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Donne avvenenti più credibili se denunciano molestie: lo studio sull’influenza degli stereotipi

Una ricerca dell’Università di Washington effettuata su un campione di 4000 partecipanti ha evidenziato un fenomeno grave e preoccupante. Se ad affermare di aver subito molestie sessuali è una donna ritenuta convenzionalmente avvenente, ha più probabilità di essere creduta rispetto a una donna che non rientra nel prototipo della femminilità.
A cura di Giusy Dente
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Denunciare una molestia sessuale è un momento delicatissimo per la vittima, che si trova a dover ripercorrere e a dover fornire i dettagli di un’esperienza traumatica a cui tornare con la mente è difficile. A volte solo dopo anni si riesce a rendere a parole quel dolore e quella sofferenza, che tante donne scelgono di tacere alle autorità, come fosse anche un modo per rimuovere l’accaduto dalla propria mente e far finta che non sia mai avvenuto. Ma la verità è che le donne non denunciano anche per un altro motivo, ben più grave: la paura di non essere credute. Il fatto che la vittima sia spesso additata come una poco di buono o una che se l’è in qualche modo cercata per i suoi comportamenti o per i suoi vestiti, ha alimentato una malsana spirale in cui il carnefice viene quasi "assolto e giustificato". Purtroppo c’è anche un altro pregiudizio che grava sulle vittime, che riguarda il loro aspetto fisico: se sei una donna avvenente hai più probabilità di essere creduta, rispetto a una donna non convenzionalmente ritenuta femminile secondo i più comuni canoni sociali. È quanto emerge da una ricerca.

Se sei bella è più probabile tu sia stata molestata

Una ricerca dell'Università di Washington ha evidenziato un fenomeno grave e preoccupante: se ad affermare di aver subito molestie sessuali è una donna ritenuta avvenente secondo le convenzioni e i modelli sociali, ha più probabilità di essere creduta. Ogni cultura ha una sorta di “stereotipo di bellezza”, che a quanto pare condiziona molto anche nella percezione dello stupro. Le donne nere, per esempio, vengono associate alla forza e alla mascolinità: per questo vengono ritenute meno attendibili rispetto a una donna giovane e bianca, associata alla caratteristica della debolezza e quindi più probabile come vittima. Lo studio ha coinvolto 4000 partecipanti e ha fatto emergere quanto sia radicata la convinzione che una donna avvenente, per lo meno per gli standard sociali più comuni, abbia più probabilità di essere violentata e quindi goda di maggiore credibilità per l’opinione comune. "Le conseguenze di ciò sono molto gravi per le donne che non rientrano nella ristretta rappresentazione di chi è una vittima", ha dichiarato Bryn Bandt-Law, una studentessa laureata in psicologia presso la UW nonché autrice dello studio.

La credibilità di una donna non deve dipendere dall'avvenenza

L'associazione tra molestie sessuali e donne prototipiche è così forte che le donne non prototipiche sono viste come meno credibili.“Le donne non prototipiche sono trascurate in modi che potrebbero contribuire a far loro ricevere un trattamento discriminatorio ai sensi della legge; le persone ritenute meno credibili sono le più danneggiate, come se i loro carnefici meritassero una punizione inferiore” ha spiegato Bryn Bandt-Law. Le donne che mostrano determinate caratteristiche sono viste come “più donne", mentre quelle che non le posseggono diventano quelle difficilmente identificabili come vittime di molestie. Collegare la molestia alla femminilità è un problema serissimo, non solo su scala sociale, ma anche dal punto di vista giuridico. Secondo gli studiosi, infatti, può determinare un diverso approccio anche dal punto di vista della battaglia legale, che rischia di non garantire equità di valutazione, nel determinare una pena. Ma a questo punto: la giustizia dipende dall'avvenenza o è uguale per tutti?

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