alle doppie punte o alla cellulite, ma semplicemente fregarcene senza per questo farne un orgoglio, puntando invece a credere in noi stesse come persone e non come icone e a sentirci a nostro agio. Per quanto possa sembrare retorico, questo è però l'unico modo per non essere ciclicamente schiave delle mode che, per un verso o per l'altro, ci fanno sentire sempre e comunque inadeguate.