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Sesso, genere, identità: cosa significano queste parole e come usarle senza sbagliare

Oggi, 17 maggio, è la giornata mondiale contro l’omotransfobia: il rispetto per le persone omosessuali, bisessuali e trans passa anche dall’uso corretto dei termini. Sul tema dell’identità di genere però c’è ancora molta confusione: che differenza c’è tra transessuale e transgender? L’identità di genere e il ruolo di genere sono la stessa cosa? Ecco una piccola guida per orientarsi.
A cura di Beatrice Manca
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Che differenza c'è tra sesso e genere? Che cosa significa essere gender fluid? Transgender e transessuale sono la stessa cosa? Sul tema dell'identità di genere e dell'orientamento sessuale c'è ancora molta confusione.  Per orientarsi tra le molte sfaccettature dell'identità sessuale innanzitutto bisogna distinguere tra sesso, genere e orientamento sessuale, che troppo spesso vengono usati come sinonimi. Oggi, 17 maggio, è la Giornata internazionale contro l'omotransfobia. Proviamo allora a fare chiarezza con un piccolo glossario che segue i termini presenti nel ddl Zan, con una dovuta precisazione: sono parole entrate relativamente di recente nel linguaggio, quindi a volte ci sono sfumature nell'uso che se ne fa. L'importante è capire cosa esprimono questi termini e usarli nel modo giusto, perché la violenza è fatta anche di parole sbagliate.

La differenza tra sesso e genere

Il sesso viene assegnato alla nascita sulla base degli organi genitali esterni. Il sesso quindi è legato esclusivamente alle nostre caratteristiche anatomiche. Si può essere maschi o femmine, ma esiste una terza possibilità: l'intersessualità. Esistono persone che presentano – in maniera più o meno visibile – caratteri sessuali sia maschili che femminili. Molte persone non sanno di esserlo o se ne accorgono solo durante la pubertà. La sfera del genere invece non ha nulla a che vedere con l'anatomia, ma riguarda tutti quegli elementi psicologici, sociali e culturali che determinano l’essere uomo o donna. Per esempio, alle femmine si associa il rosa e ai maschietti il blu, le donne di solito portano i capelli lunghi e gli uomini la barba. L'elenco è lungo e investe molti aspetti della vita quotidiana: diciamo che i modi in cui si esprime l'essere donna o uomo (nel linguaggio, nell'abbigliamento, nel trucco eccetera) riguarda il genere.

Cos'è l'identità di genere

Crescendo, sviluppiamo un'identità di genere, cioé una percezione di noi stessi come maschi o femmine. Nelle linee guida stilate dalla Società italiana di psicoterapia per lo studio delle identità sessuali (Sispis) gli autori spiegano che è un processo che inizia prestissimo, già intorno ai tre anni. Quando si parla di identità di genere, quindi, si intende perciò l’adesione profonda di ciascuno di noi al ruolo di donna o uomo, l'affermazione "mi sento femmina o "mi sento maschio". Il modo in cui lo facciamo vedere al mondo, con i vestiti, il trucco e con il linguaggio, prende il nome di "espressione di genere". L'insieme delle aspettative sociali intorno a un uomo o una donna, invece, si chiama "ruolo di genere" ed evolve continuamente nel tempo.

Cosa vuol dire cisgender e transgender

Questa distinzione spesso è poco familiare, ma è molto semplice: chi si riconosce nel genere corrispondente al proprio sesso è cisgender. Chi nasce femmina, per esempio, e crescendo si riconosce come donna, si sente donna e parla di sé come di una donna è cisgender. Chi invece si identifica nel genere opposto si definisce transgender. Questo "scollamento" tra il proprio corpo e la propria identità è fonte di un grande disagio, chiamato "disforia di genere": la diagnosi deve essere necessariamente fatta da un medico ed è il primo passo per avviare un percorso di transizione. Non bisogna confondere transgender con transessuale, termine medico che fa riferimento a un percorso farmacologico e chirurgico che culmina con l'intervento di ricostruzione degli organi genitali. Non tutte le persone trans lo fanno o vogliono farlo. Il termine "transgender" invece raccoglie tutte quelle identità non- binarie, cioè che rifiutano la separazione rigida tra maschile e femminile, come le persone gender fluid o a-gender.

Orientamento sessuale: facciamo chiarezza

Definita l'identità, passiamo all'orientamento sessuale: quest'ultima categoria parla delle nostre relazioni con gli altri, precisamente il genere verso cui proviamo attrazione sessuale. Se una persona, uomo o donna, prova attrazione per persone del suo stesso sesso sarà omosessuale (gay o lesbica) se la prova verso il sesso opposto sarà eterosessuale. Ci sono persone però che provano attrazione sia per gli uomini che per le donne: in questo caso si parla di bisessuali. C'è anche chi non ha interesse sessuale verso nessun genere: queste persone si riconoscono come asessuali. La sigla LGBTQ+ raccoglie tutte queste sfaccettature, e il segno più significa che è aperta anche a tutte quelle persone che non si rispecchiano nelle definizioni tradizionali. Attenzione: l'orientamento sessuale non ha nulla a che vedere con l'identità. Una donna trans che sta con un uomo vive una relazione perfettamente eterosessuale, così come un uomo trans che frequenta un altro uomo è omosessuale.  L'orientamento sessuale – è bene ricordarlo – non si sceglie. Nessuno sceglie deliberatamente di chi innamorarsi. Allo stesso modo, nessuno sceglie di nascere in un corpo o in un altro né di essere uomo o donna. E nessuno dovrebbe essere punito per questo.

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