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Da Versace a Gucci, ecco quali sono i marchi italiani che sono stati acquistati all’estero

Versace è stata venduta a Michael Kors per 1,83 miliardi di euro ma non è l’unica Maison italiana finita all’estero. Ecco quali sono tutte le griffe del nostro paese che sono passate in mani straniere nel corso degli anni.
A cura di Valeria Paglionico
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Nelle ultime ore sta facendo il giro del web la notizia della vendita di Versace a Michael Kors per 1,83 miliardi di euro. L'evento viene considerato storico nel fashion system ma, a dispetto di quanto si potrebbe pensare, non è la prima volta che succede una cosa simile. Sono molte, infatti, le griffe italiane finite all'estero, da Fiorucci a Gucci, fino ad arrivare a Valentino: ecco quali sono le case di moda che sono state acquistate da paesi stranieri.

Fiorucci, la prima Maison acquistata all'estero

Fiorucci è la Maison di moda fondata a Milano da Elio Fiorucci nel 1967 che ha raggiunto il successo tra gli anni '70 e '80, arrivando ad aprire diversi store anche a New York e Parigi. Dopo la grande espansione, però, ha vissuto un periodo di forte difficoltà economica, tanto da essere stata rilevata prima nel 1989 dai fratelli Tacchella di Carrera Jeans e poi nel 1990 dalla Edwin International, società giapponese di abbigliamento con 8 marchi di proprietà e 6 in licenza, tra cui Lee, Wrangler e Avirex. Il compianto Elio Fiorucci ha però continuato a curare la direzione creativa, mantenendo a Milano solo il centro design. Da allora il brand ha raggiunto innumerevoli successi, aprendo decine di negozi in Asia, Medio Oriente, Stati Uniti, fino a quando non è stata acquisita dall'inglese Janie Schaeffer, ex responsabile di Victoria's Secret pochi mesi prima della morte del designer. Nell'estate del 2017 il marchio è stato rilanciato con un nuovo sito web di Fiorucci e un flagship store a tre piani aperto in settembre a Brewer Street, a Soho, durante la London Fashion Week.

Da Gucci a Bottega Veneta: le griffe in mano ai francesi

Gucci è la Maison fondata nel 1921 da Guccio Gucci, un emigrato italiano che lavora in alcuni hotel di lusso di Parigi e al Savoy Hotel di Londra, diventa una Srl nel 1945 dopo essersi affermata in America ed Europa. Nel corso degli anni il successo è stato internazionale, tanto che il Gruppo Gucci è riuscito a rilevare marchi come YSL, Sergio Rossi, Boucheron, Bottega Veneta, Bédat & Co, Alexander McQueen, Stella McCartney e Balenciaga. Sempre degli americani è anche Poltrona Frau, rilevata da Haworth. Negli anni successivi, però, sono stati acquistati tutti dal gruppo Kering dell’imprenditore Francois-Henry Pinault, ex PPR, che li ha inseriti nel proprio portafoglio di brand stellati. Sempre dei francesi sono anche Emilio Pucci, Fendi e Bulgari, acquistati dall’imprenditore Bernard Arnault, a capo del gruppo Lvmh, Louis Vitton Moet Hennessy, che a partire dai primi anni 2000 ha acquisito diversi marchi simbolo del made in Italy. Anche Roberto Cavalli è tra i fondatori di Maison italiane che hanno venduto la loro casa di moda all'estero. Lo stilista fiorentino ha infatti ceduto la sua griffe al fondo d'investimento italiano Clessidra, che ha acquistato il 90% del capitale attraverso la società Varenne, il restante 10% delle quote continua ad essere posseduto dal designer. Tra le altre eccellenze italiane passate all'estero si annoverano anche Berluti e Loro Piana, aziende acquistate sempre da LVMH nel 1993.

Le Maison italiane acquistate dagli arabi e dai cinesi

Come non fare riferimento all'acquisto risalente al 2012 di Valentino Fashion Group, che comprende anche Missoni, da parte degli imprenditori arabi? Ad aggiudicarsi i marchi simbolo del lusso italiano è stata Mayhoola for investment, società del Qatar dello sceicco al Thani, emiro del Paese. Gianfranco Ferrè è andato invece alla Paris Group di Dubai, La Rinascente appartiene alla thailandese Central Group of Companies, mentre la giapponese Itochu Corporation ha acquistato diversi marchi italiani come Mila Schon, Conbipel, Sergio Tacchini, Belfe e Lario, Mandarina Duck, Coccinelle, Safilo, Lumberjack, quasi tutti rivenduti ad aziende straniere. Poco dopo sono arrivati anche i cinesi con l'acquisizione di Miss Sixty da parte della holding di Guangzhou, e di Krizia, passata a Shenzen Marisfrolg Fashion, azienda attiva nel mercato asiatico del pret-a-porter di fascia alta. Insomma, Versace, venduta per 1,83 miliardi di euro a Michael Kors, è solo l'ultima delle Maison italiane a essere passate in mani straniere e anche qui la direttrice creativa Donatella Versace manterrà il suo ruolo in azienda. A questo punto non resta che aspettare e capire se questo "passaggio" di cui si parlava da diversi giorni prima dell'annuncio ufficiale porterà dei benefici anche in termini di successo.

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